Un’alimentazione che comprende i prodotti lattiero caseari è la più benefica per la salute ossea: la conferma arriva da una recente revisione sistematica e meta-analisi condotta da un team di biochimici dell’Università di Perugia e pubblicata su “Advances in Nutrition”, la rivista dell’American Society of Nutrition. Gli autori dello studio hanno valutato e incrociato le conclusioni di 20 studi internazionali incentrati sul rapporto tra tipo di alimentazione e due valori-chiave per misurare la salute delle ossa: la densità minerale ossea e le fratture collegate all’osteoporosi.
La conclusione è stata netta: dei tre stili alimentari identificati negli studi (salutistico, consumo giornaliero di latte e derivati e consumo preponderante di carne), quello caratterizzato dal consumo raccomandato di prodotti lattiero caseari è risultato il più efficace nel ridurre il rischio di bassa densità ossea e di fratture confermando così il ruolo dei prodotti lattiero-caseari nel favorire la salute dell’osso, di cui favoriscono la densità e aumentano la calcificazione, a cui apportano benefici ad ampio raggio grazie a una “squadra” di composti “amici delle ossa”. Il primo è il calcio, presente nei prodotti lattiero-caseari in elevate quantità, in una forma di alta qualità (perché facilmente assimilabile, a differenza di quello contenuto nei prodotti vegetali) e a basso costo economico ed energetico.
130 grammi di mandorle forniscono la stessa quantità di calcio (312 mg) di 2 porzioni di latte (pari a 250 ml, ossia due bicchieri), ma apportano 8 volte più calorie (783 contro le 90 di due bicchieri di latte) e costano circa 10 volte di più. Nel latte, inoltre, il calcio è accompagnato da fosforo, magnesio e potassio. Non c’è dunque alcuna ragione per rinunciare al latte e, anzi, ci sono tanti buoni motivi per consumarne le 2 porzioni giornaliere consigliate dagli esperti visto che si tratta del modo più sano e naturale per “accumulare” ossa nel corso della vita e prevenire l’osteoporosi nella terza età.
Assolatte sottolinea come in Italia i consumi medi siano ancora lontani da questo obiettivo. I bassi consumi di prodotti lattiero caseari che caratterizzano l’Italia (dove si raggiunge appena 1/3 delle dosi giornaliere raccomandate) e la tendenza a ridurli determinano un’insufficiente apporto di calcio (soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione, come bambini e ragazzi). Una situazione grave e sottovalutata che rappresenta un grande fattore di rischio per la salute pubblica perché predispone gli italiani a un maggior rischio di osteoporosi e di fratture ossee. E aumenta anche il rischio di altre malattie, come il cancro al colon.
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