Cassa Centrale Banca, decolla la seconda centrale del credito cooperativo nazionale

Intervista al presidente Fracalossi: «siamo vicini alle famiglie e alle PMI e continueremo a supportarli in modo concreto per sostenerne la crescita e lo sviluppo». 

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La sede del Gruppo Cassa Centrale Banca a Trento.

Come sta evolvendo il mondo del credito cooperativo nazionale con l’avvento delle due centrali di settore, Iccrea e Cassa Centrale Banca, alle prese con le sfide di un mercato sempre più competitivo e dinamico, ma anche con la concentrazione del credito con la riduzione degli operatori e con le piccole realtà che lamentano una sempre più marcata contrazione creditizia che s’indirizza principalmente solo verso i grandi gruppi (e grandi debitori, spesso insolventi)? Con Giorgio Fracalossi, presidente del Gruppo Cassa Centrale Banca un primo punto del settore.

Presidente Fracalossi, la Cgia di Mestre ha denunciato nuovamente come il 10% dei soggetti affidati (quasi sempre grandi aziende) catalizzi ben l’80,7% del credito, nonostante sia proprio questa realtà ad essere maggiormente responsabile delle sofferenze (ben il 77,2% del totale). Qual è la politica creditizia di Cassa Centrale Banca e del credito cooperativo ad essa associata?

Il Credito Cooperativo nasce come realtà al servizio delle famiglie e delle piccole medie imprese e il Gruppo Cassa Centrale Banca si inserisce perfettamente nel solco di questa tradizione. Noi siamo profondamente legati ai nostri territori e alle nostre radici. Vogliamo certamente crescere e diventare sempre più competitivi in termini di prodotti e servizi, ma rimarremo ancorati a politiche territoriali e continueremo ad essere punto di riferimento per i nostri clienti “storici”. Grandi operazioni e grandi rischi non fanno parte della nostra cultura e non rappresentano il nostro core business, quindi in termini di politica creditizia proseguiremo mantenendo il focus dell’attività sul nostro target di riferimento, famiglie appunto e PMI.

In Italia la cultura del risparmio è ancora molto arretrata con circa 1.400 miliardi di euro di risparmi privati che non sono investiti per creare nuova ricchezza, tenuti parcheggiati nei conti correnti e depositi a breve. Cosa fa Cassa Centrale Banca per incentivare la cultura dell’investimento e per ridurne il più possibile il rischio, specie per il piccolo risparmiatore?

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Giorgio Fracalossi, presidente Cassa Centrale Banca

Stiamo investendo da molti anni nella gestione del risparmio e nella consulenza ai clienti. Anche la normativa si è evoluta moltissimo. Con l’avvento prima della Mifid, e poi la Mifid2 si vogliono delineare dei profili clienti appropriati, che permettano di individuare investimenti e prodotti che siano coerenti alle aspettative di investimento e ai rendimenti desiderati, proteggendo gli investitori da rischi eccessivi. Oggi Cassa Centrale Banca è in grado di proporre uno spettro molto ampio di prodotti, sia nell’ambito finanziario che assicurativo, mantenendo sempre un approccio prudente e cercando di soddisfare le esigenze della clientela.

Il tessuto economico ed imprenditoriale italiano è formato in grandissima parte delle piccole e medie imprese, una realtà storicamente vicina al mondo del credito cooperativo e alle banche popolari. Quali sono le strategie di Cassa Centrale Banca per garantire l’alimentazione del credito a questo comparto dell’economia nazionale, specie ora con le prime avvisaglie di una rinnovata crisi creditizia per la manifattura?

