Per il rinnovo della concessione A22 il dado è tratto: «siamo a un metro dal traguardo» ha detto il ministro alle Infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli, subito dopo l’incontro con il presidente della Regione Trentino Alto Adige (e maggiore azionista singolo di A22 con oltre il 32% del capitale), Arno Kompatscher, riguardo alla trattativa per il rilascio della concessione A22.
Kompatscher si è recato a Roma subito dopo la riunione a Trento dei soci pubblici territoriali di A22, nella quale si è discusso della futura concessione della tratta autostradale Brennero-Modena a favore di una società interamente pubblica partecipata dagli stessi enti territoriali, dopo i mal di pacia sollevati dai soci “meridionali” i quali si vedevano penalizzati nel piano delle opere pubbliche a favore del territorio e nella gestione della società con un consiglio di amministrazione ridotto dagli attuali 14 a soli 5 posti.
«Nell’affrontare la discussione con i soci – dice Kompastcher – sono stati anche riconosciuti gli importanti passi avanti fatti in questi mesi, sia sul piano tecnico che su quello politico». Il presidente ha posto l’attenzione in particolare sull’obiettivo generale e strategico dell’accordo di cooperazione, «che non è solamente quello di gestire in maniera efficace, innovativa e prospettica la tratta autostradale, bensì quello di svilupparla come infrastruttura moderna, in maniera integrata e in una logica di corridoio» in sinergia con la linea ferroviaria.
La peculiarità della concessione A22, ha ribadito Kompatscher, sta proprio in questo. In quest’ottica, tra le proposte avanzate dal governatore vi è l’introduzione di un pedaggio ambientale per il solo traffico merci pesanti, soprattutto per i mezzi più inquinanti di classi Euro 5 ed inferiori, «grazie al quale si potrebbero finanziare tutte quelle opere complementari all’asse autostradale in grado di incentivare la mobilità sostenibile, contribuire a salvaguardare l’ambiente, migliorare la qualità di vita dei cittadini e favorire l’intermodalità e il trasferimento del traffico merci dalla gomma alla rotaia». In questo modo, si potrebbero reinserire nel Piano economico finanziario i 350 milioni di euro per gli investimenti collegati al corridoio del Brennero (l’interporto di Isola della Scala, l’aumento di capitale per la Cispadana, il porto fluviale di Valdaro e il potenziamento dell’interporto di Trento) a oggi non previsti dal ministero. La possibilità di istituire un sovrapprezzo di carattere ambientale sul pedaggio è prevista da una direttiva europea che, però, in Italia non è stata ancora recepita. Il Mit dovrebbe autorizzare l’innalzamento del costo chilometrico di pedaggio nella tratta ambientalmente più delicata, quella tra Affi e il Brennero, dagli attuali 18 centesimi ad almeno 25-30. In questo modo, in circa 5-6 anni si otterrebbe un gettito di circa 350 milioni di euro che potrebbero finanziare le opere sul territorio. Opere che dovrebbero essere realizzate direttamente dallo Stato perché l’extracosto non può venire incassato da A22 ma dall’erario, con ulteriore complicazione nella gestione degli interventi.
Sempre i soci della tratta Sud di A22 «hanno manifestato la loro contrarietà alla previsione della riduzione del consiglio di amministrazione a 5 membri come previsto dalla legge Madia – evidenzia il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti-. Chiederanno di modificare la legge regionale per consentire il mantenimento del cda a 14 almeno in questa fase, salvo poi riadattarlo una volta chiusa la partita della concessione».
Altro nodo nel rinnovo della concessione A22 è la gestione e il ruolo del comitato di indirizzo e coordinamento: raggiunta l’intesa sulla nomina condivisa del presidente, i soci di A22 hanno dato mandato a Kompatscher di prevedere che i componenti di nomina governativa siano dirigenti di prima o di seconda fascia, in modo tale che il Cic diventi una forma anticipata e un elemento integrativo di tutti i poteri del concedente. Al posto del «gradimento» inserito nella bozza proposta dal Mit riguardo i componenti del consiglio di amministrazione, i soci pubblici hanno chiesto una verifica dei requisiti di legge.
«E’ stato un incontro positivo nel quale abbiamo esplicitato le ragioni della nostra lettera. Abbiamo convinto Trento e Bolzano del ruolo che i territori e i soci fondatori di A22 devono avere nella gestione della società» ha detto il sindaco di Verona, Federico Sboarina, al termine dell’incontro a Trento con i soci pubblici dell’autostrada A22. «Questo – ha spiegato Sboarina – nell’ottica di garantire gli investimenti in infrastrutture destinati alle province attraversate. Per noi questo punto è propedeutico e pregiudiziale alla sottoscrizione di qualsiasi accordo con il ministero della Infrastrutture e dei trasporti, nella trattativa per la concessione».
Le richieste dei soci sono state presentati a Toninelli da Kompatscher: il ministro si è mostrato molto disponibile e ricettivo, contrariamente agli ultimatum minacciati nei giorni scorsi, in particolare sul tema dell’introduzione di un pedaggio ambientale. L’incontro ha rappresentato un ulteriore avvicinamento tra le parti e un notevole passo avanti ai fini della sottoscrizione dell’Accordo di cooperazione e dell’affidamento della concessione.
Ora serve individuare persone capaci e competenti che siano in grado di gestire bene l’A22 e che abbiamo anche una chiara visione industriale della missione della concessionaria, attuando quegli investimenti attesi da tempo degli utenti del principale valico internazionale verso Nord dell’Italia. Nomina su cui è già scattata la bega tra un Alto Adige che non vuole mollare la poltrona di amministratore delegato e un Trentino che invece vuole il rispetto della regola dell’alternanza tra le cariche di presidente e di amministratore delegato dove quest’ultimo ha fino ad ora avuto in mano il reale potere di gestione. Fugatti pare deciso a rivendicare al Trentino il ruolo, cosa che forse Kompatscher potrebbe anche concedere in cambio di un rafforzamento delle competenze in capo al presidente.
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