Ancora polemiche sui pesanti disservizi causati dal blocco del traffico sull’Autobrennero causa maltempo e le oggettive difficoltàdovute alla mancata organizzazione di controlli preventivi da parte della concessionaria e della polizia stradale.
Secondo Arno Kompatscher, presidente della provincia di Bolzano e della regione Trentino Alto Adige (maggiore azionista di Autobrennero) «rimpallarsi le responsabilità non porta a risultati concreti. Già questo venerdì ci siederemo attorno ad un tavolo, assieme a Trentino e Tirolo, per capire quali sono i margini di manovra per migliorare la gestione di questo tipo di situazioni, anche se la strada da seguire è sostanzialmente una: potenziare la ferrovia. Solo in questo modo, ovvero incentivando il passaggio dei mezzi da gomma a rotaia, potremmo evitare la grande mole del traffico deviato, sgravando così la A22. Per raggiungere questo risultato, però, occorrono nonsolo infrastrutture, ma anche misure adeguate, e la prevista gestione pubblica dell’autostrada del Brennero fornisce le migliori garanzie possibili da questo punto di vista».
Uno scenario che nell’immediato significa una sola cosa: deciso rincaro dei pedaggi a carico dei Tir sull’Autobrennero, che attualmente è uno dei valichi alpini meno cari d’Italia, cosa che “incentiva” molti autotrasportatori a privilegiare il corridoio del Brennero anche a fronte di maggiori percorrenze chilometriche.
Uno scenario che è respinto al mittente da parte di Conftrasporto–Confcommercio. Secondo il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, Paolo Uggè, «è ormai chiaro che l’obiettivo è fare cassa aumentando i pedaggi per i mezzi pesanti. Tra le questioni all’origine del problema di sabato scorso – spiega Uggè – ci sono i divieti di transito del venerdì imposti dal Tirolo. Se mi chiudi l’autostrada il venerdì notte e il sabato mattina, è chiaro che, soprattutto in una situazione di maltempo con nevicate eccezionali come quelle registrate la scorsa settimana, il risultato è l’intasamento dell’autostrada, il blocco totale. L’inghippo sta a monte, ed è lì che va cercata la soluzione, non nell’aumento dei pedaggi, che non farebbe che penalizzare un settore già inutilmente mazziato lungo i valichi alpini».
Secondo Uggè «Tirolo e Austria comincino a togliere i divieti di circolazione. E’ incredibile quanto afferma il presidente della provincia di Bolzano. Il traffico sull’Autobrennero non è incrementato in modo insostenibile. I livelli raggiunti sono poco più di quelli registrati primadella crisi economica. Se si iniziassero a togliere i divieti introdotti nel fine settimana il traffico si distribuirebbe su più giornate e questo eviterebbe le code che si registrano nei fine settimana. Non vorrei che il vero obiettivo fosse quello di ottenere l’incremento dei pedaggi. Ricordo che, per quanto l’inquinamento, i dati stessi dell’autostrada del Brennero attestano che quasi il 60% è generato dai veicoli leggeri. Il governo italiano deve in modo deciso intervenire in quanto le dichiarazioni di Kompatscher potrebbero avvalorare la tesi che il vero obiettivo sia quello di aumentare i ricavi».
Oltre ad Uggè, anche il direttore di Fai-Conftrasporto, Andrea Manfron, chiede al Governo di intervenire a sostegno dell’autotrasportocontro provvedimenti dal chiaro sapore demagogico. «Abbiamo aspettato un paio di giorni prima di rilasciare dichiarazioni, per non cadere nel tranello di sparare a caldo nel mucchio in difesa di specifici interessi e nella speranza di poter dare a freddo un contributo utile alla causa generale. Ma sul pasticcio dell’Autobrennero non possiamo più tacere».
Manfron sottolinea «la dubbia (usando un eufemismo) legittimità dei divieti di transito imposti dal Tirolo, la fragilità del nostro sistemadei trasporti lungo le direttrici alpine, la necessità di controlli serrati sui mezzi di trasporto». E fa appello al Governo perché «intervenga contro i divieti austriaci». La prima considerazione è che «la concomitanza di eventi, compresa l’abbondante nevicata dei giorni scorsi, è stata determinante. A questa s aggiunge il divieto di transito imposto dal Tirolo per i mezzi pesanti, che comporta la concentrazione di traffico pesante lungo il confine tutti i venerdì sera. La seconda considerazione è che in contesti emergenziali il fattore umano è quello che può fare la differenza tra il “bene” e il “male”. Occorre verificare, e qui lo deve fare chi ne ha la concreta potestà – spiega Manfron – se tutta la macchina organizzativa abbia funzionato a dovere e soprattutto nei tempi dovuti».
«Di contro, alcuni viaggiatori, anche professionali, in stragrande maggioranza stranieri, non hanno brillato in correttezza e hanno contribuito ad aggravare l’emergenza non rispettando le più elementari regole di circolazione – prosegue Manfron – alcuni mezzi non avevano montato o, peggio, non erano in possesso di catene o pneumatici invernali. I numerosi motociclisti presenti sotto la nevicata hanno addirittura messo a rischio la propria incolumità, oltre a incidere fortemente sulla circolazione. Pochi mezzi non in regola hanno arrecato un enorme disagio alla maggioranza dei viaggiatori e, nel caso dell’autotrasporto, hanno anche comportato un ulteriore danno d’immagine al già ingiustamente bersagliato settore. Concentriamoci su chi non rispetta le regole, individuiamolo e sanzioniamolo, ma lasciamo stare le imprese serie».
Infine, il dato che Fai-Conftrasporto reputa più rilevante: quanto successo nello scorso fine settimana è l’ennesima dimostrazione di come sia fragile il sistema dei trasporti italiano lungo le direttrici alpine così indispensabile per l’economia nazionale. «Abbiamo bisogno di un sistema efficiente e resiliente, difendiamolo. Il governo si batta contro i divieti imposti dall’Austria ai mezzi commerciali», conclude il direttore di Fai-Conftrasporto.
E quanto alla mancanza di controlli preventivi, l’Autobrennero continua nella sua difesa, nascondendosi dietro il fatto che non competono ad essa in quanto non ne ha la potestà giuridica di imporli. Bene, ma la concessionaria può tranquillamente coordinarsicon la locale sottosezione della polizia stradale a servizio sull’autostrada – che ha sede proprio dinanzi alla sede della società – organizzando punti di controllo sia all’ingresso dei caselli, che lungo il percorso nelle aree idonee, come la stazione di servizio della Paganella Est (dove è pure presente un centro di controllo tecnico sull’efficienza dei Tir) o in quella di Laimburg. Non si pretende che sia lo stesso presidente Luigi Olivieri (Pd), o l’amministratore delegato Walter Pardatscher (Svp) o il direttore tecnico generale Carlo Costa(Pd) a scendere in strada armati di cappello e paletta per fermare i Tir per verificare il rispetto dell’obbligo dell’equipaggiamento invernale. Basta che istruiscano delle pattuglie miste formate da agenti della Polstrada (abilitati a fermare e controllare i Tir e a sanzionarli in caso di violazione dell’obbligo) e da tecnici dell’autostrada, per predisporre i necessari spazi di sosta dei veicoli da verificare e gli spazi per accumulare quelli da fermare. Non dovrebbe essere troppo difficile.
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