Latte: aumentano i consumi in Cina e Corea del Sud

L’Asia traina la crescita rappresentando il 30% della produzione mondiale. Boom dell’export italiano di latte alimentare. Tira anche l’export dei derivati del latte.

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latte comparto lattiero caseario

Aumento del potere di acquisto e occidentalizzazione degli stili di vita della classe media locale tra le ragioni principali della crescita dei consumi del latte in Oriente che va a controbilanciare la flessione dell’Occidente causata dalla maggiore richiestadi diete che prevedono un basso consumo di grassi e la percezione in aumento delle intolleranze al lattosio.

Secondo i dati anticipati dal Comitato italiano della Federazione Internazionale del LatteFIL/IDF, «la produzione e i consumi del latte dividono il mondo in due – ha detto Luciano Negri, presidente del Comitato FIL-IDF Italia -. L’Asia occupa la prima posizione nel panorama internazionale rappresentando il 30% della produzione globale, seguita dai Paesi dell’Unione europea(28%), il Nord e Centro America (18%) e infine Sud America, Africa e Oceania. A guidare l’ondata positiva dei consumi in Oriente per il settore lattiero-caseario è la Cina, la cui importazione dall’Italia del latte alimentare dal 2017 al 2018 è aumentatadel 47,8%, per un valore economico pari al 35% in più, rispetto all’anno precedente».

«Secondo la Fao, più di 750 milioni di persone nel mondo sono impiegate nella produzione del latte – ha aggiunto Lorenzo Morelli, professore ordinario di Biologia dei microrganismi e direttore del Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza-Cremona – che nel 2018 ha raggiunto 843 milioni di tonnellate, crescendo del 2,2% rispetto al 2017».

Oltre alla già citata Cina, è tutta l’Asia che sta crescendo nei consumi di latte. Anche la Corea del Sud fa registrare un’impennata dell’esportazioni italiane di latte alimentare con una crescita nel 2018 di +88,9%. Export che rappresenta uno dei punti fermi per il settore lattiero-caseario del Belpaese, con un valore economico di 3,1 miliardi di euro, il 3% in più rispetto al 2017, e oltre il 40% della produzione italiana destinata ai mercati mondiali. Le esportazioni di formaggi da sole, nel 2018, hanno superato le 418.000 tonnellate, per 2,7 miliardi di euro. Il settore lattiero-caseario occupa il primo posto nell’agroalimentare con 15,9 miliardi di eurodi fatturato, di cui 3 miliardi provenienti da mercati internazionali.

Nel 2018 l’andamento in Italia è negativo e registra una flessione del volume del 3,8%. Negli ultimi cinque anni la curva degli acquisti domestici di latte ha subito un’incrinatura, causando una riduzione di circa 250.000 tonnellate, riduzione comune a molti mercati europei riconducibile a diversi fattori, tra cui le notizie false e i dibattiti anti latte e, più in generale, contrari ai prodotti di derivazione animale. Nonostante questa flessione, l’Italia si conferma il più importante produttore mondiale di formaggi Dop e Igp, con una produzione superiore alle 530.000 tonnellate, più del doppio di quella francese, che potrebbe crescere ulteriormente se l’azione contro le imitazioni promossa dal ministero dell’Agricoltura, in collaborazione con gli organismi internazionali, fosse più decisa.

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