Il nuovo governo Svp-Lega della provincia di Bolzano era stato annunciato per prima di Natale, ma la Natività è passata e con esso anche il cambio di anno. Il punto delle trattative tra Svp e Lega per la formazione della nuova maggioranza provinciale con Massimo Bessone, commissario della Lega Alto Adige e consigliere provinciale più votato del carroccio.
Consigliere Bessone, come stanno andando le trattative per la formazione della nuova giunta provinciale? Doveva nascere prima di Natale, mentre ora si è valicato anche il nuovo anno. C’è il rischio che si valichi anche la Befana…
Abbiamo avuto un ritardo iniziale, ma ora siamo sulla drittura d’arrivo. Credo che subito dopo l’Epifania la nuova giunta provinciale possa nascere. Dai quattro gruppi di lavoro che abbiamo realizzato con la Svp per discutere sul programma di legislatura, abbiamo trovato tantissimi punti di contatto, spesso con la piena condivisione, tanto che in molti casi non è stato neppure necessario fare discussioni o approfondimenti. Ora stiamo tirando le fila del lavoro dei gruppi stilando il programma definitivo di giunta. Una volta che sarà terminato, definiremo anche la compagine di governo. Come Lega avremo la vicepresidenza di Giunta e due assessorati, più la vicepresidenza del Consiglio provinciale.
Le trattative erano iniziate in modo piuttosto burrascoso, con la pretesa della Svp di chiedere l’adesione della Lega al loro codice dei valori inderogabili, su cui vi siete opposti.
La richiesta iniziale della Svp era inaccettabile, tant’è vero che dopo poco tempo l’hanno ritirata e siamo passati alle cose concrete, al programma di legislatura a favore della popolazione altoatesina. Date le premesse, mi aspettavo una trattativa più accesa e difficile, ma le cose stanno andando insospettabilmente bene, salvo alcuni punti dove c’è stata molta discussione, come quelli sull’autonomia e sulla trattativa con Roma. Ma anche qui siamo riusciti a trovare una sintesi e una convergenza finale che va a favore di tutta la popolazione.
Quali saranno i punti più salienti della nuova maggioranza di governo altoatesina?
Le cito un esempio forse di maggiore interesse per la popolazione e che stabilisce una cesura con il passato della maggioranza uscente Svp-Pd: sul tema dell’immigrazione e dell’integrazione, abbiamo trovato subito una comunanza d’intenti nell’offrire sì accoglienza, ma compatibilmente con le possibilità del tessuto sociale ed economico locale. Non sarà un’apertura indiscriminata come accadeva fino a poco tempo fa, ma gli immigrati che arriveranno in Alto Adige lo faranno all’interno di un preciso programma di accoglienza e di integrazione nella realtà locale, rispondendo così anche alle esigenze della popolazione che era stufa di vedere gruppi d’immigrati nullafacenti a spasso per la città, spesso senza dimora e costretti a vivere di espedienti.
La nuova maggioranza di governo Svp-Lega riuscirà a proporre una politica capace di andare oltre gli attuali steccati etnici tra italiani, tedeschi e ladini?
La scorsa legislatura un Pd politicamente e culturalmente debolissimo è stato incapace di dare un’adeguata rappresentatività alle esigenze degli italiani e ha pagato pesantemente pegno nelle urne. La Lega è stata premiata dai cittadini con un programma capace di andare oltre le diversità etniche per affrontare i reali problemi della gente, che toccano tutti e tre i gruppi etnici. Noi puntiamo a risolvere i nodi ancora irrisolti in un’ottica interetnica, perché temi come la qualità dei servizi pubblici – ad iniziare dalla sanità – o della sicurezza vanno oltre l’essere italiano, tedesco o ladino. Una visione che non ha visto la Svp contraria a priori, ma c’è una sostanziale apertura, anche perché la Lega non è il Pd e la stessa Svp è la prima ad avere interesse a fare un governo forte in tutte le sue componenti che s’impegni a risolvere i veri problemi della gente.