Cassa Centrale Banca è espressione delle BCC, Casse Rurali e Raiffeisenkasse (Raika), che hanno da sempre avuto come focus il territorio, le famiglie e le piccole e medie realtà imprenditoriali. L’economia di oggi è sempre più competitiva e il nostro obiettivo, pur continuando a favorire politiche di supporto a queste realtà, è di favorirne la crescita e lo sviluppo. Tramite l’erogazione di credito nei confronti delle piccole e medie imprese, vogliamo favorire la loro evoluzione in termini di competenze organizzative, di investimenti tecnologici, e dando loro una reale spinta al progresso. Il mercato cambia in fretta, e per rimanere al passo è necessario inserirsi in un’ottica di crescita e miglioramento.

Come sta evolvendo la vicenda della partecipazione incrociata di Cassa Centrale Banca nel capitale di Iccrea? La quota del 20% capitale sarà alienata oppure mantenuta in vista di future alleanze tra le due centrali del credito cooperativo?

Per quanto concerne la partecipazione di Cassa Centrale Banca in Iccrea – un tema balzato spesso agli onori della cronaca – continuo a confermare la nostra convinzione. È di reciproco interesse che fra i due Gruppi ci siano significativi ambiti di collaborazione. Allo stesso tempo però, per quanto riguarda i limiti azionari imposti da Iccrea – limiti che creano danni al nostro Gruppo e alle nostre banche – tuteleremo in tutti le sedi opportune i nostri diritti.

Quale è il ruolo di Cassa Centrale Banca per la razionalizzazione del credito cooperativo, con tante, troppe piccole aziende che non riescono ad avere una redditività sufficiente?

Il Credito Cooperativo sta cambiando. Basta allontanarsi di pochi anni e pensare al nostro Gruppo. Siamo nati con l’adesione di 122 banche (al 31 dicembre 2016), oggi siamo 84 e arriveremo a 80 il prossimo 01 luglio 2019 per via delle fusioni che stanno interessando le banche nostre socie. Stiamo lavorando per raggiungere i nostri obiettivi. Saremo una capogruppo moderna, strutturata, con ottimi prodotti e servizi in linea con la visione evolutiva del mercato. Dall’altra difenderemo la centralità delle banche di credito cooperativo, di cui il nostro Paese ha estremo bisogno. Sono strumenti straordinari di legame con le persone, di lettura delle esigenze del territorio, di vicinanza alle comunità. Il mercato e il peso normativo sono sempre più pressanti. Per questo le banche di credito cooperativo non dovranno limitarsi ad essere – come qualche decennio fa – soltanto punto di riferimento di paesi o piccole realtà rurali, allargheranno i propri orizzonti e avranno come base più ampie aree e comunità socio economiche. In quest’ottica, s’inseriscono e si giustificano i processi di fusione che stiamo affrontando.

Dal credito ai servizi finanziari. Come si sta attrezzando Cassa Centrale Banca per avere un portafoglio globale di servizi alla propria clientela?

Cassa Centrale Banca, per quanto riguarda i servizi finanziari, da molti anni sta portando avanti un percorso di collegamenti a livello internazionale. I risultati di questi anni dimostrano che direttamente e con la nostra architettura di alleanze a livello globale siamo riusciti a intermediare e quindi gestire un servizio di qualità per le nostre banche e la nostra clientela.

Quali sono i prossimi obiettivi a breve?

Dal primo gennaio siamo un gruppo bancario cooperativo e in questi mesi stiamo accelerando il nostro percorso di organizzazione. La centralità del nostro progetto rimangono le BCC – Casse Rurali – Raika e Gruppo e Capogruppo sono al loro servizio. Allo stesso tempo dobbiamo avere la forza di esercitare in maniera corretta l’obiettivo di spingere le Banche e il Gruppo alla qualità, alla forza, alla solidità. La vera sfida sarà proprio questa. Avere un gruppo bancario moderno, organizzato, con al centro realtà territoriali diverse tra loro che sappiano gestire con attenzione i rapporti con i propri soci e clienti, ma che allo stesso tempo vogliano essere competitive e strutturate. Questa formula permetterà al nostro Gruppo, e al sistema del credito cooperativo nazionale, di vivere una stagione di crescita e di successo.

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