Per Confcommercio Friuli Venezia Giulia l’economia reale manda segnali di sostanziale stabilità, ma la fiducia degli operatori del terziario, che si conferma comparto trainante della Regione, è in flessione ormai da nove mesi.
«Una realtà conseguenza di un quadro politico non chiaramente delineato e molto rissoso, che offre poche sicurezze a commercio, turismo e servizi» ha detto il presidente di Confcommercio Friuli Venezia Giulia, Giovanni Da Pozzo, presentando l’indagine congiunturale dell’Osservatorio Confcommercio sul I trimestre 2019, svolta da Format Research e illustrata dal direttore scientifico della società di ricerca, Pierluigi Ascani. «Si aggiunge – ha proseguito Da Pozzo – un peso della burocrazia e delle tasse tale da far mancare la spinta per avviare una ripresa convincente».
In Regione, secondo l’indagine, si prevede che a fine anno saranno nate 5.708 nuove imprese (4.321 del terziario, 1.387 degli altri settori di attività economica), a fronte di 6.269 cessate (3.975 del terziario, 2.294 degli altri settori di attività economica). Il terziario si conferma come il comparto trainante dell’economia locale: dal 2009 a oggi il tessuto delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi ha tenuto, con un numero di imprese attive sostanzialmente stabile.
Nei primi tre mesi del 2019 si è registrato un calo del clima di fiducia nelle imprese del terziario, in termini di sentiment sull’andamento generale dell’economia italiana, con una previsione di ulteriore leggera flessione in vista del prossimo trimestre. Si conferma più difficile la congiuntura per i piccoli operatori del commercio al dettaglio, mentre nelle imprese del turismo si registra il livello di fiducia più elevato tra gli operatori del terziario.
L’andamento dell’economia reale, seppur con qualche affanno, concorre a determinare un quadro di sostanziale stabilità dal punto di vista dei ricavi (indicatore 43,2 contro il precedente 43,1). Migliora la percezione delle imprese del terziario circa il quadro occupazionale e la previsione per i prossimi 3 mesi conferma l’andamento in atto, mentre è in calo la quota d’imprese che nel I trimestre 2019 ha chiesto un fido, un finanziamento o la rinegoziazione di un fido o di un finanziamento a una banca: il 29% contro il precedente 29,5%.
In fatto di commercio elettronico, sono 319 le imprese che nel 2018 hanno venduto solo online (+211% la variazione annuale). «Su questo fronte – ha sottolineato Da Pozzo – ci preoccupa la disparità di regole con cui operano da un lato il commercio tradizionale, dall’altro il maggiore distributore mondiale online, che gode di particolari e inaccettabili facilitazioni».
L’allarme lanciato dai commercianti è stato subito raccolto dall’assessore regionale alle attività produttive, Sergio Emidio Bini, secondo cui «i dati molto completi e dettagliati di Confcommercio Friuli Venezia Giulia sul terziario regionale ci devono fare riflettere, perché ci mettono davanti a un combinato disposto con da un lato un sentiment dei cittadini e imprenditori non positivo e dall’altro l’economia reale che offre un quadro sostanzialmente diverso. Il sentiment negativo – ha proseguito – non stupisce con questo clima di incertezza a livello politico e strategico a livello nazionale. Finché nel governo non si tornerà a mettere come priorità l’economia e lo sviluppo delle nostre imprese, difficilmente questo sentiment potrà cambiare».
Quanto all’economia reale, Bini ha detto che «il settore del terziario in regione negli ultimi dieci anni ha tenuto, con il turismo che la sta facendo da padrone, e per la Regione sono convinto che questo asset debba rappresentare un driver fondamentale». In questo quadro, la Regione sta invece lavorando a sostegno di quel «95% delle imprese che è rappresentato dalle Pmi, le quali devono assolutamente ammodernarsi». Bini ha segnalato l’impegno dell’amministrazione regionale in termini di «digitalizzazione, credito d’imposta e altre misure per le imprese», sottolineando che l’assessorato alle attività produttive «sta lavorando a norme che riguardano l’agevolazione del commercio dei centri storici e gli alberghi diffusi: non abbiamo la bacchetta magica, ma con le risorse disponibili allocate nel modo giusto si possono fare molte cose».
Sul commercio elettronico, Bini ha affermato di condividere la posizione espressa dal presidente Da Pozzo: «il cambiamento è in atto e non si può certo fermare, ma in questo campo diventa fondamentale la regolamentazione, con norme da rispettare uguali per tutti».
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