Le verità occultate nella manovra di bilancio 2019 iniziano a venire inesorabilmente a galla e con esse le bugie pronunciate dal Governo Conte e dai suoi due alabardieri Matteo Salvini e Luigi Di Maio: nei prossimi tre anni, la manovra contiene la “sorpresa” della crescitadella spesa di ben 51 miliardi di euro, alimentata soprattutto dalla spesa corrente che serve per annaffiare i provvedimenti bandiera di Lega (quota 100 per le pensioni) e M5s (il famigerato reddito di cittadinanza).
Dal 2019 al 2021 la spesa corrente crescerà di 40,9 miliardi di nuove uscite, di cui 9,7 miliardi nel 2019. Una “piena” finanziaria arginata solo in piccolissima parte dalla sempre annunciata e mai realmente praticata revisione della spesa con taglio di sprechi ed inefficienze: su questo capitolo si prevede appena 1,4 miliardi di risparmi, generati da tantissimi piccoli interventi e dalla rimodulazione degli investimenti, ad iniziare dagli 800 milioni del fondo Sviluppo e coesione.
Anche in questo caso, rispetto alle promesse preelettorali del M5s e del centro destra di tagliare almeno 30 miliardi di spesa inutile, nella legge di bilancio rimangono solo le briciole. Secondo il dossier prodotto dal Servizio Studi del Parlamento, al netto della partita di giro sul Fondo povertà, che risulta tagliato per 2,2 miliardi nel 2019 (altrettanti nel 2020 e 2021) ma solo per convogliare le risorse destinate al Rei (Reddito d’inclusione) a parziale copertura del reddito di cittadinanza, il vero taglio in chiave di revisione della spesa è quello sui ministeri: 658 milioni nel 2019, di cui 435 milioni di parte corrente e 223 milioni in conto capitale. A questa stretta si aggiunge quella, nell’ambito delle risorse del ministero dell’Interno, derivante dalla riorganizzazione dei centri per l’immigrazione: 400 milioni il prossimo anno, 550 milioni nel 2020 e 650 milioni dal 2021.
A questi nella manovra di bilancio 2019 s’aggiunge un elenco di microtagli: dai contributi alle spese dell’Onu (-35,4 milioni nel 2019), alla riduzione delle spese per la Difesa (60 milioni l’anno) fino alla diversa contabilizzazione in bilancio delle risorse per le istituzioni scolastiche rimaste inutilizzate (22,5 milioni), la rideterminazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro (56,5 milioni di risparmio l’anno nel triennio 2019-2021), l’abrogazione del Fondo per le cattedre universitarie del merito “Giulio Natta” (22 milioni di risparmio nel 2019 e 70 milioni in ognuno degli anni 2020 e 2021), la riduzione del Fondo da destinare alla contrattazione collettiva relativa al contratto Fit di formazione iniziale, tirocinio e inserimento (20,8 milioni l’anno fino al 2020 e 45,6 milioni nel 2021).
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