Pensioni: boom della spesa (+63 miliardi) nel triennio 2019-2021

Allarme di Unimpresa sulla tenuta dei conti pubblici. Ferrara: «la riforma di “Quota 100” difficilmente avrà effetti tangibili sull’occupazione, mentre sono una certezza i maggiori costi per la collettività». 

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E’ destinata a salire di quasi 63 miliardi di euro la spesa pubblica per le pensioni in Italia nel triennio 2019-2021. Un aumentoche lascerà la Penisola in cima alla classifica dei paesi con il maggior rapporto tra spesa previdenziale e Pil della media Ocse(7,5%).

Sui conti pubblici italiani le uscite destinate agli assegni pensionistici si sono attestate a 263 miliardi nel 2017 e a 269 miliardinel 2018; nei prossimi tre anni tale voce salirà a 281 miliardi, 290 miliardi e 298 miliardi. Questi i dati principali di un’analisi del Centro studi di Unimpresa secondo cui il totale della spesa previdenziale (pensioni e prestazioni sociali) crescerà di oltre 92miliardi nel prossimo triennio.

«Abbiamo da anni un sostanziale squilibrio nei nostri conti pubblici per quanto riguarda la spesa previdenziale: pesano scelte scellerate degli scorsi decenni, in particolare le cosiddette baby pensioni; ma pesano anche le mancate riforme per la crescita economica, che hanno fermato la dinamica positiva del Pil – commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara -. Abbiamo anche qualche perplessità in merito alla recente riforma Quota 100 e sul fatto che sia capace di incrementare l’occupazione con una sorta di ricambio generazionale: per ora l’unica certezza è il maggior costo a carico della collettività».

Secondo l’analisi di Unimpresa basata su dati della Ragioneria generale dello Stato, la spesa per le pensioni salirà di 62,9 miliardi nel triennio 2019-2021 rispetto al 2018: lo scorso anno gli assegnipensionistici” in senso stretto hanno pesato per 269,2 miliardi sul bilancio dello Stato, cifra che salirà a 281,4 miliardi nel 2019, a 290,3 miliardi nel 2020 e a 298,7 miliardi nel 2021. Per quanto riguarda le altre prestazioni sociali e assistenziali, la spesa si è attestata a 80,5 miliardi nel 2018, salirà a 88,8 miliardi nel 2019, a 90,3 miliardi nel 2020 e a 91,9 miliardi nel 2021: nel triennio 2019-2021 l’aggravio totale sarà di 29,4 miliardi. Complessivamente, considerando pensioni e prestazioni sociali, la spesa salirà di 92,3 miliardi tra il 2019 e il 2021: dai 349 miliardi del 2018, ai 370,2 miliardi del 2019, ai 380,7 miliardi del 2020 e ai 390,6 miliardi nel 2021.

In rapporto al Pil la spesa per le pensioni in Italia si è attestata al 15,3% nel 2017 ed è leggermente calata al 15,2% lo scorso anno: da quest’anno e fino al 2021, il rapporto salirà stabilmente al 15,4%. Quanto al confronto internazionale, spende più dell’Italia, in percentuale al Pil, solo la Grecia (16,9%). Tutti gli altri membri dell’Ocse (media 7,5%) sono più virtuosi del Belpaese: Francia 13,9%, Portogallo 13,3%, Austria 13,3%, Finlandia 11,4%, Slovenia 11,1%, Polonia 11,1%, Spagna 11,0%, Belgio 10,7%, Germania 10,1%, Giappone 9,4%, Danimarca 8,1%, Turchia 7,7%, Svezia 7,2%, Stati Uniti d’America 7,1%, Norvegia 6,6%, Svizzera 6,5%, Regno Unito 6,2%, Olanda 5,4%, Canada 4,7%, Messico 2,3%.

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