Elezioni europee 2019: stravince la Lega di Salvini e a NordEst è record

Conquista 7 seggi. Salvini leader incontrastato delle preferenze e sbanca anche la “rossa” Emilia Romagna. La Svp svuota Forza Italia. Crollo del M5s. 

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elezioni europee 2019

Le elezioni europee 2019 si chiudono con il botto della Lega che supera ampiamente il 34% a livello nazionale, con la vetta conquistata proprio nel feudo del NordEst, dove il partito di Matteo Salvini conquista il 41,01% dei consensi, smentendo le previsioni della vigilia che volevano montante una certa disaffezione da parte di cittadini ed imprese per via dell’autonomia che pareva posta sul binario morto, così come le infrastrutture che non arrivano e una tassazione da esproprio legalizzato. Così non è stato e Salvini doppia ampiamente a livello nazionale il risultato del M5s di Luigi Di Maio che ammette una pesante sconfitta e il sorpasso da parte dell’odiato PD, mentre Forza Italia chiude ampiamente sotto la soglia del risultato a due cifreposto come limite per il rilancio del partito azzurro. Bene Fratelli d’Italia che supera la soglia di sbarramento con oltre il 6%. Tagliati fuori tutti gli altri, che non superano la barriera del 4% a livello nazionale.

Tornando al NordEst, la Lega al 41% vale oltre 4 volte il M5s che si ferma al 10,3%, mentre il Pd si ferma ad un buon 23,7%. Male Forza Italia, che incassa solo il 5,8%, ad un’incollatura da un’arrembante Fratelli d’Italia al 5,7%. Insufficienti tutti gli altri perché a livello nazionale non superano la soglia di sbarramento: +Europa al 3,45%, Europa Verde al 3,15%, Svp al 2,44%, La Sinistra all’1,4% e Partito Comunista allo 0,78%, chiudono Animalista allo 0,6%, Popolo della Famiglia (0,46%), Casapound (allo 0,3%), Partito Pirata (0,25%), Popolari (0,2%), Forza Nuova (0,17%), Ppa (0,09%).

Quanto alla ripartizione dei seggi, un primo parziale calcolo, nel collegio del NordEst assegna alla Lega 8-9 seggi, 5 al PD, 3 al M5s, 1 a Fratelli d’Italia e 1 alla Svp (che lo sottrae a Forza Italia che rimane a secco). Record delle preferenze per Matteo Salvini che ha sfiorato il traguardo dei 550.000 voti personali, doppiando così l’ex ministro dem e capolista Pd Carlo Calendache ha comunque portato a casa poco meno di 275.000 preferenze, di cui il grosso viene dal Veneto (120.000) e dall’Emilia Romagna (103.000). A consolazione di Calenda, può comunque vantarsi di aver più che doppiato a sua volta il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che da capolista per il suo partito nel NordEst ha incassato 95.000 voti.

Nella classifica delle preferenze tra leader nazionali, segue Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, con circa 74.000 consensi. Capolista era anche Federico Pizzarotti di +Europa: il sindaco di Parma ha incassato 21.658 preferenze, sufficienti a piazzarsi al secondo posto dietro all’avvocatessa di Bolzano, Renate Holzeisen, con 23.750 voti. Della stessa lista faceva parte anche il critico d’arte Philippe Daverio, che ha preso 13.780 consensi. Tra i Verdi (anche loro sotto la soglia del 4%) buon exploit per l‘inventore di CasaClima, l’altoatesino Norbert Lantschner, primo della lista con quasi 11.300 voti che surclassa sia l’europarlamentareuscente, Marco Affronte con appena 2.000 voti, che l’ex leader nazionale Angelo Bonelli fermo a quota 4.000 voti.

Rispetto ai vari capilista nel collegio NordEst, gli altri candidati a seguire hanno un notevole distacco. In casa Lega, seconda in ordine di preferenze dietro ad un Salvini che rinuncerà al seggo optando per rimanere al Parlamento italiano, è l’europarlamentare vicentina uscente Mara Bizzotto con 94.700 voti, seguita dal segretario veneto Gianantonio Da Re con 43.370 preferenze. A seguire il veronese Paolo Borchia (37.340 voti) e la bolognese Alessandra Basso (25.280).

