Friuli Venezia Giulia: il contratto di rete aumenta la capacità di crescita delle imprese

La regione al secondo posto in Italia per l’utilizzo di questa forma di collaborazione e aggregazione tra aziende. 

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Crescono a doppia cifra le imprese del Friuli Venezia Giulia che utilizzano il contratto di rete e confermano la regione sul secondo gradino del podio in Italia per propensione all’utilizzo di questa forma di aggregazione e collaborazione aziendale.

Secondo l’elaborazione dell’ufficio studi di Confindustria Udine su dati Infocamere, in regione le imprese in rete al 31 dicembre 2018 erano 1.410, con un tasso d’incremento complessivo annuale del 17,7%. Rapportando il numero delle imprese in rete al totale delle imprese attive, emerge che il Friuli Venezia Giulia, con 1,57%, è la seconda regione in Italia con la più alta propensione a fare rete, preceduta solo dal Lazio (1,68%) e seguita, a distanza, da Umbria (0,93%) e Abruzzo (0,84%). La media nazionale si attesta allo 0,61%.

«Il contratto di rete, che è un accordo con il quale più imprenditori si impegnano a collaborare al fine di accrescere sia individualmente sia collettivamente – spiega Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine – la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato, rappresenta una soluzione ottimale per le imprese che vogliono allargare la portata o l’ambito delle proprie attività senza perdere autonomia, centralità, storia e identità. Le reti sono quindi lo strumento per diventare grandi rimanendo piccoli. La logica del contratto di rete rappresenta anche un salto culturale nel modo di fare impresa, perché punta ad avere un’aggregazione non soltanto numerico-quantitativa, ma più cosciente e ragionata intorno a un programma comune che fa crescere insieme le aziende allargando i loro orizzonti di azione».

Secondo Mareschi Danieli «in particolare, tra gli elementi che caratterizzano il contratto di rete e lo differenzia dalle altre forme di aggregazione, vanno ricordati: la spinta a collaborare su margini che accrescono la capacità competitiva, la condivisione di conoscenze e informazioni, ma soprattutto la possibilità di mantenere un’autonomia che permette di salvaguardare la propria storia e la propria identità, oltre all’assenza di vincoli legati a fattori territoriali. Inoltre, la natura privatistica del contratto di rete permette di ridurre le problematiche di natura gestionale e burocratica, rispondendo alle esigenze delle imprese di avere una conduzione della rete semplice e snella, senza sovrastrutture burocratiche che ne complichino l’operatività, dove i partecipanti decidono il tipo di governance da attribuire alla rete stessa».

Per supportare le imprese che intendono intraprendere il percorso del contratto di rete, Confindustria Udine offre alle aziende supporto e consulenza, forte di competenze qualificate e di un’esperienza specifica maturata nel tempo.

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