“Sblocca cantieri”, secondo Ance Modena «misure deludenti e poca trasparenza»

Grisendi: «non emerge la decisione di dare una svolta positiva al settore con regole chiare e procedure trasparenti e veloci. Non si può accettare il ritorno del massimo ribasso negli appalti». 

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Sandro Grisendi presidente Ance Modena

Secondo Ance Modena milioni di euro di finanziamenti e investimenti pronti per essere usati bloccati dalla burocrazia; normative, come il Codice degli appalti, che ostacolano, invece di regolare positivamente l’attività delle pubbliche amministrazioni e i rapporti con le imprese del settore. Sono solo due esempi della gravissima situazione in cui versa il Paese. E sul fronte provinciale non si può non ricordare le numerose opere ferme che in queste settimane sono state protagoniste sui media, «a cominciare dalla bretella Campogalliano-Sassuolo, che ci auguriamo abbia ottenuto la definitiva approvazione ministeriale consentendone il via ai lavori, ed alla Cispadana per la quale speriamo la Regione, competente in materia, provveda a concludere l’iter autorizzativo consentendo l’avvio del cantiere» afferma il presidente di Ance Modena, Sandro Grisendi.

Gli imprenditori del settore edile hanno chiesto, a più riprese, un atto di coraggio per sbloccare questa situazione a Modena come nel resto dell’Italia e Ance nazionale ha da tempo proposto al Governo un pacchetto di norme efficaci per sbloccare veramente i cantieri, senza arretrare di un passo in fatto di trasparenza e legalità.

Ma dal testo del decreto “Sbloccacantieri” non emergono atti rivolti a cambiare realmente pagina, introducendo regole chiare e procedure veloci e trasparenti. «Di fronte alle richieste di Ance di semplificare le procedure a monte, non possiamo che esprimere forte preoccupazione per le risposte che stanno emergendo – sostiene Grisendi -. Sconcerta avvertire il ricorso a commissari dotati di ampi poteri di deroga al Codice; e ancora di più sconcerta vedere riapparire il massimo ribasso comesistema di aggiudicazione degli appalti, nemmeno attenuato dall’esclusione automatica dell’offerta anomala. Il massimo ribasso era stato accantonato da decenni, proprio perché consente la corsa alla irregolarità, al lavoro nero, al malaffare».

Nemmeno, però, «può essere accettato – a giudizio di Ance Modena – il sistema dell’esclusione automatica dell’offertaanomala, tanto più se diffusa a significativi importi a base di appalto, perché significherebbe, in Italia, estenderli alla grandissima maggioranza degli appalti pubblici, visto che la maggior parte di essi è inferiore al milione di euro. L’esclusione automatica dell’offerta anomala è una procedura di aggiudicazione di per sé negativa – ribadisce Grisendiperché vengono favorite lescatole vuote, create ad arte, mentre danneggia l’imprenditoria strutturata e qualificata».

«Con questo sistema – continua Grisendi – l’aggiudicazione viene rimandata al caso. Come si può accettare che le aziende, che sul mercato ci sono onestamente, investendo e creando occupazione, vengano distrutte da meccanismi di casualità? Il mondo delle costruzioni deve essere qualificato, non si può lasciare spazio a logiche che di fatto premiano imprese che non rispettano gli impegni, verso i clienti, i fornitori, i dipendenti».

Oltre alle norme sulle opere pubbliche, Ance Modena chiede al più presto un altro intervento a favore del settore: un pacchetto dimisure urbanistiche, edilizie e fiscali per rilanciare la rigenerazione urbana.

Ance auspica che nelle prossime ore ci sia spazio per migliorare le misure ed evitare di sprecare un’occasione importante come quella del decreto Sbloccacantieri. Le misure richieste da Ance sono essenziali per invertire una tendenza che ha visto, in dieci anni, scomparire in Italia 120.000 imprese e 620.000 posti di lavoro.

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