Presentato il Rapporto 2018 economia dell’Emilia Romagna

Ancora prima regione italiana per crescita, con Pil +1,4% e disoccupazione al 5,9%. Nei primi nove mesi +2,2% la produzione industriale, +5,2% l'export manifatturiero e un ulteriore balzo del 4% del turismo. 

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Rapporto 2018 economia dell'Emilia Romagna

Secondo il Rapporto 2018 economia dell’Emilia Romagna, con un focus su Economia e innovazione sociale, realizzato in collaborazione tra Unioncamere e Regione con il contributo di Aster ed Ervet e con le stime di Prometeia presentato nella Comunità di San Patrignano a Coriano (Rn), l’Emilia Romagna continua a correre veloce e si prepara a chiudere il 2018 con un +1,4% di Pil, prima regione per crescita, e la disoccupazione al 5,9%. Un ritmo che ha visto l’ulteriore conferma nell’andamento dei primi nove mesi dell’anno, nei quali la produzione industriale ha fatto registrare un +2,2% e l’export un +5,2%, con i 20 miliardi di saldo commerciale valore più alto di sempre.

Il manifatturiero è arrivato al quindicesimo trimestre di crescita, il comparto turistico cresce di oltre il 4%, con 56 milioni di presenze, rispetto ai numeri record del 2017, in aumento anche i trasporti. Tengono le costruzioni, in particolare le imprese di piccola e media dimensione, il sistema creditizio ha ripreso a prestare denaro alle aziende.

Gli occupati hanno superato quota 2 milioni, 46.000 unità in più nel terzo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2017, con un tasso di occupazione vicino al 70% e quello femminile quasi al 63%, tra i più alti in Italia. In calo del 50% le ore di cassa integrazione autorizzata nei primi dieci mesi del 2018. Un ritmo che l’Emilia Romagna terrà anche nel 2019, con un +1,2% di Pil e la disoccupazione in calo ulteriore al 5,7%.

Numeri in controtendenza rispetto al rallentamento congiunturale registrato a livello nazionale, con alcuni segnali di decelerazione, comunque da non sottovalutare, che si avvertono tra le imprese manifatturiere più piccole e quelle artigiane, mentre fatica ancora il settore del commercio, stretto tra la mancata ripresa della domanda interna e la crescita dell’e-commerce.

«Mentre il Paese rallenta, l’Emilia Romagna non smette di crescere, così come sta facendo ormai da quattro anni – afferma il presidentedella RegioneStefano Bonaccini -. Sono numeri che dimostrano la forza del nostro sistema economico e produttivo, fatto di imprese e professionalità straordinarie, così come l’efficacia della scelta che abbiamo fatto come Regione di puntare su ricerca e formazione, innovazione e internazionalizzazione. Ma certo non ci accontentiamo, non vogliamo fermarci né essere fermati. Intendiamo proseguire la politica anticiclica avviata facendo leva su nuovi investimenti pubblici – prosegue il presidente della Giunta – per completare i progetti infrastrutturali e di messa in sicurezza del territorio, i piani di edilizia scolastica e impiantistica sportiva, riducendo il carico fiscale per famiglie e imprese, come abbiamo fatto abolendo i superticket sanitari e come faremo tagliando l’Irap per le aziende nelle aree montane. E insieme alle parti sociali, all’interno del Patto per il Lavoro, troveremo soluzioni condivise per ridurre il precariato e garantire diritti là dove esistono situazioni di sfruttamento e illegalità inaccettabili».

L’andamento regionale si conferma migliore di quello nazionale: l’Emilia Romagna si conferma al vertice della crescita tra le regioni italiane, sia nel 2018 che per il 2019. Secondo gli “Scenari per le economie locali” di Prometeia, la crescita del prodotto interno lordo attesa nel 2018 sarà pari all’1,4% (+1,2% nel 2019). In termini reali, il Pil regionale nel 2018 dovrebbe risultare superiore del 7,9% rispetto ai livelli minimi toccati al culmine della crisi nel 2009, ma ancora sostanzialmente in linea con il livello del 2007 e superiore di solo il 9,8% a quello del 2000. Accelera sensibilmente la tendenza positiva degli occupati nel 2018 (+1,1%), che proseguirà anche nel 2019 (+0,6%). Il tasso di disoccupazione, che aveva raggiunto il suo valore minimo nel 2008 fermandosi al 2,8% per toccare l’8,4% nel 2013, nel 2018 dovrebbe ridursi sensibilmente al 5,9% e scendere al 5,7% nel 2019.

«La Comunità di San Patrignano, Unioncamere Emilia Romagna e il Sistema Camerale regionale – ha aggiunto Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere Emilia Romagna – hanno stretto un Protocollo d’Intesa con l’obiettivo di lavorare insieme su alcuni temi. Così ci è sembrato che l’idea di presentare qui il tradizionale Rapporto di fine anno sull’economia regionale, una sorta di bilancio sulla qualità complessiva del benessere del territorio, potesse interpretare un interesse comune. Tra le azioni previste dall’accordo, un percorso di alternanza scuola-lavoro, poiché formazione e inclusione rappresentano un fattore chiave per uno sviluppo veramente sostenibile. Quanto ai numeri – prosegue Zambianchi -, il Rapporto dice che anche nel 2018 l’Emilia Romagna è motore del Paese. Cresce il Pil, l’occupazione e in Emilia Romagna si confermano le imprese leader della manifattura italiana nei settori ad alta intensità di tecnologia. Se l’industria è chiamata alla sfida della rivoluzione tecnologica, il commercio deve trovare forme di convivenza con i giganti delle piattaforme digitali per trasformare potenziali minacce in opportunità».

Il Rapporto 2018, quest’anno, dedica anche un focus specifico al tema dell’innovazione sociale, che rientra a pieno titolo nella politica industriale regionale come derivazione diretta di precise linee d’intervento individuate a livello europeo. I grandi cambiamenti in corso e le sfide sociali emergenti danno propulsione a nuovi percorsi imprenditoriali nati dalla lettura di bisogni nuovi ma anche vecchi con lenti molto diverse rispetto al passato.

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