Concessione A22, Toninelli riaccelera e torna all’Autobrennero

Condizione imprescindibile del ministero: «i ricorsi vanno ritirati». Gli azionisti territoriali chiedono prima precise garanzie. Toninelli investe la Commissione europea sulle pratiche discriminatorie e anticoncorrenziali dei divieti di transito ai Tir posti dall’Austria. 

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concessione A22
Il ministro del Trasporti e infrastrutture Danilo Toninelli

Concessione A22, nuovo atto. Questa volta, dopo le recenti frenature, è il ministero ad accelerare nuovamente riportando in auge la società Autobrennero che verrebbe investita direttamente del rinnovo della concessione annullando così la società veicolo BrennerCorridor costituita per subentrare all’Autobrennero. Un’Autobrennero rimessa in pista, previa la liquidazione del 16%abbondante detenuto dai soci privati che risolverebbe anche parecchie questioni gestionali (ad iniziare dalla partecipazione nelle due società autostradali che vede Autobrennero come capofila: la Campogalliano-Sassuolo e la Nogara-Ferrara Mare) e anche di equilibri politici (primo tra tutti lo spostamento della sede legale delle attività autostradali da Trento (Autobrennero) a Bolzano (BrennerCorridor) ottenuto pochi giorni prima della fine della scorsa legislatura dalla Svp grazie all’aiuto fornito dal Patt per ottenere supporto elettorale dai cugini autonomisti, spostamento inviso alla nuova maggioranza trentina.

Nell’ultima riunione al ministero, Toninelli ha detto che si «è all’ultimo sforzo», in drittura d’arrivo per il rilascio della concessione A22, sempre che gli enti locali, attuali azionisti di Autobrennero, ritirino i ricorsi che hanno presentato contro la delibera del Cipe al Tar del Lazio. Un accordo che si potrebbe anche chiudere entro il prossimo 5 marzo. Se non fosse che i due presidenti di Trento e di Bolzanovogliono primavedere” le carte del pokerista ricciuto che siede sulla poltrona più alta del dicastero delle Infrastrutture.

Comunque sia, pare che il clima romano sia decisamente cambiato e orientato all’ottimismo verso una conclusione rapida, con un cambio di scenario, visto che si parla espressamente di rilasciare la nuova concessione trentennale all’odierno gestore, Autostrada del Brennero Spa, che recentemente ha celebrato i suoi primi sessant’anni di vita. Un rilascio che prevede però l’erogazione allo Stato da parte dei soci di Autobrennero degli utili maturati dalla concessionaria in regime di proroga tecnica a concessione A22 scaduta dal 2014 ad oggi, pari a circa 300 milioni di euro.

Proposta che viene valutata positivamente dal presidente della Regione Trentino Alto Adige (maggiore azionista di Autobrennero), Arno Kompatscher, che non evita di ribadire la richiesta del territorio di un pedaggio di corridoio volto a scoraggiare il traffico parassitario dei Tir, prevedendo aumenti del pedaggio per il traffico pesante quando l’Autorità di regolazione dei trasporti va in senso diametralmente opposto prevedendone l’abbassamento del 18% in cinque anni. Discorso aperto anche per il finanziamento da parte di A22 alle opere di compensazione sul territorio attraversato per circa 800 milioni di euro, che nel piano finanziario proposto non risultano finanziariamente sostenibili.

Nelle more delle trattative, il ministro Toninelli ha dato un concreto riscontro agli appelli delle categorie dell’autotrasporto e alle richieste delle Camere di commercio contro i divieti al transito dei Tir imposti unilateralmente dal governo del Tirolo (supportato da quello austriaco) che penalizzano i traffici sull’asse del Brennero. Toninelli ha scritto una lettera alla commissaria europea Violeta Bulc per chiedere un nuovo intervento dell’Europa dopo quelli degli anni scorsi, dove la Commissione aveva sanzionato il comportamento austriaco come anticoncorrenziale e lesivo della libera circolazione delle merci sul territorio comunitario. «Un divieto settoriale come quello prospettato dal governo tirolese — scrive Toninelli – è inaccettabile. Penalizzerebbe le nostre imprese, cui sarebbe in alcuni casi vietato il transito nel Tirolo, con conseguente allungamento dei tempi di viaggio e un aumento dei costi. Un danno pesantissimo che si riverserebbe anche su quei Paesi Europei  cui le merci sono indirizzate. Auspico che la Commissione inviti le autorità austriache a desistere dall’adozione di misure che alterano la leale concorrenza».

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