Il Psr Emilia Romagna 2014-2020 mette a disposizione poco meno di 10 milioni di euro per la gestione di zone umide, boschetti, corridoi ecologici, la salvaguardia del paesaggio agrario, il sequestro di carbonio nei suoli, la difesa delle razze animali autoctone e delle varietà antiche. Sono le risorse stanziate dal nuovo Piano di sviluppo rurale 2014-2020, e messe a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna attraverso 5 diversi bandi destinati ad aziende agricole e altre realtà che gestiscono e curano animali autoctoni.
Gli interventi saranno finanziati attraverso la Misura 10 “Pagamenti agro-climatico-ambientali” e dovranno essere realizzati a partire dal 1 gennaio 2019. Dovranno riguardare il sostegno della biodiversità animale e vegetale di interesse agrario, il ritiro dei seminativi a scopo ambientale, il mantenimento del paesaggio agrario e l’agricoltura conservativa. Le domande potranno essere presentate online fino al 31 gennaio 2019 attraverso i sistemi Agrea, l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura.
«Tutelare le razze autoctone e la biodiversità è una priorità non solo culturale, ma anche ambientale ed economica – sottolinea l’assessoreregionale all’agricoltura, Simona Caselli -. Con questi bandi valorizziamo e sosteniamo il lavoro degli agricoltori e di tutti coloro che, operando in un settore importante per la nostra economia, hanno anche un ruolo strategico nella salvaguardia del nostro territorio e dell’ambiente».
Di seguito, in sintesi, i contenuti dei bandi.
Biodiversità animale e vegetale: 1,3 milioni di euro per le razze autoctone e 89 mila euro per le varietà di colture arboree
Due bandi sono destinati a recuperare le razze e le varietà antiche a rischio di estinzione. Con il Psr Emilia Romagna 2014-2020, la Regione ha stanziato 13,6 milioni di euro per gli agricoltori che scelgono di allevare razze autoctone come, ad esempio, la razza romagnola e la reggiana tra i bovini, il cavallo italiano da tiro pesante tra gli equini, la pecora cornigliese tra gli ovini o la mora romagnola tra i suini. L’aiuto previsto è di 200 euro all’anno per 5 anni per ogni capo di bestiame adulto (Uba).
Per i coltivatori delle varietà autoctone di colture arboree e annuali sono, invece, previsti aiuti rispettivamente pari a 900 e 600 euro per ettaro all’anno.
Ritiro dei seminativi: 4,3 milioni
Prati umidi e macchie arbustive. Sono alcuni degli interventi che possono essere gestiti dagli agricoltori che si impegnano a ritirare dalla produzione per venti anni le colture seminative così da promuovere la biodiversità, soprattutto in pianura. A riconoscimento dei maggiori costi, è previsto un aiuto per ogni ettaro da un minimo di 500 fino a un massimo di 1.500 euro all’anno per vent’anni. Limitatamente alle aree di pianura, inoltre, ai beneficiari che hanno aderito agli stessi interventi del Psr delle programmazioni precedenti al 2014 è data la possibilità di aderire al bando anche per superfici “con impegni ancora in corso di validità”.
Corridoi ecologici e paesaggio agrario: 1,1 milioni
Piantate, filari di alberi, siepi, boschetti, maceri, risorgive e laghetti. Per gli agricoltori che si impegnano per un periodo di 10 anni a salvaguardare nella propria azienda gli elementi tipici del paesaggio agrario sono disponibili 1,1 milioni di euro. L’aiuto annuale erogato per 10 anni va da 0,08 a 0,10 euro per metro quadro in pianura. Potranno essere così mantenuti veri e propri “corridoi ecologici”, prioritariamente nei siti protetti in pianura individuati dalla rete europea “Natura 2000”.
All’agricoltura che “sequestra” il carbonio: 1,6 milioni
Tecnicamente si chiama agricoltura conservativa e si differenzia da quella tradizionale perché adotta modalità che riducono la lavorazione dei terreni, prevenendo l’erosione del suolo, favorendo il sequestro di carbonio e limitandone la dispersione in atmosfera con effetti importanti nel contrasto ai cambiamenti climatici. L’aiuto annuale va da un minimo di 250 a 280 euro per ettaro.
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