È stato assolto con formula piena Maneesh Kumar l’amministratore dell’indiana Jindal Saw Italia s.p.a. (ex Sertubi), difeso dall’avvocato Giovanni Borgna del foro di Trieste.
La decisione è stata pronunciata lo scorso 18 gennaio dal giudice Alessio Tassan del Tribunale di Trieste che ha accolto le tesi della difesa di Kumar e statuito che il fatto non sussiste.
La vicenda era nata il 12 luglio del 2017 quando l’Agenzia delle Dogane di Trieste aveva richiesto ed ottenuto un sequestro di tubi per canalizzazioni in pressione prodotti dallo stabilimento triestino di Jindal Saw (ex Sertubi) e pronti per l’esportazione in Iraq. A fine luglio il pubblico ministero triestino Pietro Montrone aveva contestato a Maneesh Kumar, legale rappresentante della società Jindal Saw s.p.a., la vendita di prodotti industriali tramite false attestazioni di origine. L’azienda aveva messo in circolazione tubi in ghisa per l’esportazione verso l’Iraq con la dicitura Made in Italy. I tubi erano prodotti in India e sottoposti in Italia alla lavorazione per adeguarli alle normative EN 545 e ISO 2531.
Nel settembre del 2018 la Commissione Europea, chiamata a pronunciarsi sulla richiesta di modifica del codice doganale dell’Unione, poichè non disciplinava la fattispecie contestata, aveva rilasciato un parere favorevole alla società Jindal Saw per l’esportazione dei tubi, identificando la corretta dicitura da apporre sui materiali per l’espletamento delle procedure doganali.
La Commissione europea, intervenuta per regolare un vuoto normativo, ha previsto che “in mancanza di norme di origine non preferenziale armonizzate a livello mondiale, la determinazione dell’origine, ai fini dell’apposizione del marchio di origine è effettuata in conformità alle norme pertinenti applicate dal paese importatore”, stabilendo che il documento di origine ai fini doganali sia rilasciato dalle Camere di Commercio degli Stati membri.”
Così il giudice giudice triestino Alessio Tassan, alla luce del mutato quadro normativo, ha assolto l’amministratore di Jindal Saw perché il fatto non sussiste.
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