«Il futuro dipende da ciò che facciamo oggi»: è una delle frasi che gli studenti delle scuole tecniche veronesi hanno inciso sui davanzali delle finestre del monolocale costruito grazie al progetto “100+100”, l’ambizioso modello didattico, unico a livello nazionale, che propone un rapporto innovativo tra il mondo dell’istruzione e della formazione professionale, utilizzando inoltre efficacemente lo strumento dell’alternanza scuola-lavoro.
Un percorso innovativo e sperimentale raccontato nel docufilm “Smettiamola di chiamarli sogni, è ora di chiamarli progetti” realizzato da Patrizia Adami e Riccardo Canovai e presentato alla Camera di commercio di Verona a testimonianza di come scuola e impresa hanno saputo rispondere alla responsabilità collettiva della formazione dei giovani, e cioè alla costruzione del futuro.
«Questi sono ragazzi fortunati. Hanno potuto sperimentare subito un approccio diretto e pratico in un progetto che definirei bellissimo: il lavoro di squadra tra scuole ed enti promotori ha messo in contatto il mondo della formazione e dell’educazione con quello del lavoro – ha commentato Federico Sboarina, sindaco di Verona, intervenuto all’evento per un saluto -. Fortuna quindi, ma anche capacità di mettere insieme forze diverse. Il progetto ha il plauso di chi sta parlando, e che rappresenta la città di Verona, e il mio ringraziamento va a tutti coloro che si sono spesi affinché tutto questo potesse arrivare a compimento, a partire dai ragazzi, che lascio con un pensiero: fate quello che vi piace fare nella vita, fate quello per cui vi sentite portati e, soprattutto, fatelo divertendovi».
Nato da un’idea di Ance Verona assieme all’Ente Bilaterale ESEV-CPT, patrocinato dalla Regione Veneto e condiviso dall’Ufficioscolastico territoriale di Verona e dal Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona, il progetto “100+100”, avviato a inizio ottobre 2018, ha creato una vigorosa comunità di apprendimento interdisciplinare in edilizia dando forma, come emerge dal docufilm, a un’esperienza entusiasmante: 140 studenti, guidati da 10 docenti e formatori, si sono messi alla prova in un vero cantiere, ciascuno nell’area di formazione specifica, apprendendo i fondamenti di un’autentica “cultura di filiera”, imparando a parlare un linguaggio comune, a condividere conoscenze e competenze differenti lavorando in un team eterogeneo. Il mondo dell’edilizia, infatti, sta cambiando rapidamente: gli impianti e i metodi costruttivi evolvono in maniera esponenziale e richiedono operatori non solo altamente specializzati, ma anche capaci di una collaborazione fattiva e un dialogo continuo con tutte le altre figure del comparto.
«Credo che con questo progetto sia stata data una risposta a uno dei nodi critici dell’Alternanza Scuola Lavoro – ha dichiarato Augusta Celada, direttore di USR Veneto -. Ciò che la nostra società ci chiede è di integrare un saper fare con un saper essere, di coniugare una profonda sicurezza e conoscenza teorica con le regole della responsabilità e dell’autonomia. Ci si è messi in gioco, autonomamente e in squadra, sia tra studenti, ma anche tra le scuole stesse. La tecnica deve fornire un prodotto valido, per questo bisogna tenere alta l’asticella della qualità e servono progetti che vadano a rinnovare l’attività didattica ordinaria. I ragazzi hanno imparato che la condivisione fornisce il valore aggiunto che a sua volta deriva dal confronto con gli altri. E’ inoltre fondamentale continuare ad imparare anche quando si lavora, così come durante lo studio è importante anche sperimentare concretamente il mestiere».
Sei tra istituti scolastici ad indirizzo tecnico e centri di formazione professionale si sono costituiti in rete, consentendo ai propri studenti di acquisire competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro. Si tratta, oltre ad ESEV-CPT, del Centro di Formazione Professionale CNOS-FAP “San Zeno”, dell’ITS “Cangrande della Scala”, dell’ITT “San Zeno”, dell’IIS “Ferraris Fermi” e dell’ITIS “G. Marconi”.
Tanto entusiasmo anche tra i ragazzi che hanno partecipato al progetto “100+100”, presenti in sala. «Ringrazio tutte le persone che hanno permesso di realizzare questa iniziativa e spero che altri studenti abbiano la stessa opportunità che abbiamo avuto io e i miei compagni» ha dichiarato Leonardo Gemma dell’IIT di San Zeno. «Se dovessi trovare una parola chiave per questo progetto, dico che è stato bellissimo lavorare in compagnia» ha confessato Hisen Zendeli della Scuola Edile ESEV-CPT.
«Questo progetto ha consentito ai ragazzi di imparare le regole sulla sicurezza, di sperimentarle direttamente in cantiere e mi complimento perché hanno saputo osservare le regole anche meglio di tanti imprenditori e operatori del settore – ha detto il presidente di Ance Verona, Carlo Trestini -. La cultura della sicurezza nei posti di lavoro è importante e va acquisita sin dai banchi di scuola. Guardando il docufilm gli studenti mi hanno davvero emozionato: ho capito che questo progetto è stato qualcosa di unico e di innovativo. Ciò che oggi richiede l’edilizia è capire che si deve lavorare in team tra le varie competenze, e questo è il punto di forza del progetto “100+100”».
Nel foyer dell’auditorium della Camera di commercio è stata allestita una mostra fotografica, reportage di tutto il progetto, a cura del fotografo Giorgio Marchiori.
Il progetto “100+100” ha impegnato i giovani in due fasi: la prima è stata dedicata alla progettazione esecutiva, sia edilizia che impiantistica, di un monolocale; la seconda ha visto l’organizzazione di un effettivo cantiere nel laboratorio di ESEV-CPT, dove è stato realizzato il monolocale completo di impianti ad alta efficienza energetica e tecnologica, da parte dei gruppi classe di ogni singola scuola coinvolta. Il percorso ha assunto inoltre una grande importanza anche dal punto di vista della sicurezza: i ragazzi hanno infatti dimostrato non solo di conoscere le regole ma anche di saperle rispettare durante l’iter di realizzazione del monolocale.
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