Fallimento Ferrarini: l’azienda va verso la divisione tra Amadori e Pini

Il gruppo avicolo cesenate vorrebbe il marchio Vismara per differenziarsi nei salumi. Il leader della bresaola puterebbe invece sui prosciuttifici di Ferrarini. Intanto, l’azienda dal puto di vista operativo è in salute, ma pesa l’indebitamento pregresso. 

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Nelle ultime settimane, il futuro del gruppo Ferrarini si avvia verso una schiarita dopo l’entrata nel regime commissariale dopo la richiesta del concordato fallimentare in continuità richiesto la scorsa estate dalla famiglia titolare dello storico marchio della salumeria italiana.

Dopo il vertice in Unindustria tra i commissari, i sindacati e la famiglia Ferrarini, sono stati messi sul tavolo alcuni scenari che consentono il proseguimento dell’attività del gruppo, anche se smembrato, in quanto il marchio dei salumi Vismara sarebbe ambito dal leader dell’avicoltura cesenate Amadori interessata all’impianto di Castelnovo di Lecco con i suoi 400 addetti, mentre il gruppo valtellinese Pini, leader nelle bresaole, sarebbe interessato ai prosciuttifici Ferrarini, rilevando gli impianti di Rivaltella di Reggio Emilia (300 addetti) che produce il prosciutto cotto e quello di Langhirano di Parma (80 addetti) specializzato nei prosciutti crudi. Entrambi i potenziali acquirenti sono mossi dal desiderio di diversificare le proprie attività entrando in due rami d’azienda in sostanziale salute e con buone prospettive di mercato.

Per avere qualche chiarezza bisogna attendere il 18 febbraio prossimo, data in cui sarà presentato ufficialmente ai sindacati il piano concordatario di Ferrarini sviluppato assieme ai consulenti aziendali per poi essere depositato al Tribunale fallimentare di Reggio Emilia. Tutte le parti sono ottimiste sulla positiva conclusione della vicenda che ha travolto la famiglia Ferrarini, soprattutto a causa dell’indebitamento accumulato. La gestione tipica dell’azienda è già sana visto che il 2017 si è chiuso con un fatturato di 335 milioni di euro, in crescita del 33% rispetto al 2016, con un 2018 previsto in linea con l’anno precedente.

Anche se smembrato, dal gruppo Ferrarini non è prevista l’uscita della famiglia fondatrice dalla compagine azionaria, che dovrebbe mantenere una presenza non trascurabile.

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