Marco Michielli è stato rieletto, per il sesto mandato biennale consecutivo, alla guida di Confturismo Veneto, la più rappresentativa Confederazione delle imprese turistiche, in quella che è la regione più turistica d’Italia. Il Consiglio generale di Confturismo Veneto, riunito a Mestre, ha rinnovato fino al 2020 la propria fiducia al presidente uscente, in carica ininterrottamente dal 2007.
Laureato in giurisprudenza, Michielli è nato a Padova il 16 dicembre del 1956. Manager e imprenditore turistico, è anche vicepresidente nazionale di Confturismo e di Federalberghi, sostenitore della bellezza e della difesa del paesaggio come “conditio sine qua non” della vocazione turistica di un territorio ed elemento prioritario nella scelta dei turisti.
A poche settimane dalla pubblicazione dei dati regionali sull’andamento del settore in Veneto, Michielli ne sottolinea il ruolo trainante, convinto che la «ripresa debba necessariamente partire dal turismo, l’unico settore ad aver “tenuto”, crescendo in alcuni casi, in questo lungo periodo di crisi economica. Non è una ragione per fermarsi – dice Michielli –. Anzi, dopo anni di turbolenze interne, i Paesi nordafricani, come ad esempio l’Egitto, che sono tra i nostri competitor, hanno disinserito il freno a mano e stanno già ingranando la marcia per attingere ai nostri bacini. Dobbiamo invertire questa tendenza rinforzando la nostra proposta».
Michielli lancia quattro parole chiave del suo nuovo mandato: «sostenibilità, innovazione, autonomia, rispetto delle regole. La sostenibilità è una strada obbligata perché nessun turista vorrebbe trascorrere le proprie vacanze in mezzo al cemento, tra mari inquinati o respirando smog. L’innovazione comincia sui banchi di scuola: dobbiamo investire sulle nuove generazioni e far leva sulla loro dimestichezza con il digitale. Dovremmo inoltre poter disporre di una parte delle risorse prodotte sul territorio per reinvestirle (anche) nel settore turistico. Bisognerebbe inoltre dare la volata finale al cosiddetto “codice degli alloggi” destinati agli affitti turistici per contrastare l’abusivismo, incrementare le entrate nelle casse pubbliche, e consentire a chi è onesto di operare in un regime di concorrenza leale (e reale)».
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