Nel Pd, dietro Calenda si piazza la co-capolista Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia Romagna, con più di 77.000 preferenze. Rieletti anche l’europarlamentare uscente Paolo De Castro, che ha incassato oltre 52.000 consensi e laveneta Alessandra Moretti (51.000 voti). Falliscono la rielezione invece Cecile Kyenge, che si ferma a 41.700 preferenze, e Isabella De Monte (41.400). Restano poi fuori dal Parlamento europeo l’ex sindaco di Vicenza, Achille Variati (49.800 voti), Laura Puppato (47.900) e l’ex presidente dell’Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston, che porta a casa quasi 42.900 preferenze.

Per quanto riguarda i 5 stelle, ai primi tre posti si piazzano Marco Zullo (15.960 voti), Sabrina Pignedoli (13.680) e Viviana Dal Cin(11.500). Per Forza Italia, dietro a Berlusconi staccatissime figurano tre donne: Irene Pivetti con oltre 9.000 preferenze, Sandra Savino (8.300) e Valentina Castaldini (quasi 6.500 voti), ex portavoce del partito di Angelino Alfano. Al posto di Meloni, per Fratelli d’Italia andrà a Bruxelles il veneto Sergio Berlato

A livello regionale, nel NordEst la Lega è al 49,88% in Veneto, al 42,57% in Friuli Venezia Giulia e al 27,78% in Trentino Alto Adige. Maiuscolo il risultato in Emilia Romagna, dove la Lega diviene il primo partito al 33,77%, ponendo una seria ipoteca per la conquista della Regione alle prossime, imminenti elezioni a fronte di un Pd bloccato al 31% e il M5s a solo il 12%. Scendendo dal livello regionale a quello delle province, il botto della Lega è ancora più evidente: Piacenza (45%), Parma (38%), Modena (33%), Ferrara (quasi 42%), Forlì Cesena (34%) e Rimini (36%). Dalle urne europee è partito una sorta di avviso di sfrattoalla giunta regionale uscente guidata dal Dem Stefano Bonaccini.

Amaro il commento di Elisabetta Gardini, ex eurodeputata azzurra che per questa tornata aveva cavalcato la formazione di Giorgia Meloni, che si leva qualche sassolino delle scarpe scagliandolo sulla dirigenza azzurra nazionale: «la Lega ha confermato le previsioni, mentre Fratelli d’Italia, diciamoci la verità, ha preso il volo ed è solo l’inizio… Il futuro del centrodestra si chiama chiaramente Salvini-Meloni». Gardini è convinta che il voto del 26 maggio ha sancito la nascita di un nuovo asse, quello sovranista, formato da Lega e Fdi, che sarà il perno del nuovo centrodestra senza Silvio Berlusconi e attribuisce ad Antonio Tajani la colpadel flop azzurro: «Lega e Fdi diventeranno la casa degli elettori del centrodestra, mentre confermo che Tajani è stato il becchino di Forza Italia: è dal marzo scorso che continua a sbagliare tutte le candidature».

«Nella circoscrizione di Centro – sottolinea Gardini – Fdi ha superato alla grande Forza Italia. Anche in Veneto, c’è stato il sorpasso. Nel NordEst Fi ha preso zero, perché Tajani lo ha tradito politicamente. Nel NordEst c’è un tessuto di piccole e medie impreseche ha bisogno di essere rappresentato in Europa per esser salvaguardato e adesso ha un rappresentante in meno, perché Tajanil’ha regalato alla minoranza tedesca, ovvero la Svp. Tajani ha fatto proprio un bel regalo alla Merkel, anche se non gli servirà a nulla, perché con questo risultato non conterà nulla, neanche in Europa…».

«A Berlusconi consiglio quello che gli hanno consigliato tutti quelli che gli vogliono bene: liberarsi di tutti questi “tajanoidi” che lo disinformano, lo tradiscono a ogni piè sospinto e anche in Europa marcano le differenze, non lo rappresentano bene» dice Gardiniche a livello personale, anche se ha mancato la rielezione, si dice soddisfatta: «ho fatto un bel risultato, più di 14.000 preferenze. La mia era un’impresa difficile, sono arrivata all’ultimo secondo, lo ripeto, è stato un grande risultato. Sono molto contenta di aver contribuito all’exploit di Giorgia».

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