Avete discusso della realizzazione del tunnel del Brennero dopo le dimissioni del commissario Facchin?
Non ne abbiamo discusso, anche perché la notizia delle dimissioni di Facchin è successiva al nostro ultimo incontro. Conosco il commissario dimissionario e mi dispiace che abbia lasciato perché il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, non gli ha mai dato udienza per discutere sui temi di suo interesse. Certo, il comportamento di Toninelli è ingiustificabile, ma il tunnel del Brennero deve andare avanti e con esso anche la realizzazione delle tratte a valle tra Fortezza e Verona.
Forse Toninelli non gli ha dato udienza in quanto credeva il tunnel del Brennero già realizzato e utilizzato ogni giorno da migliaia di Tir…
Salvo coprirsi di ridicolo, visto che è ancora in costruzione e sarà un tunnel ferroviario invece che stradale. Toninelli farebbe meglio a circondarsi di persone più capaci e dare ascolto a funzionari come Facchin che lavorano solo per il bene della comunità.
Parliamo di Autonomia: obiettivo solo sulla provincia di Bolzano o allargato anche al rilancio della regione Trentino Alto Adige?
Per la Svp l’obiettivo centrale è il mantenimento e il rafforzamento della provincia di Bolzano più che un ambito regionale. Come Lega Alto Adige condividiamo in larga misura quest’obiettivo, mentre in Trentino si guarda maggiormente ad un rafforzamento della Regione per gestire temi che hanno una valenza sovraprovinciale. Facciamo un passo per volta: ora variamo la maggioranza e la giunta dell’Alto Adige, subito dopo toccherà al livello regionale, dove vedremo se continuare come nelle due ultime legislature con una regione depotenziata guidata a turno dai due presidenti di provincia o se fare una giunta regionale autonoma. Ne parliamo a breve, dopo la Befana appena nasce il governo dell’Alto Adige.
Che ne pensa della ridefinizione del collegio elettorale europeo per dare maggiore possibilità di rappresentazione a Bruxelles alle due regioni autonome del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia?
La proposta lanciata dal presidente del Consiglio regionale friulano Zanin è molto interessante. L’attuale assetto macroregionale con Veneto ed Emilia Romagna finisce con il penalizzare le piccole realtà come quelle del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia e la loro specificità linguistica e culturale. Definire all’interno del collegio del NordEst due sottocollegi per le due regioni autonome potrebbe garantire quella rappresentatività che oggi viene negata, in quanto con l’attuale meccanismo elettorale vengono premiati i candidati espressioni delle due maggiori regioni, Veneto ed Emilia Romagna. Inoltre, per una realtà come la nostra, si potrebbe garantire l’elezione del candidato della minoranza tedesca senza la necessità di apparentamento con una forma politica nazionale, cosa che eviterebbe alla Svp la ricerca di un alleato tecnico, oltre a consentire l’elezione anche di un altro deputato con i voti degli italiani in Regione.
Lei è a favore di un collegio unico regionale o di due collegi più piccoli su base provinciale?
In un’ottica europea, vedo meglio un collegio di respiro regionale, anche per consentire una migliore rappresentatività del voto italiano altoatesino che altrimenti andrebbe sempre disperso a favore di quello tedesco. Con un collegio regionale c’è più possibilità che dei 14 eurodeputati spettanti al NordEst si possa eleggerne un paio e lo stesso potrebbe accadere in Friuli Venezia Giulia, realtà simile a quella del Trentino Alto Adige quanto a popolazione residente. Ho sentito il presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher, che è favorevole a questo progetto. Il Prima possibile il Consiglio regionale presenterà e approverà un disegno di legge voto da mandare al governo centrale perché provveda al più presto a modificare la legge elettorale europea in modo che le elezioni del prossimo maggio si possano svolgere con il nuovo sistema.
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