La drammatica situazione di molti corregionali del Friuli Venezia Giulia emigrati in Venezuela che cercano rifugio e sicurezza raggiungendo in tutti i modi l’Argentina sarà al centro di un incontro nei prossimi giorni a Roma con il direttore generale della Direzione per gli italiani all’estero, Luigi Vignali, per definire alcune linee di azione che possano essere promosse dalla Regione.
Lo fa sapere il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, che attraverso Luigi Papais, componente del Consiglio generale degli emigrati all’estero (CGIE), ha in corso i contatti con l’organismo presso la Farnesina.
«Durante la permanenza in Argentina in occasione della missione svolta nei giorni scorsi nel Paese latino americano, organizzata dall’EnteFriuli nel Mondo per celebrare i 140 anni della fondazione della città di Avellaneda – spiega Zanin -, ho appreso dal console generaled’Italia a Rosario, Martin Brook, che molti cittadini italiani – e tra questi anche corregionali discendenti di quei friulani e giuliani emigrati oltre oceano decine di anni fa – stanno fuggendo dal Venezuela con mezzi di fortuna e persino a piedi, compiendo migliaia di chilometri tra enormi disagi e pericoli, e giungono in prossimità del confine argentino stremati, bisognosi dei più elementari generi di prima necessità, privi di denaro speso per sopravvivere nel lungo esodo».
«Alcune famiglie sono state accolte e aiutate dal consolato ma la realtà è preoccupante – aggiunge Zanin – se si pensa che sono circa 150.000 gli italiani in Venezuela, di cui 5.000 originari del Friuli Venezia Giulia e tra questi 2.000 con passaporto italiano: cifre impressionanti, davanti alle quali non possiamo rimanere indifferenti».
«Dal console argentino c’è la disponibilità a mantenere attivo un canale informativo su una situazione in drammatica evoluzione, però è essenziale – prosegue il presidente del Consiglio regionale – mettere in campo alcune iniziative di aiuto dirette, non solo per quanto riguarda generi di prima necessità e medicinali, ma anche immaginando sia dei percorsi per eventuali rimpatri con il riconoscimento, data l’instabilità politica del Venezuela, dello status di rifugiato politico, sia le condizioni di sostegno per reimpostare la propria vita qui, da armonizzare con il sistema di sussidi che il governo sta costruendo. Della rete costituta dai 6 Fogolars Furlans e dal sodalizio dei Giuliani attiva prima che esplodesse la crisi non resta nulla. Per questo possono essere preziosi i contatti con il gruppo di lavoro che Papais è riuscito a costituire con friulani e giuliani residenti a Caracas, ma come istituzione – sottolinea Zanin – è fondamentale affrontare la questione anche con la collaborazione e l’indirizzo della Direzione e del Consiglio generale degli italiani all’estero».
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