Il premio Pezcoller 2019 per la ricerca contro il cancro ad Alberto Mantovani

Insignito per la scoperta della stretta relazione tra infiammazione e tumori, basata sui macrofagi. 

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premio pezcoller
Alberto Mantovani premio Pezcoller 2019

Alberto Mantovani è il vincitore del Premio Pezcoller Aacr 2019 per la ricerca sul cancro, selezionato da un comitato scientifico internazionale tra una “rosa” di oltre venti scienziati dai migliori istituti di ricerca di tutto il mondo. Lo ha comunicato a Trento il presidente della Fondazione Pezcoller Enzo Galligioni.

Alberto Mantovani è nato il 29 ottobre 1948 a Milano. Sposato, 4 figli, è laureato in medicina, specializzazione in oncologia. Dopo iniziali esperienze come ricercatore in Italia, a Milano e all’estero, Londra e Bethesda (Usa), nel 1979 ha fatto ritorno a Milano, all’Istituto Negri, dove ha ricoperto importanti incarichi nella ricerca. Dal 2005 è direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano e presidente della Fondazione Humanitas per la ricerca. Insegna all’Università Humanitas e alla Queen Mary University di Londra.

Il prof. Mantovani ha all’attivo innumerevoli pubblicazioni scientifiche di qualità. Collabora con i più autorevoli quotidiani italiani e con programmi radiotelevisivi di grande diffusione. È considerato tra i dieci immunologi più importanti al mondo e il più importante (e citato) tra i ricercatori italiani che lavorano in Italia, nell’ambito delle Scienze Biomediche.

Egli riceverà il prestigioso riconoscimento in una cerimonia pubblica al Teatro Sociale sabato 11 maggio alle 10.00, preceduta da due lectures scientifiche all’Università di Padova il 9 e di Trento il 10 maggio.

A consegnare il Premio Pezcoller, e un assegno da 75.000 euro, il presidente della Fondazione omonima Enzo Galligioni insieme al rappresentante della Aacr, l’associazione americana di ricerca sul cancro che rappresenta decine di migliaia di ricercatori in tutto il mondo.

«Alberto Mantovani – commenta Enzo Galligioni – è un grande scienziato italiano del nostro tempo, molto rigoroso sul piano scientifico, che crede nel lavoro di squadra, nell’importanza dell’etica, della corretta comunicazione della scienza e del rispetto delle regole, ma anche nell’obbligo di riaffermare e difendere le conquiste della scienza, in particolare quelle che hanno fatto il bene all’umanità. Ci fa molto piacere che il Premio sia andato a lui. Il suo Premio è anche un riconoscimento alla ricerca italiana, che certamente non gode delle stesse possibilità che ci sono all’estero. Nonostante tutto, la ricerca italiana continua ad avere ottimi risultati nel mondo e ben figura in termini di pubblicazioni scientifiche e loro impatto, particolarmente nella ricerca sul cancro».

La motivazione del Premio Pezcoller ad Alberto Mantovani verte sulla scoperta che esiste una stretta relazione tra infiammazione e tumori, basata sui macrofagi (globuli bianchi che in condizioni normali intervengono per primi contro le infezioni), che come “poliziotti corrotti” anziché combattere facilitano la crescita del cancro, e su una serie di mediatori dell’infiammazione, dei quali ha chiarito le funzioni e da quali geni sono determinati.

Ha rivoluzionato in questo modo le conoscenze precedenti: l’infiammazione, che normalmente rappresenta il primo meccanismo di difesa contro le infezioni, nel cancro svolge invece un ruolo opposto: ne favorisce la crescita e lo sviluppo.

Queste conoscenze hanno aperto la strada a nuove strategie nella lotta contro i tumori, che si integrano con gli altri progressidell’immunoterapia, e che stanno già producendo risultati clinici importanti.

Le ricerche di Alberto Mantovani hanno svelato aspetti totalmente nuovi della biologia dei tumori, aprendo nuove possibilità terapeutiche. La proteina PTX3 ad esempio, che spegne quell’infiammazione che “corrompe i macrofagi” e crea un ambiente favorevole alla crescita delle cellule tumorali, è ora diventata un farmaco, pronto ad essere valutato nei pazienti.

È già in clinica un nuovo farmaco (Trabectidina), al cui sviluppo ha collaborato anche Mantovani, che tra le sue attività riduce anche i macrofagi associati al tumore (i poliziotti corrotti).

Sviluppo di un anticorpo anti IL-1, la proteina pro-infiammatoria che favorisce la crescita e lo sviluppo dei tumori, già testato su oltre 10.000 pazienti trattati.

Le applicazioni degli studi di Mantovani vanno ad integrarsi con le altre recenti scoperte dell’immunoterapia, le stesse che hanno portato ad assegnare il premio Nobel 2018 a J. Allison che, con le stesse motivazioni, aveva ricevuto il premio Pezcoller nel 2015.

Con l’occasione della recente attribuzione lo scorso ottobre del Premio Nobel per la medicina a J. Allison, già vincitore del Premio Pezcoller nel 2015 per le stesse motivazioni, la Fondazione Pezcoller ha ottenuto un ulteriore, prestigioso riconoscimento della rigorosità delle procedure di selezione e dell’eccellenza dei ricercatori premiati.

Sono infatti ben 4 i vincitori del premio Pezcoller che hanno poi ricevuto il premio Nobel per le stesse motivazioni (Paul Nurse, Pezcoller 1995-Nobel 2001,Nobel Elizabeth Blackburn Pezcoller 2001- Nobel 2009, Mario R. Capecchi, Pezcoller 2003- Nobel 2007, James Allison, Pezcoller 2015-Nobel2018)

A questi si aggiungono altri 3 premi Nobel che hanno fatto parte dei comitati di selezione (Gertrude Elion, comitato 1999 – Nobel 1988, Krebsforscher zur Hausen, comitato 2013 – Nobel 2008 e Carol Greider, comitato 2000 – Nobel 2009) ed Harold Varmus, Premio Nobel 1989, che ha tenuto la lezione di apertura al 30° Simposio Pezcoller, lo scorso giugno 2018. Sono così 8 i vincitori del premio Nobel che hanno avuto a che fare con la Fondazione Pezcoller.

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