Congelamento della Tav, reazioni negative contro la decisione di Toninelli

Conftrasporto, Confartigianato e Confindustria contro la decisione del Governo. «si rischia di rimanere senza Tav e senza soldi».

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La decisione da parte del Governo Conte di procedere ad un sostanziale congelamento dello sblocco dei cantieri della Tav allarmal’economia italiana, preoccupata sia delle ripercussioni in termini di sviluppo e di occupazione per la mancata apertura dei cantieri, sia della situazione sempre più difficile negli spostamenti di merci e di persone sull’asse Est-Ovest, con le autostrade sempre più vicinealla saturazione.

Per il vicepresidente di ConfcommercioConftrasporto e presidente della Federazione degli autotrasportatori italiani (Fai), Paolo Uggè, il commento è netto: «è un atto sconcertante. Spiace vedere che la TAV sia stata nei fatti “congelata” per evidenti necessità elettorali di maggio. Come purtroppo spesso accade, la politica si impadronisce di un tema e ne fa una sua bandiera (che si fa fatica ad ammainare, dopo) e utilizza, poi, strumenti tecnici per scaricare su terzi la scelta politica».

Secondo Uggè «la Tav non può e non deve essere ridotta a una questione politica. Il collegamento Torino-Lione rappresenta un tassello fondamentale di una visione più ampia che vuole rilanciare il mercato unico europeo attraverso una lungimirante programmazione del sistema dei trasporti: i corridoi co-modali europei cui la TAV appartiene, e che sono il network su cui si basa lo scambio commerciale in Europa».

«L’effetto è di aver deciso di non decidere. La cosa è ancora più grave, considerato che tutto ciò accade nel momento in cui la Commissione Europea si era resa apertamente disponibile ad aumentare la quota di cofinanziamento, allargandola anche alle tratte di adduzione nazionali, oggi non cofinanziate, riducendo ancor di più l’esposizione dell’Italia – prosegue Uggè -. Senza contare che la stessa Commissione Europea, anche sulla base di un chiaro impegno dell’Italia, pretende si pubblichino nei tempi previsti i bandi per la realizzazione dell’opera; viceversa, si perderanno i fondi, un taglio del cofinanziamento di 300 milioni, da subito».

Sulla stessa lunghezza d’onda Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Imprese Veneto che rilancia ed allarga: «il doppiocongelamento” di TAV e Autonomia differenziata sono uno smacco per il Veneto. Il gioco al rinvio in attesa dell’ennesimo appuntamento elettorale – oggi le regionali della Sardegna e domani le Europee – rischia di compromettere le performance del sistema economico del Veneto».

Per Bonomo «il rinvio della Tav, che mi auguro il più breve possibile, concorre a peggiorare l’efficienza nella mobilità ed i livelli di qualità ambientale, disorientando imprese e lavoratori che ogni giorno fanno del loro meglio per rendere dinamica e produttiva l’area Veneta».

Critiche anche da Franco Miller, presidente di Traspadana e responsabile delle infrastrutture ferroviarie di Confindustria Veneto: «siamo estremamente preoccupati, perché quest’opera non doveva essere fermata. Siamo preoccupati anche per le possibili ricadutesulla Brescia-Padova che è indispensabile per il sistema economico del NordEst e Veneto in particolare. Anche l’analisi costibeneficiutilizzata a giustificare il congelamento, è ormai destituita di ogni fondamento, visto che la Commissione europea si è detta disponibile ad elevare al 50% la quota di cofinanziamento per il tunnel e il finanziamento al 50% anche delle tratte d’accesso prima non previste. Un incremento della partecipazione comunitaria che abbatte grandemente i costi da sostenere per l’Italia. Sarebbe un errore storico, oltre che economico e politico, bocciare ora l’opera. L’Italia corre il rischio di non avere né la Tav né i soldi che il ministro Toninelli vorrebbe risparmiare che andranno spesi in indennizzi e penali».

Miller allarga la sua riflessione al tema politico: «è ormai evidente che al Governo ci sono degli apprendisti stregoni, privi di qualsiasi preparazione e conoscenza, che prendono decisioni senza guardare alla realtà e ai bisogni del Paese e dell’economia nazionale. Il governo agisce solo sospinto dall’ideologia e questo è decisamente pericoloso. Se il ministro Toninelli dice di voler dirottare le risorse della Tav per fare le manutenzioni straordinarie e ordinarie sulla rete stradale, sbaglia obiettivo, perché i soldi per le manutenzioni dovrebbero essere trovate da fondi diversi da quelli per gli investimenti infrastrutturali. Invece di bloccare la Tav, Toninelli cerchi le responsabilità di chi non ha effettuato puntualmente le manutenzioni ordinarie e straordinarie».

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