Appuntamento con un giovane pianista prodigio quello organizzato dalla Società Filarmonica di Trento lunedì 18 febbraio (ore 20.30): a soli 17 anni, Alexander Malofeev, ragazzino biondo e pallido, è già una grande star del pianoforte.
La sicurezza con la quale affronta i grandi capolavori del repertorio sia solistico che con orchestra non ha nulla di effimero, perché sempre profuma di poesia. Nulla d’infantile scaturisce dalla sua tastiera percorsa con maturità e saggezza, sorvegliata nella sua prima rivelazione al mondo da un direttore creativo come Valery Gergiev, che in Italia lo ha presentato al Teatro alla Scala. Del resto il suo perfezionamento musicale è stato accompagnato da un’ininterrotta curiosità culturale verso tutte le arti, essendosi formato in quella fucina di talenti che è la Gnessin School of Music di Mosca.
Nato nel 2001, nel 2014 conquistava il primo premio all’ottava edizione del Concorso Cajkovskij per giovani musicisti e subito dopo, nel 2016, il Grand Prix al Concorso Internazionale per Giovani Pianisti “Grand Piano”. Affermazioni dovute non solo a uno smagliante virtuosismo, quanto piuttosto a un’espressività levigata ed elegante segnata da inaspettati legati e da altrettanti inattesi accompagnamenti martellati. Letture, quindi, ricche di suggestioni espressive e pathos che hanno già sancito una lunga serie di successi presso il pubblico dei più qualificati festival internazionali. Malofeev è titolare di borse di studio su gentile concessione della Vladimir Spivakov International Charity Foundation, della Fondazione “New Names” e della Fondazione “Mstislav Rostropovich”.
Alexander Malofeev presenta un programma in cui spiccano alcune delle pagine più amate del repertorio pianistico. Si parte con la Sonata op. 57 di Beethoven detta “Appassionata” (1807). Come accadde anche per altri lavori del compositore, il titolo fu scelto da un editore per sottolineare il carattere drammatico e la carica emotiva di questa celebre sonata. Anche Gaspard de la nuit (Parigi, 1909) di Ravel è un pilastro del pianismo e richiede all’esecutore una notevole abilità tecnica e interpretativa. L’opera è la suggestiva “mise-en-musique” di tre poesie di A. Bertrand. In Ondine riecheggia la voce di una ninfa su un delicato moto di onde; Le gibet (La forca) descrive una scena di impiccagione in cui risuonano da lontano i sinistri rintocchi di una campana; Scarbo conduce nel mondo fantastico di un folletto notturno dal carattere dispettoso.
Anche la Seconda Sonata di Rachmaninov è un classico banco di prova per generazioni di pianisti. Scritta nel 1913, questa pagina fu drasticamente rielaborata dal compositore nel 1931, che decise di tagliare un centinaio di battute ed eliminare i passaggi più virtuosistici. Accanto alla “scena rustica russa” Dumka (1886) di Čajkovskij spicca la Settima Sonata di Prokofiev. Il lavoro sull’opera si estese tra il 1939 e il 1942, un periodo denso di eventi improvvisi e decisivi, quali il successo del balletto Romeo e Giulietta e lo scoppio della seconda guerra mondiale. Con queste toccanti parole ‒ quasi un messaggio di pace e speranza ‒ il pianista Sviatoslav Richter ritorna con la memoria al 18 gennaio 1943 a Mosca, data della prima esecuzione di questa sonata: «con quest’opera precipitiamo brutalmente nell’atmosfera minacciosa di un mondo che ha perso il suo equilibrio. Il caos e l’incertezza regnano. Vediamo arrivare forze malefiche, ma questo non significa che ciò che abbiamo vissuto prima abbia smesso di esistere. Continuiamo a emozionarci e ad amare. Tutti insieme alziamo una voce in segno di protesta e condividiamo il dolore comune […] ritrovando così lo slancio vitale».
Programma
L.v. Beethoven (1770 – 1827)
Sonata per pianoforte n. 23 in fa min.
op. 57 ”Appassionata”
Allegro assai – Andante con moto – Allegro ma non troppo
M. Ravel (1875 – 1937)
Gaspard de la nuit
Ondine – Le gibet – Scarbo
S. Rachmaninov (1873- 1943)
Sonata per pianoforte n. 2 in si bem. min. op. 36
Allegro agitato ‒ Non allegro ‒ L’istesso tempo. Allegro molto
P.I. Čajkovskij (1840 – 1893)
Dumka, op. 59
S. Prokofiev (1891 – 1953)
Sonata n. 7 in Si bem. magg. op. 83
Allegro inquieto – Andante caloroso – Precipitato
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