Con i Pid 20.000 partecipanti ai corsi formativi organizzati dalle Cciaa

I Punti Impresa Digitale in Italia sono 88 e servono a far entrare le Pmi nella rivoluzione digitale. Bilancio ad un anno e mezzo dalla loro attivazione. Bene il NordEst. Il Trentino Alto Adige in vetta al processo di digitalizzazione italiano. 

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Hanno già aiutato oltre 30.000 imprenditori a familiarizzare con i vantaggi delle tecnologie 4.0: sono i Pid, gli 88 Punti impresa digitale che insieme formano la rete realizzata dalle Camere di commercio per rendere le Pmi più consapevoli delle opportunità di crescita legate alla quarta rivoluzione industriale.

Secondo Unioncamere, «oltre 20.000 sono stati i partecipanti ai corsi e agli eventi (in)formativi tematici organizzati dai Pid presenti in tutta Italia; quasi 8.000 imprese hanno misurato online gratuitamente la propria maturità digitale con il test di autovalutazione SELFI4.0 disponibile su www.puntoimpresadigitale.camcom.it; più di 500 imprenditori hanno richiesto una valutazione approfondita condotta dai Digital Promoter all’interno della rete Pid; oltre 4.000 aziende hanno avuto accesso ai 28,5 milioni di euro erogati attraverso buoni dai Pid per acquistare servizi di consulenza e formazione 4.0».

A rivolgersi alla rete camerale lanciata a fine giugno 2017 sono soprattutto micro e piccole imprese del Nord del settore dei servizi. Ma a frenare la trasformazione digitale delle imprese è soprattutto l’assenza di figure capaci di guidarle verso l’adozione delle tecnologie avanzate. Per questo motivo, Unioncamere ha definito un sistema per la certificazione delle competenze dei dirigenti dell’innovazione digitale. Si tratta di figure capaci di assicurare all’impresa lo sviluppo culturale e la diffusione di un pensiero innovativo che orienti un costante cambiamento dei processi in chiave impresa 4.0, che garantisca la progettazione e la realizzazione di modelli aziendali in chiave impresa 4.0, assicurando il coordinamento strategico e operativo di iniziative progettuali di trasformazione digitale.

Il 60% delle imprese si colloca nelle prime fasi del processo di digitalizzazione e di adozione delle tecnologie della del nuovo corso digitale, mentre il 30% ha intrapreso il cammino verso la digitalizzazione e solo il 10% può essere realmente considerato consapevole delle opportunità offerte dalla quarta rivoluzione industriale. In pratica, 3 imprese su 5 sono ancora indietro sulle tecnologie 4.0. Più in particolare, spiega Unioncamere, «secondo la fotografia delle 7.808 autovalutazioni eseguiti dalle imprese, nel digitale: l’11% è “Esordiente”, perché legato a una gestione tradizionale dell’informazione e dei processi; il 49% è “Apprendista”, utilizza cioè strumenti digitali “di base”; il 30% è “Specialista” con una buona parte di digitalizzazione dei processi; il 7% è “Esperto” poiché applica con successo i principi dell’Impresa 4.0; solo il 3% è un “Campione” con una buona digitalizzazione dei processi e ricorso a tecnologie 4.0».

La mappa della maturità digitale delle imprese evidenzia comunque sensibili diversità di sviluppo a livello geografico che accentuala distanza tra Nord e Sud del Paese. Gli imprenditori del NordEst e del NordOvest sono quasi a metà del guado del percorso di digitalizzazione, più avanti in particolare sono quelli del Trentino Alto Adige, mentre circa il 70% dei loro colleghi del Sud si trova ancora nella fase iniziale. Nella media, invece, le imprese del Centro con una maturità digitale più avanzata nelle Marche e in Umbria.

«Per questo – afferma il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli – è importante l’azione di sensibilizzazione che svolgiamo attraverso i Pid per il passaggio al 4.0. A un anno e mezzo di avvio delle attività i numeri evidenziano, da un lato, il forte interesse delle imprese verso queste tematiche e, dall’altro, il ruolo conquistato sul campo da questa rete divenuta in poco tempo un punto di riferimento autorevole sul territorio al fianco degli imprenditori. Ora  – conclude Tripoli – siamo pronti a lanciare anche un sistema di certificazione delle competenze dei manager 4.0 per aiutare le imprese a trovare le persone giuste che possano traghettarle verso la trasformazione digitale».

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