Commercialisti e riforma della giustizia tributaria

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Professionisti, giudici tributari, e rappresentanti delle istituzioni si sono riuniti oggi pomeriggio a Villa Borromeo – Sarmeola di Rubano (Padova) per confrontarsi sulla riforma della giustizia tributaria al convegno “Riforma della giustizia tributaria. Nasce la quinta magistratura, nascono i Tribunali tributari” organizzato dall’Ordine dei Commercialisti e dalla Camera Avvocati Tributaristi del Veneto con la collaborazione de Il Commercialista Telematico.

“La riforma della giustizia tributaria si deve inserire in un quadro più ampio di riforma del Fisco. Al Paese serve un sistema fiscale più semplice, chiaro e coerente – ha dichiarato Dante Carolo presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Padova – che possa finalmente garantire: maggiore stabilità e certezza normativa, maggiore predeterminabilità dell’onere fiscale e maggiore prevedibilità delle sentenze. Sono questi i presupposti che devono fare da sfondo ad una riforma della Giustizia tributaria che voglia davvero realizzare quegli obiettivi di efficienza ed efficacia della funzione giudiziaria che noi tutti oggi auspichiamo, non solo come professionisti impegnati nello specifico settore, ma soprattutto come cittadini/contribuenti.”

Al convegno sono intervenuti Massimo Bitonci, sottosegretario al Ministero Economia e Finanze; Ugo Quaglia vice presidente di sezione Commissione Tributaria Provinciale di Padova; Roberto Lunelli dottore commercialista, consigliere nazionale e presidente sezione Friuli Venezia Giulia dell’A.N.T.I. – Associazione Nazionale Tributaristi Italiani; Carmen Pezzuto dottore commercialista consigliere ODCEC Padova, referente Commissione di Studio Fiscale; Michele Tiengo avvocato presidente degli Avvocati Tributaristi del Veneto; Maurizio Villani avvocato tributarista.

Nella selezione dei futuri Giudici tributari dovrebbe essere garantita, per legge, una maggiore specializzazione e professionalità, preferendo coloro che abbiano conseguito titoli di studio e di servizio nella specifica materia tributaria e assicurando l’accesso al nuovo ruolo, come già oggi accade, ai laureati in economia, oltre che, ovviamente, ai laureati in giurisprudenza. Un nuovo Giudice tributario che sia al tempo stesso: sempre più professionale e specializzato; sottoposto all’obbligo di formazione continua; retribuito adeguatamente e incentivato economicamente in dipendenza della partecipazione a determinati corsi di formazione particolarmente qualificanti.

Ecco le proposte dei commercialisti:

Mantenere ferma la natura speciale della giurisdizione tributaria e, auspicabilmente, anche l’attuale denominazione degli organi giudicanti, al fine di evitare qualsiasi fraintendimento sull’eventuale introduzione di un nuovo giudice speciale.

Rendere le attuali Commissioni tributarie sempre più indipendenti, assicurandone ancor meglio qualità, equidistanza dalle parti, introducendo un giudice, sempre più professionale e specializzato, che possa garantire autonomia, terzietà e indipendenza della funzione giudicante, oltre che una maggiore sua produttività.

Per quanto concerne la strutturazione dei gradi di giudizio, trasferire la fase di reclamo/mediazione (per le liti di valore non superiore a cinquantamila euro) dinanzi agli organi di giustizia tributaria di primo grado in composizione, nella specie, monocratica, al fine di garantire la necessaria terzietà e indipendenza del soggetto deputato a gestire tale istituto.

Per le controversie in primo grado di valore fino a tremila euro (attualmente pari al 50 per cento circa delle liti pendenti innanzi alle Commissioni tributarie provinciali), prevedere che, in caso di esito negativo della fase di reclamo/mediazione, la competenza per la successiva fase processuale decisoria del giudizio sia attribuita ad un organo giudicante in composizione anch’essa monocratica (e ciò, ovviamente, sul presupposto dell’istituzione di un giudice sempre più professionale e specializzato), il che consentirebbe una notevole accelerazione dei processi, riducendone la durata.

Per le liti in primo grado di valore compreso tra tremila e cinquantamila euro, prevedere che, la competenza per la successiva fase decisoria del giudizio di merito sia attribuita ad un organo giudicante in composizione collegiale.

Per le liti in primo grado di valore superiore a cinquantamila euro (non soggette alla fase preventiva di reclamo/mediazione) e per tutte le liti in secondo grado, prevederne l’affidamento ad un organo giudicante in composizione, sempre, collegiale.

Trasferire il terzo grado di giudizio di legittimità dalla Corte di cassazione ad una rinnovata Commissione tributaria centrale, dinanzi alla quale i soggetti abilitati alla difesa devono avere i medesimi requisiti previsti per la difesa in giudizio nei due gradi di merito. Tale scelta avrebbe il pregio di sfoltire il forte arretrato accumulato dalla Corte di cassazione, riducendo drasticamente la durata dei giudizi pendenti nel grado di legittimità.

Prevedere nelle Commissioni tributarie l’istituzione di sezioni specializzate per materia o tributo (si pensi ad esempio a sezioni dedicate ai tributi locali e/o alle controversie in materia catastale).

Circoscrivere la difesa tecnica, in tutti i gradi di giudizio (anche di legittimità), ai soli soggetti iscritti negli albi di avvocati e commercialisti di cui alla sezione A dell’albo unico.

Prevedere l’istituzione della Scuola Superiore della Magistratura Tributaria per garantire la formazione e l’aggiornamento professionale continuo ai Giudici tributari.

In aggiunta agli attuali Uffici del Massimario regionali, prevedere l’istituzione di un Ufficio del Massimario nazionale della giurisprudenza tributaria di merito composto dai rappresentanti del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, degli enti impositori e dei Consigli nazionali delle professioni abilitate alla difesa in giudizio, quale strumento di trasparenza, garanzia ed imparzialità, che consenta alle Parti di orientare le scelte, favorendo la deflazione delle liti nell’interesse della Collettività.

Costituire Tavoli permanenti di confronto tra il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, gli enti impositori e i Consigli nazionali delle professioni abilitate alla difesa in giudizio, deputati a formulare proposte concrete per favorire un funzionamento più efficace del Processo tributario.

Secondo i dati del Ministero Economia e Finanze sul contenzioso tributario italiano nei primi nove mesi del 2018 erano 399.058 al 30 settembre in tutta Italia le cause pendenti contro il Fisco presso le Commissioni Tributarie, sia provinciali sia regionali, e 160.016 i nuovi procedimenti pervenuti.

In Triveneto il 2017 si è chiuso con 13.990 procedimenti pendenti presso le Commissioni Tributarie in entrambi i gradi di giudizio, un dato che al 30 settembre 2018 è salito a 14.520, con una crescita media del 3% in nove mesi delle cause da decidere. Cresce il contenzioso da smaltire in tutte e tre le regioni: in Veneto si è passati complessivamente (primo e secondo grado) dai 9.764 procedimenti pendenti al 31/12/2017, ai 9.927 pendenti al 30/09/2018; in Friuli Venezia Giulia si è passati dai 2459 ai 2768; in Trentino Alto Adige dai 1767 ai 1825 pendenti.