Emilia Romagna: artigianato a due facce

La produzione artigiana nell’industria conferma la tendenza negativa e si riduce dello 0,6% entrando in recessione. Al contrario, il volume d’affari delle imprese artigiane delle costruzioni sale dell’1,7%. Si aggrava la perdita di imprese artigiane. 

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La fotografia scattata dall’indagine sulla congiuntura dell’artigianato realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia Romagna evidenzia una recessione per l’industria e un rafforzamento della ripresa nelle costruzioni.

Nel quarto trimestre 2018, la produzione industriale si è ridotta dello 0,6% rispetto al corrispondente trimestre del 2017, confermando la tendenza negativa del terzo trimestre che ha interrotto la fase di espansione avviata dal secondo trimestre 2016. La crescita del fatturato a prezzi correnti ha subito uno stop analogo (-0,2%), con un andamento più pesante del fatturato estero. Una nota di ulteriore cautela per il futuro deriva dalla più ampia flessione dell’acquisizione ordini (-0,9%), che ha caratterizzato anche gli ordini esteri. Il 2018. L’artigianato manifatturiero ha perso la via della crescita nel 2018, nuovamente ridottasi allo “zero virgola”, che chiude con un aumento della produzione dello 0,3%. L’analoga crescita del fatturato non è stata sostenuta dalle vendite all’estero (+0,2%), mentre il risultato leggermente inferiore degli ordini ha avuto un contenuto supporto della componente estera (+0,6%).

Continua, lievemente più ampia, l’emorragia delle imprese artigiane attive nell’industria in senso stretto, che a fine anno erano 28.004, in flessione dell’1,6%, ovvero 450 imprese in meno, rispetto a un anno prima. Ancora una volta, a livello nazionale la perdita è stata più ampia (2,0%). La tendenza negativa domina tutti i macro-settori considerati dalla congiuntura e è determinata soprattutto dalla flessione delle imprese dell’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche e delle altre industrie manifatturiere. Per forma giuridica deriva dalla sensibile riduzione delle società di persone e delle ditte individuali, nonostante l’aumento delle società di capitale.

Al di là delle oscillazioni, si rafforza la tendenza positiva del settore edile in corso dal secondo trimestre 2017. Tra ottobre e dicembre il volume d’affari a prezzi correnti delle imprese artigiane del settore è aumentato dell’1,7% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il movimento appare lievemente più contenuto rispetto all’incremento del 2,0% riferito al complesso delle costruzioni regionali. Il 2018. Grazie alla tendenza positiva che ha caratterizzato tutti i trimestri dell’anno, il 2018 si è chiuso con un aumento dell’1,6% del volume d’affari a prezzi correnti delle imprese artigiane delle costruzioni.

A fine dicembre 2018, le imprese artigiane attive nelle costruzioni erano 50.997, quindi 964 in meno (-1,9%) rispetto a un anno prima, una riduzione più ampia di quella riferita al trimestre precedente, lievemente inferiore a quella dell’artigianato delle costruzioni nazionale (-1,7%), ma più pesante di quella dell’insieme delle costruzioni regionali (-1,1%). La flessione risultata più rapida per le imprese attive nella costruzione di edifici, ma più ampia per quelle che eseguono lavori di costruzione specializzati. Secondo la forma giuridica è derivata soprattutto dalle ditte individuali, nonostante l’aumento delle società di capitale.

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