Inquinamento da plastica: il bollino sulla frutta danneggia la qualità del compost

Indispensabile rimuoverlo dal frutto prima del consumo, smaltendolo nel sacco della plastica o del secco. Le imprese del settore farebbero meglio ad abbandonare tale pratica. 

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frutticoltura Inquinamento da plastica

Con l’entrata in vigore della nuova legislazione europea che vieta la produzione e il consumo di oggetti per ridurre l’inquinamento da plastica soprattutto nel campo dell’alimentare (bottiglie di plastica, cannucce, piatti usa e getta, ecc.) e dell’igiene della persona (bastoncini di cotton fioc su tutti), ci si dovrebbe interrogare anche sull’abitudine sempre più diffusa di marchiare con un bel bollino di plastica non biodegradabile anche la frutta con la buccia liscia, come mele, pesche, pere, banane, ecc.Inquinamento da plastica

Un bollino che nella logica dei vari consorzi ed aziende del settore serve a valorizzare il proprio marchio e il territorio di provenienza, nonostante che la frutta sia spesso già imballata in padelle o sacchetti di plastica che recano ampiamente marchi, nomi commerciali e territorio di provenienza. Un bollino che finisce per alimentare la catena dei rifiuti plastici se rimosso, ma se non lo si fa, come spesso accade, favorendo l’inquinamento da plastica, danneggiando la qualità del compost che di ottiene dal trattamento dei rifiuti Inquinamento da plasticaorganici, bucce della frutta comprese. Sì, perché il bollino di plastica appiccicato sui vari frutti raramente viene rimosso prima del lavaggio e del successivo consumo, con la buccia o senza, con il risultato di apportare quantitativi di plastica limitati, ma non trascurabili, in un prodotto che dovrebbe essere il più possibile ecologico e sostenibile come il compost organico.Inquinamento da plastica

Di qui l’invito a quei territori e a quei consorzi agricoli che della qualità dell’ambiente fanno uno dei propri valori identitari di abbandonare la prassi di applicare il bollino di plastica su tutti i frutti che consentono tale inutile pratica. Oltre a non pesare sull’ambiente e a non contraddire nei fatti i loro propositi ambientalisti, le aziende possono anche risparmiare da un passaggio che implica anche l’utilizzo di specifici macchinari. Ne guadagnerebbero tutti, dai produttori e consorzi di commercializzazione della frutta, ai territori che terrebbero fede con fatti puntuali a propositi che spesso rimangono solo mere esercitazioni di stile e l’ambiente, meno sovraccaricato di rifiuti difficilmente degradabili. E se proprio non si vuole rinunciare alla marchiatura puntuale di ogni singolo frutto, si scelgano metodi alternativi, come la marchiatura con inchiostri atossici o fascette di carta.

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