Primo bilancio dopo la fusione tra COfidi Friuli e Confidi Pordenone. Erogate garanzie per 80 milioni. Vida: «appello alla Regione per sollecitare il sistema creditizio ad erogare liquidità alle imprese».
Primo bilancio post fusione per Confidi Friuli dopo l’incorporazione di Confidi Pordenone, soggetto che offre garanzie al sistema bancario per facilitare alle imprese l’ottenimento del credito: il 2018 ha chiuso con l’erogazione di 80 milioni di euro, 229 milioni di fidi, 101 milioni di garanzie in essere, 28,3 milioni di patrimonio netto.
Dopo la fusione di Confidi Friuli e Confidi Pordenone si è costituita una realtà con attività finanziarie per oltre 160 milioni di euro. La fusione era mirata anche alla possibilità di operare come Confidi “maggiore”, cioé nel ristretto gruppo con soglia dimensionale fissata a 150 milioni. L’iter per l’inserimento nell’Albo dei Confidi vigilati da Banca d’Italia è partito – hanno annunciato i vertici – e si dovrebbe concretizzare a partire dal 1 gennaio 2020.
Del bilancio si evidenzia la copertura delle partite deteriorate al be una forza patrimoniale di molto superiore a quella di molti vigilati attuali. L’indice di solidità patrimoniale CeT1 Ratio ammonta al 31 dicembre al 36,5%, «con notevoli spazi per futuri investimenti nell’attività di rilascio di garanzie e in operatività accessorie consentite» sottolinea una nota del Confidi che conta attualmente 7.000 soci, il 9% del totale delle imprese attive in regione, escluso il comparto agricolo, e il 12,5% nelle province di Udine e Pordenone.
In conseguenza dell’applicazione di criteri di valutazione dei titoli secondo le norme di contabilità internazionale Ias, il bilancio presenta presunte variazioni negative per 540.000 euro, già in parte recuperate nel primo trimestre 2019con la vendita dei titoli in un contesto positivo di mercato.
Nella sua relazione, il presidente Cristian Vida ha posto l’accento su «l’ottimo rapporto con le banche del territorio, anche in provincia di Pordenone, dove già abbiamo iniziato a lavorare con impegno e risultati. Un territorio – ha aggiunto – nel quale puntiamo a crescere».
Alla Regione, Vida ha rivolto «oltre al ringraziamento per l’attenzione riservata alla patrimonializzazione del sistema Confidi, anche la sollecitazione a condividere con noi percorsi normativi che possano aiutare le banche virtuose e obbligare quelle meno virtuose ad accorgersi che, se continuano a limitare il credito, penalizzeranno il sistema economico e, di conseguenza, pure se stesse».
Un appello raccolto dall’assessore regionale alle attività produttive, Sergio Emidio Bini: «nel primo trimestre del 2019 i dati registrano una nuova contrazione dell’erogazione del credito da parte delle banche anche in Friuli Venezia Giulia e a farne le spese per prime sono sempre le Piccole e medie imprese. Per parte sua la Regione in questi anni ha lavorato affinché il sistema dei Confidi Fvg, virtuoso e eccellenza invidiata a livello nazionale, potesse continuare a aiutare in modo importante il nostro sistema di imprese: nell’ultimo decennio l’amministrazione regionale, a prescindere dal colore politico, ha investito 40 milioni sul sistema dei Confidi e continuerà a farlo”.
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