La candidatura di Milano-Cortina ha iniziato la corsa alle Olimpiadi invernali 2026 per arrivare al traguardo del 24 giugno a Losanna, davanti all’accoppiata svedese Stoccolma-Are. A Venezia è giunta la delegazione del Cio, guidata dal romeno Octavian Morariu, e accolta in aeroporto dallo slogan per la competizione, con la frase “Sognando insieme”.
Primo impegno con gli incontri istituzionali, con il dossier per i Giochi italiani in stile ecologico e sostenibile presentato da tempo e già in mano agli uomini del Cio. Martedì visita alle piste e impianti con un lungo tour che si chiuderà con una cena di gala a Milano dove, se la Candidatura Milano-Cortina vincerà, si dovrebbe tenere la cerimonia di apertura, magari nel nuovo stadio a sostituire il “vecchio” Meazza, mentre il testimone per la chiusura dovrebbe passare in mano a Verona, in quell’Arena romana che è tra le più suggestive del mondo.
Ad aiutare la corsa italiana c’è la presa di posizione del Governo che, dopo l’ostracismo nell’assicurare finanziamenti, ora, parola del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Giancarlo Giorgetti, farà arrivare fondi per circa un’ottantinadi milioni di euro, in linea con lo stanziamento assicurato a Torino per le finali del torneo di tennis ATP. La firma del premier Giuseppe Conte sul finanziamento è prevista per venerdì prossimo, mentre «ora firmiamo l’accordo tra enti locali e Governo – ha detto Giorgetti – per cui ci sono tutte le condizioni per poter fare l’ultimo sprint».
Nel segno delle richieste dell’Agenda olimpica 2020, richiamata da Morariu, l’impegno governativo per Giorgetti «riguarderà quelle opere necessarie, anche sul fronte disabilità, sia nello sport che nelle infrastrutture che hanno ragione di essere anche a Giochi conclusi».
Da parte sua, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha ribadito che «siamo fieri ed orgogliosi di questo progetto, nel suo sviluppo e della strada che ci porterà a Losanna». Il padrone di casa, Luca Zaia, ha fatto gli onori in romeno in onore di Morariu, poi è passato al sodo: «ci crediamo fino in fondo – ha detto -; si dice che si corre per partecipare, ma noi corriamo anche per vincere. Abbiamo preparato un bel dossier, abbiamo il fregio dell’Unesco, tre regioni assieme, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige, uno ski-hub eccezionale e poi abbiamo la neve e il sole» ha chiuso ironico ma senza fare riferimento agli ultimi mondiali di Are.
Infine sulla discussa, per i costi, pista di bob a Cortina il problema è stato risolto facendola diventare Centro federale anche per slittino e skeleton. «Cortina è diventata famosa – ha concluso il sindaco della cittadina dolomitica, Gianpietro Ghedina – con le Olimpiadi invernali del 1956, noi vogliamo continuare quella tradizione».
Ad Anterselva, la commissione del Cio è giunta poco prima di mezzogiorno, accolta dal presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher. «Se l’Italia otterrà l’organizzazione delle Olimpiadi invernali 2026, siamo pronti a fare la nostra parte affinché la parola d’ordine dei Giochi, buona parte dei quali si potrebbero disputare nel cuore delle Dolomiti patrimonio UNESCO, sia la sostenibilità» ha detto Kompatscher al termine della visita all’Arena Alto Adige, ovvero lo stadio del biathlon di Anterselva.
Ad accompagnare la delegazione Cio, oltre a Kompatscher e Malagò, anche il sindaco di Anterselva, Thomas Schuster, e il presidente del comitato organizzatore dei Mondiali 2020, Lorenz Leitgeb. «La commissione è rimasta molto colpita dallo straordinario know-how di Anterselva – ha detto Malagò – che non a caso ha ottenuto l’organizzazione dei Mondiali di biathlon del prossimo anno. Nonostante il livello della struttura sia altissimo, qua si continua ad investire per migliorare. Siamo ottimisti, ma la strada verso le Olimpiadi 2026 è ancora lunga».
Nel pomeriggio, la delegazione del Cio si è recata in Trentino a visitare lo stadio del ghiaccio di Miola di Piné e ai trampolini di salto di Predazzo.
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