Inaugurato il primo tratto di sette chilometri della Superstrada Pedemontana Veneta con qualche sassolino cavato dalle rispettive scarpe da parte del governatore del Veneto, Luca Zaia, e del leader della lega e vicepremier Matteo Salvini.
«Non siamo la Banda Bassotti che è scappata con i soldi. Bisogna essere dei lazzaroni a dire che costava 1,6 miliardi ed è costata 2,258 miliardi di euro, senza spiegare che inizialmente il progetto prevedeva una strada a raso mentre ora l’opera è per il 65% in trincea a seguito della richiesta dalle amministrazioni per ridurne l’impattoambientale – ha esordito Zaia -. Non siamo neanche dei criminali che vanno a nascondere rifiuti nottetempo nei cantieri. In Veneto ci sono 458 discariche abusive ereditate dal passato, e ne sono state intercettate almeno una decina nel tracciato. Si ringrazi Dio che c’è la Pedemontana che dove passa effettua le bonifiche».
Il primo tratto di superstrada inaugurato è lungo sette chilometri compresi gli svincoli e ha una funzione di particolare rilievo in quanto permette di accedere all’area del Bassanese dalla A31 senza attraversare il centro di Dueville, liberando l’area dal traffico e risparmiando così dai 20 ai 30 minuti di percorrenza su strade locali, riducendo sensibilmente l’immissione di gas di scarico nell’atmosfera. Il canone che in base al terzo atto convenzionale dovrebbe esser incassato dalla Regione, sarà per il momento incassato dal concessionario, che non riceverà altro canone fin quando l’opera non sarà finita. In questo modo, la Regione non avrà costi.
Il pedaggio per questa tratta è di 1,10 euro per i mezzi di classe A, 1,20 euro per i mezzi di classe B, da 1,50, a 2,40 e 2,80 euro per i mezzi pesanti, suddivisi in tre classi.
La piattaforma stradale è costituita da due corsie (ognuna larga 3,75 metri) e una di emergenza per senso di marcia, suddivise da uno spartitraffico centrale di 3 metri. La Superstrada è stata costruita in trincea profonda, per attenuare l’impatto territoriale e ambientale sull’area circostante. A disposizione dei viaggiatori sono installate 16 colonnine di soccorso (di cui 12 in galleria) e a tutela della sicurezza il tratto è monitorato 24 ore al giorno da 37 telecamere (di cui 8 di tipo “Incident detection”). Completano la dotazione impiantistica per la sicurezza due impianti meteo e un impianto radio. Il tempo di percorrenza di questo primo tratto è compreso tra i 5 e i 7 minuti, e il costo di realizzazione è stato di circa 120 milioni di euro.
«Non siamo ammalati di feticismo infrastrutturale, non abbiamo l’ossessione di buttare calcestruzzo ovunque, ma abbiamo il dovere di portare a compimento un’opera strategica nazionale, di concludere quello che oggi è il più grande cantiere aperto in Italia e che stiamo gestendo come se fosse un’opera pubblica normale, ordinaria, cercando di dare una veste di totale legalità a quest’impresa» conclude Zaia.
Sul palco dell’inaugurazione con Zaia il vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro dell’Interno, Matteo Salvini e il presidente della concessionaria SPV Spa, Domenico Dogliani. A entrambi Zaia ha rivolto un sentito ringraziamento: al primo per essere stato «l’unico del Governo a interessarsi di quest’opera», al secondo per l’impegno che sta profondendo nella sfida di portare a termine entro il 2020 questa notevole iniziativa, «nel rispetto dell’accordo che abbiamo sottoscritto».
«Di questa infrastruttura si è cominciato a parlarne in Regione nei lontani anni ’90 – ha ricordato Zaia – e originariamente era prevista la realizzazione dell’autostrada Pedemontana Veneta. Molto, troppo tempo è passato da allora, ma adesso è finalmente qualcosa di concreto e questa infrastruttura vale oggi un punto e mezzo del Pil del Veneto, impegna nei cantieri 1.860 uomini e oltre mille mezzi d’opera. È una fabbrica nel territorio. E il 98% degli espropriati ha già avuto il giusto ristoro. È l’unica opera in Italia della quale l’ente pubblico incasserà i pedaggi e quindi dobbiamo incentivarne l’utilizzo – ha aggiunto Zaia -. Ci aspettiamo un transito di 27.000 veicoli al giornoquando la superstrada sarà terminata. Non esiste un’autorità nazionale che certifichi gli studi sul traffico, ma i grandi vantaggi in termini di sicurezza e di velocità nella percorrenza delle distanze, ci inducono a pensare che raggiungeremo l’obiettivo. Che poi, sia chiaro, è lo stesso voluto dal territorio: tutti i 36 sindaci dei comuni attraversati dal percorso hanno detto “Sì” alla SPV e sono certo che se facessimo un referendum chiedendo alla gente se vuole quest’opera, si arrabbierebbe perché glielo chiediamo ancora».
Zaia si è poi levato, come lui stesso ha detto, qualche sassolino dalle scarpe: «ho dentro una cava di inerti», mentre una frecciata all’assenza del ministro delle Infrastrutture grillino Danilo Toninelli l’ha tirata lo stesso Salvini («è troppo impegnato a Roma a sbloccare cantieri»), evidenziando l’importanza di della SVP: «questo è il primo grande cantiere d’Italia e mi auguro che a breve il Paese ne possa avere molti altri, ad iniziare dall’Alta velocità tra Lione e Torino e tra Brescia e Padova».
Da parte del concessionario l’impegno «a completare la superstrada pedemontana veneta entro la fine del 2020, l’unico dubbio riguarda il tunnel di Malo, i cui lavori comunque stanno procedendo spediti – ha detto Domenico Dogliani, presidente della Spv Spa -. Oggi è una giornata felice dopo infinite peripezie burocratiche è finalmente aperta al traffico la prima tratta di un’arteria, che è destinata a cambiare la vita non solo della viabilità, ma anche dell’economia del Veneto. E’ nostra intenzione inaugurare le varie tratte una volta terminate, il prossimo taglio del nastro potrebbe avvenire entro la fine di quest’anno».
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