A dicembre a picco la produzione industriale italiana

Mameli: «calo inatteso e zavorra per la crescita del Paese almeno nel primo semestre 2019». A calare maggiormente il settore automotive, che risente delle incertezze normative. Non pervenuto l’annunicato boom dell’economia pronosticato dal vicepremier e ministro allo Sviluppo economico Di Maio. 

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produzione industriale

A dicembre 2018 l’Istat ha comunicato il crollo della produzione industriale italiana, bissando la vistosa flessione di novembre che va a consolidare al ribasso la tendenza, ponendola ai minimi degli ultimi sei anni. Se questa è la cruda realtà, ci si domanda dove sia finito l’annunciato boom economico pronosticato dal vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Di sicuro, tra gli addetti alla manifattura non si è visto e neanche altrove.

Secondo l’Istat, la produzione industriale è calata a dicembre per il quarto mese consecutivo, di –0,8% m/m, dopo la vistosa flessione di novembre (-1,7% m/m, rivisto al ribasso di un decimo rispetto alla prima stima). 
Un risultato in decisa controtendenza rispetto alle previsioni: secondo Paolo Mameli, economista senior di Banca Intesa Sanpaolo, «l’attesa era per un rimbalzo, sia pure parziale dopo l’ampia contrazione del mese precedente. La tendenza annua della produzione è scesa in territorio ancor più negativo, a -5,5% da -2,6% di novembre: si tratta di un nuovo minimo degli ultimi sei anni».

A zavorrare la produzione industriale sono stati in particolare i beni di consumo (-2,9% m/m), soprattutto non durevoli. In calo anche l’energia (- 1,5% m/m), mentre i beni sia strumentali che intermedi sono risultati poco variati. Tutti i principali comparti (sia manifatturieri che non) risultano in diminuzione su base annua: non accadeva da dicembre del 2012. Particolarmente colpiti risultano il tessile(-11,1% a/a) e il legno, carta, stampa (-13%) e automotive (-13%).

Secondo Mameli «la debole chiusura 2018 lascia un’eredità negativa alla parte iniziale del 2019: in caso di stagnazione in ciascuno dei primi 3 mesi del 2019, la produzione industriale calerebbe anche nel I trimestre di -1,1% t/t, come nel IV trimestre 2018. Ciò significa che la probabilità che il Pil resti in territorio negativo anche a inizio 2019 appare elevata. Per evitare che la recessione, sinora solo “tecnica”, si estenda a inizio 2019, occorrerebbe un’espansione significativa nei servizi, che al momento non appare coerente con le indagini di fiducia (che segnalano un apporto sostanzialmente nullo al valore aggiunto nel settore, a fronte di un contributo di circa -0,2% dell’industria in senso stretto). Ciò significa che il rischio di una stagnazione dell’attività economica nell’intero 2019 per l’economia italiana è alto».

Tra i settori più penalizzati della produzione industriale, quello automotive che secondo i dati diffusi da Anfia a dicembre ha registrato il calo del 13% con un calo marcato di produzione di autoveicoli in Italia. Un calo che si estende a tutto il 2018: la produzione di autovetture (circa 671.000 unità) rallenta in maniera significativa, segnando un -10% rispetto al 2017. Il 57% delle autovetture prodotte è destinato all’export. Il totale autoveicoli (compresi i commerciali) prodotto nel 2018 ammonta a 1,06 milioni di unità, in calo del 7% rispetto al 2017 e destinato alle esportazioni per il 66%.

Nel 2018, il mercato italiano dell’auto ha riportato un calo del 3,1%. Nell’anno, le immatricolazioni del Gruppo FCA hanno registrato una quota di mercato del 26%, con volumi in diminuzione del 10%. Negli altri comparti, presentano un segno positivo nel 2018 gli autocarri(+5%) e gli autobus (+36,7%), mentre chiudono l’anno in flessione i veicoli commerciali leggeri (-6%), i rimorchi e semirimorchi pesanti(-1,9%) e i rimorchi leggeri (-4,6%).

A novembre 2018, il valore delle esportazioni di autoveicoli dall’Italia è di 1,77 miliardi di Euro, il 4,3% del totale esportato, e risulta in diminuzione del 16,2%. L’import di autoveicoli vale, invece, 3,08 miliardi di Euro (-4% rispetto a novembre 2017), pari all’8,3% del totale importato in Italia.

«La produzione dell’industria automotive italiana nel suo insieme, registra a dicembre 2018 un calo tendenziale del 12,3%, che fa seguito alle flessioni già riportate nei precedenti cinque mesi (-13,3% a novembre, -8,9% a ottobre, -4,4% a settembre, -5,5% ad agosto, -5,9% a luglio). Il 2018 chiude così con una preoccupante contrazione del 3,4%», dichiara Gianmarco Giorda, direttore di Anfia.

La produzione industriale italiana di parti e accessori per autoveicoli e loro motori riporta un segno negativo sia nel mese di dicembre (-9,2%), sia nel cumulato (-2,3%), e anche gli ultimi dati disponibili per gli ordinativi risultano in calo del 13,6% a novembre (-19,3% nel mercato interno e -6,8% sui mercati esteri) e del 2,7% nei primi undici mesi del 2018 (-7,8% e +3% le rispettive componenti interna ed estera).

«Questi significativi ribassi, che riflettono il calo nella produzione di autovetture e autoveicoli nell’anno da poco concluso, ribadiscono la necessità di definire politiche industriali a sostegno del settore, in questa fase caratterizzata da una situazione economica incerta e attraversata da profonde trasformazioni per il comparto. E’ quello che ha sottolineato il “Tavolo sul futuro dell’automotive in Italia”, organizzato da Confindustria e Anfia e riunitosi a Torino il 6 febbraio scorso, evidenziando priorità e richieste alle istituzioni da parte della filiera produttiva» sottolinea Giorda.

Il fatturato delle parti, infine, presenta una diminuzione dell’11,3% nel mese, a causa della componente interna in calo del 20,7%, mentre la componente estera chiude a -0,9%. Nel periodo gennaio-novembre 2018 l’indice del fatturato registra un decremento dello 0,8%, con una componente interna in diminuzione del 7,4% (+6,7% il fatturato estero).

Qui il link al focus Anfia sulla produzione italiana automotive (Pdf).

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