Ancora mercato dell’auto negativo a maggio che fa segnare nei primi cinque mesi del 2019 un calo del 3,8% che avrebbe potuto essere ancora più ampio senza la leva delle immatricolazioni “km0” fatte anche a maggio da tanti concessionari.
«Il dato di maggio è coerente con l’andamento dell’economia e porta il consuntivo dei primi cinque mesi del 2019 a quota 910.093. Il bilancio non è positivo – commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor-, ma occorre considerare che la crescita dell’economia italiana si è esaurita alla fine del primo semestre 2018 per lasciare spazio ad una sostanziale stagnazione. Le previsioni ufficiali per il 2019 indicano una crescita del Pil dello 0,2%, ma anche se la previsione fosse corretta si tratterebbe di una crescita assolutamente insufficiente, non solo se confrontata con la crescita del 2017 (+1,8%), ma soprattutto se si considera che a fine 2018 il Pil italiano doveva ancora recuperare il 50% del calo determinato dalla crisi deflagrata nel 2008. D’altra parte speculare con l’andamento del Pil è anche l’andamento delle immatricolazioni di autovetture che nel 2018 devono ancora recuperare il 50% del calo innescato dalla grande crisi».
«Nello scenario attuale del mercato – afferma Michele Crisci, presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – l’UNRAE ha accolto con grande interesse le recenti dichiarazioni del vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sull’impegno del Governo ad operare già nella manovra finanziaria del prossimo autunno per portare al 100% la detraibilità dell’IVA sulle auto aziendali. Ci auguriamo che il Governo possa finalmente porre l’attenzione dovuta ad un settore nevralgico per il sistema economico del nostro Paese, attivandosi con interventi sulla fiscalità delle auto aziendali».
Secondo Crisci «la revisione della fiscalità è una delle leve strategiche per lo sviluppo e il rilancio delle imprese italiane, aumentandone la competitività anche nei confronti di quelle straniere che, non solo beneficiano di una detraibilità totale dell’IVA sulle auto aziendali, ma anche di maggiori deducibilità. Misure del genere potrebbero rappresentare un volàno per incentivare le imprese ad aumentare gli investimenti e di conseguenza anche uno strumento per accelerare il rinnovo del parco circolante, che al momento presenta tassi di sostituzione assolutamente insufficienti».
«Una manovra in tal senso – conclude Crisci – potrebbe portare volumi incrementali stimati nell’ordine delle 100.000 unità, con ritorni benèfici per l’Erario in termini di maggior gettito IVA e IPT, da noi calcolati in circa 450 milioni di euro l’anno, rendendo non necessaria una copertura finanziaria, per non parlare degli effetti positivi su ambiente e sicurezza della circolazione».
Fra le aree geografiche, l’unica a segnare in maggio una crescita delle immatricolazioni è il NordEst (+7,2%), grazie alla spinta del noleggio, senza il quale il NordEst si porterebbe anch’esso in territorio negativo del 5,2%. Ciò vale anche per l’area NordOvest che nel totale flette del 3,6%, ma escludendo il noleggio arriverebbe all’11,7% in meno.
Ancora male il gruppo FCA, con le marche nazionali, nel complesso, totalizzano nel mese 52.273 immatricolazioni (-6%), con una quota di mercato del 26,5%. Nel cumulato da inizio 2019, le immatricolazioni complessive ammontano a 230.665 unità (-11,8%), con una quota di mercato del 25,3%. I marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) totalizzano nel complesso 51.798 immatricolazioni nel mese (-6,1%), con una quota di mercato del 26,2%. Andamento positivo per il marchio Lancia/Chrysler (+20,1%). Nei primi cinque mesi del 2019, i marchi di FCA totalizzano 228.147 autovetture immatricolate, con un calo del 12,1% e una quota di mercato del 25,1%.
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