Sul rinnovo della concessione A22 tramite il meccanismo “in house” arriva la frenata da parte del ministro Danilo Toninelli, che in una lunga nota lamenta come dai soci pubblici interessati sia arrivato «un nuovo piano economico-finanziario ed il correlato piano finanziario regolatorio che smentiscono tutti i passi avanti fatti finora» scrive il ministro delle infrastrutture e trasporti, aggiungendo che il ministero «auspica che si possa tornare a ragionare con le parti in causa, con i presupposti a cui sembrava si fosse di comune accordo arrivati, su una concessione totalmente “in house”». Ma se così non fosse, il Mit sarà obbligato «ad avviare le procedure di gara per il nuovo concessionario».
«Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in questi mesi, ha lavorato duramente e lungamente, anche in dialogo con la Commissione europea e in stretta collaborazione con gli enti pubblici interessati, per garantire che la concessione A22 rimanesse in mano pubblica, e, anzi, fosse affidata a una in house al 100% per ulteriori 30 anni» spiega Toninelli, sottolineando che «sono stati, questi, mesi di trattative e di incontri con le parti interessate, in cui il ministero ha messo in campo ogni sforzo per raggiungere un obiettivo oggettivamente preferibile per la collettività: affidare la gestione dell’Autostrada del Brennero agli enti locali, reinvestire gli utili sul territorio e garantire pedaggi più bassi».
Toninelli esterna il suo rammarico per lo stallo della trattativa: «è dunque con rammarico che si rileva come sia da ultimo arrivato dai soci pubblici interessati un nuovo piano economico-finanziario ed il correlato piano finanziario regolatorio che smentiscono tutti i passi avanti fatti finora. Un Pef e un Pfr che l’Autorità dei trasporti, in una nota trasmessa al ministero, sottolinea essere in contrasto con quanto affermato dalla Regione Trentino Alto Adige nel documento dell’11 marzo 2019 e non conformi alle regole della stessa Autorità».
«Peraltro, nell’ultimo Pef presentato, il fabbisogno finanziario totale, come fa rilevare anche Art, è stato calcolato anche includendo ulteriori, rilevanti ed inediti impegni finanziari, che hanno come impatto l’impossibilità di assicurare la bancabilità del Pef stesso e, come tale, esso è inaccettabile da parte del Mit – continua l’esternazione del ministro da Soresina -. Inoltre il nuovo piano finanziario inviato dagli enti pubblici territoriali prevede una drastica riduzione del futuro livello di traffico, che incide negativamente sulla tariffa di pedaggi, determinando un maggiore costo a carico degli utenti finali. Vanificando, dunque, una delle finalità prioritarie dell’accordo, teso a ridurre l’onere a carico della collettività». Non solo: «in aggiunta, strumentalmente, la Regione Trentino Alto Adige, con lettera del 13 marzo scorso, ha riproposto modifiche all’articolato convenzionale, in merito al ruolo del Comitato di indirizzo e di coordinamento, incompatibili con le prescrizioni formulate in merito dalla Commissione europea» aggiunge Toninelliche conclude con l’anatema che se non si riuscirà a tornare a ragionare con le parti in causa «la direzione preposta del Mitsarà obbligata, per non incorrere in una procedura di infrazione comunitaria, ad avviare le procedure di gara per l’individuazionedel nuovo concessionario». Sarebbe da dire che l’ora della gara europea è in ritardo da ben 4 anni.
Reazioni all’insegna del gettare acqua sul sacro fuoco toninelliano: per il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, «la nostra volontà è continuare a dialogare per cercare di chiudere le partite rimaste aperte per il rinnovo della concessione A22. Abbiamo preso atto della volontà e della serietà con cui il ministero si è mosso alla ricerca di una soluzione. Non dobbiamo interrompere questo percorso e per questo vogliamo ribadire la nostra disponibilità a proseguire le trattative, consapevoli delle esigenze rappresentate dal MIT, ma al tempo stesso avendo a cuore quelle altrettanto legittime espresse dai territori che siamo chiamati a rappresentare».
Allo stato, la soluzione migliore per il rinnovo della concessione A22 è di mollare tutto e andare a gara europea, utilizzando le riscorse accumulate da Autobrennero per piazzarsi in posizione di vantaggio rispetto ad altri concorrenti. Di sicuro, al vertice di Autobrennero servono nuovi amministratori più capaci e meno legati alla politica, con una visione di lungo respiro e una strategia di sviluppo dell’arteriaallargata al corridoio del Brennero.
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