Gruppo Mezzacorona chiude con ricavi oltre i 180 milioni

Utile di 3 milioni da distribuire ai soci. Rigotti: «risultato da record». 

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gruppo Mezzacorona

Il gruppo Mezzacorona chiude il bilancio a quota 188 milioni di euro (+1,9%) di fatturato e un utile di 3 milioni (+96,7%). L’assemblea dei soci del gruppo vitivinicolo trentino ha approvato all’unanimità i risultati finanziari che sono stati analizzati dal presidente del gruppo, Luca Rigotti, secondo cui «sono stati possibili grazie buoni risultati di tutte le società del gruppo».

Al neo direttore generale del gruppo trentino, Francesco Giovannini l’onere di illustrare ai soci le principali partite del bilancio che vede il patrimonio netto consolidato a quota 98,3 milioni (+4,6%) , 17 milioni in più rispetto all’indebitamento bancario netto, sceso a 81,1 milioni di euro (-8,4 milioni). I debiti globali del gruppo valgono 105,4 milioni, (-8,9 milioni) di cui i prestiti ai soci ammontano a 11 milioni e le obbligazioni a 13,3 milioni. Il cash-flow generato si attesta intorno ai 16,4 milioni. In crescita anche il personale addetto, 479 persone, 7 in più rispetto all’anno precedente, il 90% a tempo indeterminato, sparsi nelle varie attività del gruppo articolato da lo storico settore vitivinicolo e quello relativo alle mele.

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Gruppo Mezzacorona, da sx ex direttore Fabio Maccari, presidente Luca Rigotti, nuovo direttore generale Francesco Giovannini, Stefano Fambri direttore di Nosio.

L’annata agricola non è stata delle migliori, a causa di gelate e grandinate, ma nonostante tutto sono stati liquidati ai soci conferitoridelle uve oltre 56 milioni di euro. Quanto al comparto melicolo, le anche qui le difficili condizioni meteo hanno causato la diminuzionedel raccolto del 30%, con un liquidato medio di 51 euro a quintale, in crescita di mezzo milione di euro.

La vera forza del gruppo Mezzacorona sta nei mercati esteri, specie americani. L’export è verso 60 Paesi nel mondo e vale l’80%delle vendite complessive, con gli Stati Uniti come mercato principale presidiato con la controllata Prestige wine import. Altro mercato strategico la Germania dove il Gruppo opera attraverso Bavaria Gmbh. Entrambe le società sono in crescita del 2-3%, pur tenendo conto della diminuzione dei consumi, soprattutto di vini fermi in Germania.

Quanto alla produzione di mele, il Gruppo punta sulla difesa passiva: «il 40% dei nostri conferitori è dotato di reti antigrandine — sottolinea Rigotti — con l’obiettivo è di arrivare almeno al 70%, anche perché queste reti salvano non solo dalla grandine, ma pure dalle scottature e da altri pericoli durante l’annata agricola», ad iniziare dalla cimice asiatica dove anche in provincia di Trento inizia a farsi vedere con una certa frequenza dopo avere infestato il Veronese. Rigotti punta anche a modificare la composizione varietale «al momento con la Golden che vale circa il 47-48%, con l’obiettivo di abbassarla al 30%. Stiamo inserendo altre varietà club, come la Tessa, molto adatta al clima del Trentino: siamo fra gli esclusivisti».

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