Dalla devastazione dei secolari boschi dolomitici di Veneto e Trentino, un risorgimento, quello della cattedrale parigina di Notre-Dame pesantemente danneggiata da un furioso incendio che ha distrutto completamente il tetto in legno. La propostal’ha avanzata il deputato bellunese di Forza Italia, Dario Bond che ha rivolto all’ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset, la proposta di utilizzare il legno degli alberi schiantati nel NordEst per realizzare la cattedrale provvisoria nel sagrato antistante l’edificio storico di Notre-Dame devastato dall’incendio, oltre che per la ricostruzione del tetto distrutto.
«Mi sembra una proposta di tipico buon senso montanaro – dice Bond – che potrebbe, da un lato, assicurare l’utilizzo veloce di gran parte del legno che rischia di ammalorarsi rapidamente se lasciato sul posto, dall’altro, costituirebbe un incredibile volano di promozione delle nostre Dolomiti a livello globale». Bond ufficializzerà nei prossimi giorni la proposta con una letteraall’ambasciatore, ma intanto ha già sollevato l’interesse di altri soggetti interessati dal disastro ambientale dello scorso fine ottobre.
Dal Trentino, pure Stefano Dellantonio, operatore dell’Agenzia provinciale delle foreste demaniali, sottolinea come «c’è legnameper costruire più di una Notre-Dame, l’importante è partecipare e donarsi». Secondo Dellantonio «l’importante è fare in fretta, perché oltre la metà dei 3,3 milioni di metri cubi di alberi abbattuti dal maltempo è ancora a terra».
La ricostruzione della cattedrale di Notre-Dame potrebbe essere l’occasione per fare rimanere sul territorio anche parte delle risorse già raccolte per la sua ricostruzione, a titolo d’indennizzo e di ricostruzione del patrimonio arboreo devastato dal maltempo sulle Dolomiti. Grazie al miliardo di euro già raccolto dalle prime donazioni – e altre arriveranno – potrebbe avere un deciso impulso l’industria che realizza pannelli di legno X-Lam che potrebbero trasformare gli alberi schiantati – senza la necessità di tagliarne di quelli ancora in piedi – in pannelli già pronti per essere assemblati sul sagrato per la realizzazione della cattedrale provvisoria (che dovrà servire per almeno i prossimi 5 anni, forse di più), oltre alle strutture per il rifacimento del tetto. In questo campo, l’industria del legno lamellare del NordEst ha una vasta esperienza nella realizzazione di strutture anche molto impegnative e il legno lamellare sarebbe la migliore garanzia contro i futuri disastri, sia per la sua resistenza al fuoco che per la sua leggerezza ed elasticità nel caso di terremoti.
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