Aumenta numero emissioni minibond, ma cala il valore medio

Quinto rapporto School of Management, Politecnico di Milano. Bele le emissioni in Lombardia, in calo in Trentino Alto Adige. 

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calo dei tassi pil italiano

Il mercato dei minibond continua a rafforzarsi: anche nel 2018 è cresciuto il numero delle emissioni, benché si sia ridotto il controvalore raccolto, a causa della diminuzione del valore medio dei collocamenti. Sono i risultati a cui è giunto il quinto rapportoitaliano sui minibond redatto dall’omonimo Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano.

Dal novembre 2012 a dicembre 2018 sono salite a 746 in totale le emissioni di minibond (in gran parte obbligazioni) effettuate dalle imprese del campione, per un valore di 25,2 miliardi di euro 4,6 considerando solo quelle fatte da Pmi, 4,9 analizzando le 636 sotto i 50 milioni. Il 2018 ha contribuito con 198 emissioni, in aumento rispetto alle 170 del 2017, ma con un controvalore di 4,3 miliardi di euro che risulta in calo (era di 5,5) a causa del valore medio delle emissioni, sceso al minimo storico: 22,40 milioni di euro (contro 45) nel secondo semestre, 20,85 nel primo.

Sotto la taglia dei 50 milioni ci sono 159 emissioni, pari a 1,3 miliardi di euro. La raccolta effettuata dalle sole Pmi si è dimezzata – 668 milioni contro 1,4 miliardi – mentre le emittenti sono aumentate: 176 (di cui ben 123 “debuttanti”) rispetto alle 137 del 2017. A fine 2018 il mercato ExtraMot ha raggiunto i 207 titoli quotati, il valore più alto mai visto.

La ricerca ha identificato 498 imprese italiane, di cui 260 Pmi, che dal 2012 al 31 dicembre 2018 avevano collocato minibond (a fine 2017 erano 326). L’ultimo anno ha contribuito con 176 emittenti, di cui 123 affacciatesi sul mercato per la prima volta e 42 con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro prima del collocamento, mentre la fascia più numerosa ha ricavi compresi fra 100 e 500 milioni. Più che raddoppiate le Srl, da 21 a 45. Per quanto riguarda il settore di attività, si conferma la netta supremazia del comparto manifatturiero (41%), pur con un aumento nei segmenti meno rappresentati in passato.

La collocazione geografica evidenzia come sempre una netta prevalenza delle regioni del Nord: domina la Lombardia con ben 50 emittenti (il 28% su scala nazionale), crescono il Piemonte e le regioni del Sud, scende il Trentino Alto Adige.

Rispetto alle motivazioni del collocamento, si conferma come dominante l’obiettivo di finanziare la crescita interna dell’azienda (56% dei casi, soprattutto per le Pmi), seguono la necessità di ristrutturare le passività dell’impresa (soprattutto per le grandi), le strategie di crescita esterna tramite acquisizioni e il fabbisogno di alimentare il ciclo di cassa del capitale circolante. Il 54% delle emissioni totali è sotto la soglia dei 5 milioni di euro e nel 2018 la percentuale è salita addirittura al 60%.

Fra tutti i minibond, il 44% è stato quotato su ExtraMot Pro, ma nel 2018 la percentuale è scesa al 27%. Cresce il numero di emissioniquotate all’estero (12%). La durata media del 2018 è 5,2 anni, in leggero aumento rispetto ai 4,9 anni del 2017. Il 50,5% prevede il rimborso del titolo alla scadenza (bullet), ma nelle emissioni a lungo termine e in quelle sotto i 50 milioni è relativamente più frequente la modalità amortizing, con un rimborso graduale fino alla scadenza. La cedola in genere è fissa (valore medio 5,1%, mediano 5%), ma nel 2018 è aumentata la frequenza di quella variabile. Per la prima volta si riscontra un lieve aumento del tasso di interesse (5% di media contro 4,83%).

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