Nuovo assetto delle concessioni idroelettriche: convegno a Bolzano di Assoidroelettrica

Vettorato: «in Alto Adige il 70% dell’energia è prodotta da fonti rinnovabili». 

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concessioni idroelettriche

Le scelte che la politica adotterà sia in riferimento al decreto incentivi, sia sul rinnovo delle concessioni idroelettriche determineranno i confini concreti dello sviluppo della fonte idroelettrica e del suo effettivo contributo alla produzione di energia pulita in Italia sono stati i protagonisti a Bolzano del secondo Tavolo dell’idroelettrico incentrato sul tema della “Competitività della filiera italiana dell’idroelettrico”.

Sorto su iniziativa di Assoidroelettrica, il tavolo al quale partecipa anche SEV – Federazione Energia Alto Adige, si pone quale sede di dibattito delle diverse posizioni del comparto. All’incontro, al quale erano presenti rappresentanti di spicco del settore, hanno partecipato per la provincia di Bolzano il presidente Arno Kompatscher e l’assessore all’ambiente ed energia, Giuliano Vettorato.

Introducendo i lavori il presidente di Assoidroelettrica, Paolo Pinamonti, ha sottolineato come il settore abbia subito profonde cambiamenti negli ultimi 60 anni: «da una situazione di monopolio, l’idroelettrico si è trasformato in un settore industriale come tanti altri, con tante sfide da affrontare: dai prezzi in netto calo all’incremento dei canoni di concessione e delle compensazioni ambientali richieste, dai cambiamenti climatici con periodi di siccità fino alla riduzione degli incentivi», evidenziando come il comparto idroelettrico con oltre il 40% dell’energia rinnovabile nazionale giochi un ruolo di rilievo nella produzione energetica in Italia, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo dal momento che è l’unica fonte rinnovabile programmabile che può dare stabilità e sicurezza alla rete di trasporto nazionale.

«Quella dell’idroelettrico è una storia sofferta in Alto Adige, sia per l’impatto ambientale che politico» ha affermato il presidente della Provincia, Arno Kompatscher. Con la modifica dell’art 13 dello statuto di autonomia nel 2017, la competenza primaria per quanto riguarda le concessioni per le grandi derivazioni a scopo idroelettrico è tornata in mano della Provincia. «Si tratta di una grande conquista», ha fatto presente Kompatscher ricordando che in Alto Adige oltre 1.000 centrali idroelettriche producono circa 5.128 GWh/anno e in anni molto buoni fino a circa 6.000 GWh/anno, molto di più del consumo locale. Il 45%, pari a circa 2.300 GWh/anno di energia elettrica, vengono esportati fuori provincia.

«Stiamo elaborando una nuova legge provinciale per le nuove gare, in linea con la direttiva comunitaria, con l’intento di centrare appieno l’obiettivo: dal momento che l’acqua è un bene pubblico si dovrà trarre il maggior beneficio per i cittadini» ha detto Kompatscher evidenziando come il potenziale per un ulteriore sfruttamento sostenibile dei corsi d’acqua è quasi del tutto esaurito. In futuro, ha sottolineato Kompatscher, un occhio di riguardo deve essere messo sull’efficientamento delle strutture esistenti, sul risparmio energetico citando il modello di successo CasaClima, e sull’ottimizzazione elettrica. «Grazie alle nuove tecnologie e all’ingegno si può superare la produzione attuale, questo vale sia per il pubblico che per i privati», ha affermato Kompatscher, aggiungendo che «la strategia della Provincia di Bolzano è a 360° e punta a far divenire l’Alto Adige una green region in tutti i settori puntando al risparmio energetico e alla mobilità sostenibile».

Il neo assessore provinciale all’ambiente ed energia, Giuliano Vettorato, ha definito la politica locale sulle concessioni idroelettriche «lungimirante» ed ha affermato l’intenzione di proseguire sulla strada intrapresa. «In Alto Adige il 70% dell’energia proviene da fonti rinnovabili, l’obiettivo strategico per il 2050 è di raggiungere una quota di oltre il 90%, dove il comparto idroelettrico ha un ruolo primario», ha affermato Vettorato.

La produzione idroelettrica in Alto Adige copre circa il 91% della produzione di energia rinnovabile sul territorio. Il rimanente 4% circa deriva dal fotovoltaico e il 5% circa da biomassa in cogenerazione.

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