Politiche sociali aziendali insostenibili per le Pmi

Il 6 marzo a Roma convegno con il sottosegretario Durigon. Il presidente Unimpresa Ferrara: «per le piccole e medie imprese costi altissimi senza collaborazione».

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Le reti di impresa stanno diventando centrali per lo sviluppo delle politiche sociali aziendali, ma tra le piccole e medie impreseprende corpo anche gli interventi assistenziali di livello territoriale. «Senza collaborazione e strumenti alternativi, per le Pmi i costi sono insostenibili» dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, annunciando il Convegno “Welfare aziendale o territoriale? Quali opportunità per le Pmi” organizzato da Unimpresa il prossimo 6 marzo, alle ore 10.30 all’Auditorium Via Veneto di Roma.

Oltre al presidente di Unimpresa Ferrara, è prevista la partecipazione del sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali, Claudio Durigon, al quale sono affidate le conclusioni della mattinata di lavori. Il programma dei lavori prevede una tavola rotonda, a cui prenderà parte il consigliere nazionale di Unimpresa con delega al Lavoro e al Welfare, Giovanni Assi, per entrare nel merito del dibattito su socialità e le Pmi.

Secondo un’analisi di Unimpresa che sarà presentata in occasione del convegno, le politiche sociali aziendali, nel corso degli ultimi anni, anche grazie agli incentivi promossi dagli ultimi governi, hanno avuto un enorme sviluppo nell’ambito della contrattazione aziendale diventando sempre più strumento di supporto sociale per i dipendenti oltre che di integrazione salariale, tanto che ormai in diversi contratti collettivi nazionali di lavoro è diventato un istituto obbligatorio prevedendo erogazioni annuali per tutti i dipendenti. «Per molte piccole e medie imprese, però, anche l’erogazione di una forma minima di socialità diventa un costo aziendale a volte difficilmente sostenibile» osserva Ferrara.

La difficoltà, secondo Unimpresa, è dimostrata dal fatto che in molte realtà territoriali sta prendendo piede un’altra forma di supporto sociale con l’ausilio anche delle strutture pubbliche, il cosiddetto sostegno territoriale: si tratta reti di imprese che sviluppano piani di sostegno comuni scambiandosi, a volte sulla base della loro natura, servizi in favore dei propri dipendenti. Tali reti stanno diventando di fatto una nuova realtà nell’ambito dei servizi di socialità.

«Il tema è sempre più importante ed è interessante, perciò, esaminare – aggiunge Ferrara – quale possa essere la migliore opportunità di sviluppo di socialità per le Pmi e le aziende in generale tenendo conto del progressivo arretramento dello Stato nell’erogazione dei servizi di assistenza per i cittadini e in proiezione di un invecchiamento progressivo della popolazione e di una sempre più maggiore richiesta di servizi di assistenza nell’ambito familiare».

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