La conferenza stampa di fine anno del Teatro La Fenice

Nel 2018 buona chiusura del botteghino (oltre 10 milioni gli incassi) e del numero degli spettatori paganti (+20%). Di Giovanni Greto 

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Da sx il direttore artistico e sovintendente Fortunato Ortombina; la soprano Maria Agresta, il direttore Myung-Whun Chung.jpg

Sprizzava gioia da tutti i pori Fortunato Ortombina, direttore artistico del Gran Teatro la Fenice di Venezia, nonché sovrintendente, dopo il passaggio di Cristiano Chiarot al Maggio Musicale Fiorentino, durante la rituale conferenza stampa di fine anno in occasione della presentazione del concerto di Capodanno in cui si fa il punto sullo stato di salute del Teatro.

Il 2018 è stato un anno molto importante sia per i risultati economici raggiunti – dieci milioni di euro netti di guadagno dalla vendita dei biglietti cui si aggiunge un milione e mezzo di euro incassato dalle visite, avvicinando il Teatro ad una sede museale – che per quelli numerici: aumento degli abbonati e degli spettatori paganti (più 20%). Parallelamente, verso la Fenice cresce giorno dopo giorno la fiducia da parte del pubblico sia italiano che straniero, che le riconosce un’importante funzione culturale: far conoscere il Teatro d’Opera, di paternità e maternità italiana, perché «l’Opera è il nostro sangue, il nostro essere, la storia!».

Nuovi soci sostenitori si sono aggiunti e, per il concerto da tanti atteso, si è attivata una collaborazione con l’Unicef, volta a raccogliere fondi a favore dei bambini che vivono in condizioni drammatiche. A questo proposito è intervenuta Mariella Andreatta, presidente del Comitato regionale Veneto per l’Unicef, che ha ricordato il raccapricciante bilancio del 2018: 900.000 bambini sono morti sotto le bombe. «Speriamo che il 2019 ci dia una speranza, a 30 anni dalla dichiarazione dei diritti dei bambini da parte dell’ONU».

Alla presidente ha fatto eco il Maestro Myung-Whun Chang, direttore per il secondo anno consecutivo del concerto di Capodannoveneziano, dal 2008 “Unicef Goodwill Ambassador”: «Io posso passare il messaggio, è importante come lavora la gente dell’Unicef e ho verificato di persona che lavora molto bene. Perciò, con sicurezza, vale la pena avere fiducia nell’Unicef. Spero che questo con Venezia sia solo l’inizio di una collaborazione che continui per la vita». Poi, rivolgendosi ad Ortombina, Chang ha ricordato il suo grande amore per il Teatro e per Giuseppe Verdi. «Forse lui ama Verdi più di me (in questo senso è l’unico che ho conosciuto nel mondo)». Quanto alla sua esperienza, 25 anni fa, di Direttore stabile per cinque anni all’Opera di Parigi, «basta. E’ un ruolo che comporta troppe responsabilità. L’obiettivo principale di un musicista è tornare allo spirito dell’inizio (Amateur). Non mi considero più un musicista professionale».

Ortombina ha voluto concludere la conferenza stampa con un elogio a Verdi e a Puccini, due compositori originari del Paese dov’è nato il Teatro Musicale. «Sono dei profeti che hanno messo sulla carta per sempre dei messaggi per l’umanità, con una portata che trascende qualunque limite di spazio e di tempo. Sono convinto che fra 500 anni questa musica sarà ancora più conosciuta di adesso».

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