La Tav per la Pianura Padana e per il Paese

L’opera ferroviaria di Alta capacità/Alta velocità tra Lione e Trieste è fondamentale per evitare che l’Italia sia tagliata fuori dalle grandi direttrici di merci e di persone dell’Europa.  Di Mino Giachino, presidente di “Sì Lavoro, Sì Tav”

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Molti pensano che la TAV interessi Torino o al massimo il Piemonte. Al contrario, la TAV è il tappo che decide se il Corridoio Mediterraneo che collegherà l’Europa dal fondo della Spagna sino a Budapest in Ungheria passerà attraverso la Pianura Padana o soprale Alpi. Con la TAV tutta la Pianura Padana sarà in rete con l’Europa anche grazie alla decisione della Commissione Europea del 19 ottobre 2011 all’Italia, grazie alla sua posizione strategica tra l’Europa e il Mediterraneo, sono stati assegnati 4 Corridoi Ferroviari di cui 3 Sud-Nord (Genova-Rotterdam, Brennero-Berlino, Adriatico-Baltico) che sono incrociati dal Corridoio trasversale Mediterraneo Spagna-Ungheria.

L’incrocio di queste linee ferroviarie Alta velocità/Alta Capacità (AV/AC) merci e passeggeri a Novara, Milano, Verona, Padova, Venezia e Trieste, oltre che a Lione, darà luogo nella Pianura Padana alla Grande area logistica del Sud Europa che creerà decine di migliaia di nuovi posti di lavoro e renderà maggiormente competitivi e attrattivi i porti del Nord Tirreno e del Nord Adriatico. Questa rete, tutta collegata all’Europa, farà aumentare l’arrivo o il passaggio in Italia di passeggeri e merci. Con la Tav l’Italia sarà più attrattiva per gli investimenti esteri.

Nella Pianura Padana, a partire dal Piemonte, vi sono aree che, se ben collegate dal punto di vista infrastrutturale, possono interessare i grandi gruppi come Google interessati ad essere vicini ai politecnici, alle università e ai centri di ricerca di livello avanzato. La realizzazione di questi corridoi ferroviari darà pertanto all’Italia un grande motore di sviluppo per il XXI secolo dopo vent’anni di bassa crescita e di calo del PIL procapite.

Da circa vent’anni l’Europa si è data l’obiettivo di realizzare una rete efficiente di trasporto su rotaia su cui trasferire progressivamente una quota importante di trasporto merci e passeggeri attualmente su gomma per diminuire l’inquinamento e l’intasamento del traffico e aumentare la sicurezza stradale.

La mappa europea qui riprodotta mostra come apparirà distribuita in linea di massima la Grande area logistica del Sud Europa nel 2030 quando saranno entrate  in funzione la TAV, il Terzo Valico, il Corridoio del Brennero, il Corridoio del Baltico.tav

Quest’area logistica del Sud Europa alimentata dai porti del Nord Tirreno e del Nord Adriatico farà da contraltare alla Grande area logistica del Nord Europache ancora oggi attrae, grazie alla sua maggiore efficienza, il 10% delle merci in arrivo verso l’Italia nonostante la maggiore distanza da percorrere via mare, con una perdita al Pil italiano valutabile tra i 6 e i 10 miliardi di euro, oltre alle relative migliaia di posti di lavoro.

Ecco perché è quanto mai urgente e necessaria un’unità d’intenti delle regioni del Nord, dei porti e degli interporti del Nord per definirne le regole di ingaggio. La Grande Area logistica del Sud Europa offrirà una logistica molto più competitiva ai grandi protagonisti dei traffici marittimi e logistici mondiali e l’Italia  non deve presentarsi impreparata all’appuntamento.

La forte iniziativa degli Industriali del NordOvest dovrà trovare una forte rispondenza nelle scelte politiche governative e regionali, nei sindacati e soprattutto nei giovani studenti disoccupati o meno, perché il mercato mondiale sarà il più grande motore di sviluppo del futuro e l’Italia, con questo assetto logistico e infrastrutturale, diventerà la naturale e più importante porta sul Mediterraneo per i traffici da e verso l’Europa.

Oggi la cartina logistica europea può apparire un sogno. Ma è un sogno che può realizzarsi se a partire da oggi ci si mette d’impegno per realizzarlo, con una visione strategica che guardi alla prossima decade, piuttosto che al prossimo appuntamento elettorale. Se l’Italia vuolecontinuare a rimanere competitiva in un sistema sempre più in rete e globale, non servono ulteriori tentennamenti, ma è necessario agire, ora e subito per porre le basi del lavoro e dell’economia del domani.tav

Riprendiamo il sogno di Cavour che vedeva nello sviluppo economico il progresso dei popoli. Per il Conte, come disse nel suo ultimo discorso alla Camera, l’unica strada era l’espansione verso l’Europa, attraverso i collegamenti ferroviari, e dell’incremento di domanda che questo creava.

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