Anche in Veneto un centro per la terapia Car-T antitumorale

Bond: «indispensabile che la sanità del NordEst rimanga all’avanguardia». 

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Le nuove tecniche di ingegneria genetica ha reso possibile la realizzazione della terapia Car-T in cui, tramite l’ingegnerizzazione delle cellule del paziente in laboratorio, è possibile combattere alcuni tumori come la leucemia e i linfomi per i quali la prognosi è spesso infausta.

Una cura d’avanguardia, in Italia non ancora disponibile in quanto Aifa sta ancora concludendo le pratiche autorizzative rispetto alle richieste avanzate dalle due aziende farmaceutiche Novartis e Gilead che hanno sviluppato e sperimentato la cura. Nelle more delle procedure, intanto, i malati muoiono.

Anche se approvata, c’è il problema del costo di questo genere di terapia, stimabile, secondo le richieste avanzate dalle aziende produttrici, dai 350.000 euro in su a ciclo, oltre ai costi di ospedalizzazione. Decisamente elevati. In questo frangente viene in aiuto l’esperienza dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma che nel proprio laboratorio interno è riuscito a sviluppare la terapia Car-T per 21 bambini affetti da leucemia lifoblastica acuta. Esperienza che il ministro alla Salute vuole ora esportare anche presso altre realtà ospedaliere italiane, visto che l’approntamento diretto della cura da parte degli stessi laboratori ospedalieri abbatte grandemente il costo della cura.

Sul tema interviene il deputato azzurro Daio Bond che, sensibile al tema dell’assistenza per i cittadini afflitti da patologie tumorali, lancia la proposta per portare anche nel NordEst questa nuova terapia Car-T. «L’appello che rivolgo al sistema sanitario veneto, da sempre una delle eccellenze della Regione e della sanità italiana, oltre al sistema delle Fondazioni, è per realizzare anche in Veneto un centro d’eccellenzache sia in grado di operare nell’approntamento delle cure mediante la terapia Car-T – dice Bond -. Un centro che potrebbe venire finanziato parte da contributi pubblici e parte dalle donazioni da parte delle Fondazioni attive sul territorio, sempre molto sensibili sui temi del sociale. Magari aprendosi anche alla collaborazione di altre regioni, ad iniziare da quelle del NordEst confinanti con il Venetoper ripartire il peso degli investimenti».

«Personalmente, porterò la questione nella XII commissione parlamentare e voglio coinvolgere il sottosegretario alla Sanità, il veneto Luca Coletto – prosegue il deputato Bellunese -. Mi auguro che l’assessore alla sanità del Veneto si attivi al più presto, coinvolgendo i suoi colleghi di Trentino e Friuli Venezia Giulia, per dare al più presto anche ai malati del Veneto e del NordEst una concreta possibilità di vita e di futuro con la nuova terapia Car-T».

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