Il Tribunale di Treviso ha preso atto che l’unica offerta giunta a Pasta Zara per l’acquisto dello stabilimento produttivo di Muggia(Trieste) è stata depositata da Barilla che propone un importo di 118 milioni. Ora tocca al pastificio di Riese Pio X (Treviso), in concordato preventivo, a decidere se accettare o meno l’offerta, mentre l’assemblea dei creditori è fissata per il 24 luglio.
Diventa quindi concreta – osserva Pasta Zara in una nota – la possibilità che lo stabilimento produttivo di Muggia passi a Barilla. Il termine ultimo, previsto dal bando per la presentazione delle buste con le offerte di eventuali terzi interessati, era fissato per le 12 del 23 maggio. Al giudice Antonello Fabbro non sono pervenute altre offerte oltre a quella del gruppo industriale di Parma.
«L’aggiudicatario – precisa la nota – sottoscriverà con Pasta Zara un contratto di produzione a beneficio della società di Riese Pio X per 54 mesi (imballaggio, confezionamento ed etichettatura dei prodotti Zara), con volumi minimi vincolanti decrescenti nel tempo. Ciò garantirà continuità e solidità all’offerta commerciale di Pasta Zara. L’eventuale passaggio a Barilla legato ormai solo all’omologa assicurerà stabilità occupazionale. Tale passaggio inoltre assicurerebbe la possibilità concreta per Pasta Zara di dare esecuzione al piano rispettando gli impegni con i creditori».
«Questo – afferma l’amministratore delegato di Pasta Zara, Angelo Rodolfi – è un passo in avanti importante. Stiamo proseguendo sulla strada indicata dal piano industriale 2019-2024, approvato dal consiglio di amministrazione». E per la famiglia del fondatore Furio Bragagnolo finta nelle peste finanziarie per lo scandalo del fallimento delle banche venete, una consistente boccata d’ossigeno a favore di un gruppo industriale sostanzialmente sano ma in carenza di liquidità.
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