Green Energy Storage si insedia in Progetto Manifattura con le innovative batterie a flusso

L’azienda produttrice di batterie “organiche” per lo stoccaggio dell’energia, nata tre anni fa e con uno stretto legame con la ricerca, entro fine anno sarà sul mercato con un prodotto sostenibile ed economicamente competitivo. 

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Green Energy Storage

L’energia del futuro sarà sempre più “verde” e ha bisogno di essere immagazzinata: Green Energy Storage risolve queste esigenze con innovative batterie organiche a flusso, economiche e ambientalmente sostenibili, prodotte con materie prime economichee diffuse ovunque con l’obiettivo di scalare la produzione entro i prossimi tre anni abbattendo conseguentemente i costi in modo drastico.

Green Energy Storage ha attivato il primo sito in Progetto Manifattura a Rovereto in Trentino, su una superficie di 650 metri quadrati grazie ad un accordo con Trentino Sviluppo. Qui saranno prodotte le batterie a flusso, basate su materiale organico e biodegradabile, destinate a immagazzinare energia anche per periodi molto lunghi, fino a 15 anni. L’azienda prevede di passare dai 13 dipendenti attuali a 25 entro la fine dell’anno.

Green Energy Storage detiene alcuni brevetti in esclusiva per l’Europa e si accinge a registrarne altri. Il primo modello che sarà lanciato sul mercato consiste in una batteria a flusso da 5 kW di picco, in grado di fornire fino a 5 kWh di energia a un’utenza, è un parallelepipedo della dimensione di due metri per uno. Prossimamente aumenterà la capacità dei suoi prodotti con l’obiettivo di arrivare a regime ad unità da 100 KWh di capacità.

Il business è molto promettente perché sarà sempre più necessario produrre energia da fonti rinnovabili e non inquinanti, a partire dal sole e dal vento, fonti soggette a variabilità, a picchi e flessioni, con la necessità di accumulare l’energia prodotta per quando serve, visto che il sistema elettrico deve essere in equilibrio tra produzione e domanda di energia, pena gravi problemi al sistema elettrico che può causare anche pericolosi black out.

Green Energy Storage è nata nel 2015 e il 50,6% del capitale sociale appartiene alla Skyres srl, della famiglia Pinto di Roma. «Quello dell’energy storage – spiega Salvatore Pinto, ingegnere, fondatore e presidente di Green Energy Storage – è il mercatopiù grande al mondo per i prossimi decenni. Si stima che solo in Europa, fino al 2030, varrà 169 miliardi di euro, 400 miliardi di dollari in tutto il mondo». I primi test di queste speciali batterie sono stati svolti all’Università Tor Vergata di Roma. «Poi abbiamo trovato in Fondazione Bruno Kessler – aggiunge Pinto – un partner competente per la definizione di elettrodi e membrane».

«In Fondazione Bruno Kessler a Povo, azienda e ricercatori hanno lavorato fianco a fianco nello sviluppo della parte ingegneristica, nella validazione, nel testare i singoli componenti e nella continua attività di ricerca per ridurre i costi», spiega Luigi Crema, responsabile dell’Unità di ricerca applicata ai sistemi energetici ARES, composta da una ventina di ricercatori e tecnici, fisici, ingegneri, esperti di software e intelligenza artificiale. «Le competenze di Fbk, le opportunità della Legge 6 della Provincia autonoma di Trento, il supporto territoriale di Trentino Sviluppo – sottolinea Crema – hanno fatto da forte volano attrattivo per questo progetto d’impresa».

«Siamo tra i primi al mondo – prosegue Pinto – ad utilizzare la chimica organica per questi processi: utilizziamo il chinone, molecola carbonica vegetale, ma ottenibile anche con sintesi industriale. L’altro componente è il bromo in forma complessata, un elemento sicuro già utilizzato negli accumulatori zinco-bromo. Le batterie di un cellulare sono a ioni di litio: hanno alte densità, ma anche criticità dovute alla combinazione di elevata potenza ed energia insieme. Nelle batterie a flusso, invece, potenza ed energia sono divise, sono più sicure perché lavorano a temperatura ambiente e sono basate su pompe, elettrodi, membrane, ossidoriduzione e poi accumulo. La scala di riferimento per un loro utilizzo va dalla casa, dal condominio in su, ma saranno utili anche per la mobilità elettrica».Green Energy Storage

Tra le potenzialità più innovative di queste “celle” energetiche c’è l’applicazione dell’intelligenza artificiale: «il futuro prossimo sarà fatto da singoli utenti che possono produrre e suddividere energia, ottimizzandola, persino vendendola al vicino quando sono in ferie», precisa Pinto. Già ora la batteria ha una vita utile di circa 5.000 cicli, vale a dire una quindicina d’anni.

Nel 2017 è partito la prima campagna di crowdfunding per Green Energy Storage, che ha potuto contare su 300 investitori e 1 milione di euro raccolto. Nell’ultimo anno sono stati coinvolti altri 600 soci, molti di loro anche clienti, per un totale di 2 milioni di euro. «Ora la sfida è passare rapidamente alla commercializzazione delle batterie – dice Pintoimplementandoprogressivamente gli ulteriori sviluppi tecnologici che stiamo perseguendo. Uno dei vantaggi di queste batterie è che possono essere aggiornate nel tempo, oltre che rigenerate sul posto tramite la sostituzione dei componenti esausti. Un vantaggio, anche in termini ambientali, non da poco rispetto alle batterie agli ioni di litio. Quanto ai costi, al lancio siamo competitivi con quelle al litio per utilizzo stazionario già commercializzate dai concorrenti, attorno a 600 dollari a KWh, con una prospettiva di scendere sotto i 200 dollari nel 2021 quando la produzione sarà su scala maggiore e con impianti di taglia più grande, fino a 100 KWh che saranno utili sia per la stabilizzazione della rete elettrica con installazioni multiple, ma anche per un utente privato che volesse caricare la batteria della propria auto elettrica».

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