A pochi giorni dall’entrata in vigore, l’ecotassa sui nuovi veicoli che emettono più di 160 g/km di anidride carbonica è di fatto inapplicabile per una banale dimenticanza, in quanto la norma non prevede i termini entro cui il nuovo tributo va pagato alle casse dello Stato.
Una questione non da poco, visto che nella procedura entrano in campo diversi termini. L’obbligo scatta al momento della firma del contratto d’acquisto del nuovo veicolo oppure a quello dell’immatricolazione, momento in cui si ha la certezza (riportata sulla carta di circolazione rilasciata unitamente alla targa) delle emissioni del mezzo?
La fretta che ha caratterizzato l’approvazione della legge di Bilancio 2019 ha generato una serie di norme abborracciate e zeppe di errori. Una di queste è proprio quella che riguarda l’ecotassa sui veicoli inquinanti. La legge di Bilancio, istituendo l’ecotassa, non ha specificato quando va pagata. Una dimenticanza non dirimente, questa, se non fosse per il fatto che la legge non fa nemmenoriferimento ad un decreto ministeriale attuativo, cosa che diversamente è avvenuta per l’erogazione dell’ecobonus per i veicoli elettrici o ibridi. Mancando così una norma che autorizzi il Governo a fissare le tempistiche per il pagamento dell’ecotassa, di fatto questa risulterebbe inapplicabile. E pure anche l’interpretazione della norma non aiuta a risolvere il problema.
Questa non è l’unica gabola contenuta nel provvedimento. C’è anche quella che riguarda le modalità di pagamento dell’ecotassa. La modalità prevista è quella identica per il pagamento del superbollo sui veicoli potenti più di 250 Cv, a mezzo di F24. Solo che il pagamento dell’F24 richiede il pagamento diretto da parte dell’obbligato alla tassa, ovvero dell’acquirente, quando le altre tasse gravanti sull’acquisto del veicolo (dall’Iva all’Ipt) vengono normalmente pagate dal venditore che poi si rivale sull’acquirente. Una complicazione in più che rischia di allontanare ancora di più i già pochi acquirenti di auto nuove.
L’unica soluzione è il ricorso ad uno specifico decreto legge o ad un comma specifico inserito in una legge in corso di approvazione. Ma la soluzione più giusta sarebbe non fare nulla e lasciare al giusto e doveroso oblio una norma demagogica, nata male, antieconomicae controproducente sia per l’economia nazionale che per l’ambiente, visto che con l’ecotassa si va ad incentivare il ricorso ai veicoli a benzina, più inquinanti di quelli a gasolio. Di più: l’ecotassa finisce per gravare su tutta la filiera automotive italiana, con pesanti ripercussioni sull’occupazione e sul gettito fiscale. Insomma, un boomerang bell’e buono che Di Maio, Conte e Salvini farebbero meglio a fare decadere. Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico.
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