La recessione in cui è incappata l’economia italiana grazie ad un’azione di governo errabonda comincia a ripercuotersi anche tra gli artigiani, le micro e le piccole imprese. Certamente sul fronte delle assunzioni: a gennaio registrano un calo del 16,8% su base annua. Una diminuzione tanto drastica quale non si vedeva dal 2016.
Il dato è evidenziato dall’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza mensilmente le tendenze dell’occupazione su un campione di quasi 20mila imprese associate con circa 140.000 dipendenti.
Complessivamente, a gennaio 2019 l’occupazione nel campione è cresciuta dell’1,4%, un incremento consistente ma sensibilmente inferiore al +1,9% di gennaio 2018. Di conseguenza, anche l’aumento tendenziale (+2,8%) si è ridotto di quasi un punto nell’arco di dodici mesi (+3,7%). Un rallentamento addebitabile al forte calo delle assunzioni (-16,8%). Solo il crollo delle cessazioni (-22,7%) ha compensato questa tendenza negativa delle assunzioni e permesso la crescita dell’occupazione.
La forte diminuzione delle assunzioni ha riguardato tutte le tipologie contrattuali (lavoro intermittente escluso) con il picco del -25,9%nei contratti a tempo determinato. Sulla stessa falsariga l’andamento delle cessazioni, dove il calo più rilevante si è, però, verificato nei contratti a tempo indeterminato (-30,9%).
Il combinato disposto dei dati relativi ad assunzioni e cessazioni conferma una tendenza in atto da alcuni mesi: il costante andamentonegativo dei contratti a tempo indeterminato si è arrestato. La quota sul totale è risalita al 62,5%, mentre i contratti a tempo determinato sono al 24%, l’apprendistato al 10,4% e il lavoro intermittente al 3,1%. Effetti dovuti, oltre all’andamento negativo dell’economia nazionale, anche al nefasto “decreto dignità” che ha cancellato per legge migliaia di posti di lavoro.
A questo link l’Osservatorio mercato del lavoro CNA.
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