Accordi Italia-Cina ricadute positive sul porto di Trieste

Sottoscritti accordi commerciali dal valore fino a 20 miliardi di euro di controvalore. D'Agostino: «spinta al “Made in Italy”. Si potenzia la logistica, supporto all'export delle Pmi». 

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Il presidente dell'Autorità si sistema Porto di Trieste, Zeno D'Agostino e il presidente di CCCC, Song Hailang

Il valore “potenziale” dei dieci accordi commerciali che firmati a Roma a Villa Madama nell’ambito degli accordi Italia-Cina sulla “Via della Setaammonta ad un valore di circa 20 miliardi di euro. La cifra si riferisce al valore delle intese italo-cinesi includendo il suo effetto “volano” dal punto di vista economico.

Tra gli accordi Italia-Cina firmati, particolare interesse per il NordEst riguarda quello che coinvolge l’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico orientalePorti di Trieste e Monfalcone e China Communications Construction Company (CCCC). «Con questo accordo puntiamo ad organizzare la logistica in uscita dal porto. Il nostro impegno è supportare le esportazioni in Cina e nel Far East delle nostre Pmi, che non hanno le dimensioni per affrontare questo tipo di investimenti – ha commentato il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Zeno D’Agostino -. L’Autorità di Sistema è a disposizione delle imprese italiane per sviluppare in Cina piattaforme logistiche e portuali che permettano al “Made in Italy” di raggiungere i flussi commerciali verso questo grande mercato in espansione».

L’accordo che D’Agostino ha siglato con il leader di CCCC, Song Hailang, sancisce di fatto l’ingresso del porto di Trieste nella cornice della “Belt and Road Initiative” e «permetterà l’accrescimento dell’influenza del porto di Trieste in Europa centrale e nei mercati marittimi cinesi, consentirà all’Autorità di Sistema portuale di esplorare nuove opportunità collegate al progetto di CCCC per la gestione e la costruzione del grande terminal intermodale di Kosice (Slovacchia)». L’accordo «permetterà a entrambi i firmatari di valutare collaborazioni per progetti logistico-industriali in Cina con lo scopo di facilitare i flussi logistici e il commercio».

La parte riguardante in particolare l’infrastruttura ferroviaria triestina, interessa, secondo D’Agostino, anche le «nuove stazioni di Servola e Aquilinia, rientranti nel progetto “Trihub”, il piano integrato di rinforzo del sistema infrastrutturale ferroviario nell’area fra Cervignano del Friuli, Villa Opicina e Trieste, sviluppato in collaborazione con il gestore della rete ferroviaria italiana RFI».

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