Una Stagione 2019 saldamente compatta a dispetto di una rilevante diversificazione degli appuntamenti quella presentata dalla Società Filarmonica di Trento che si articola in 18 concerti. I generi, le opere, le tipologie dei complessi, gli approcci esecutivi, le età e le scuole degli interpreti sono considerevolmente diversi in ogni incontro. Eppure nel massimo della varietà si legge un segno vigoroso di unità: ogni appuntamento porta all’attenzione un’eccellenza del concertismo italiano e internazionale, nel solco delle abitudini propositive promosse nelle più significative capitali della musica. La Stagione dei concerti 2019 della Società Filarmonica di Trento conferma le modalità operative del sodalizio musicale trentino, presentando un cartellone in dinamico equilibrio tra innovazione e continuità, dove la scoperta di un interprete o di un repertorio si unisce al consolidamento delle conoscenze, attraverso la rilettura dei massimi capolavori.
Il concerto d’apertura, il 14 gennaio 2019, affidato al Modo Antiquo diretto dall’estroso Federico Maria Sardelli, è un omaggio alla creatività e alla bellezza del primo Settecento italiano, rappresentato da Corelli e Vivaldi, ma anche dal trentino Bonporti. Il razionalismo settecentesco si ritrova ancora, al centro del programma proposto dall’Ensemble Van Kuelen, che al nome di Bach accosta il più moderno Piazzolla. Il secondo incontro apre la strada a tre inviti estesi ad altrettante orchestre europee di sicuro prestigio: lo Scharoun Ensemble con nove componenti della Berliner Philharmoniker – per l’esecuzione dell’immortale Settimino di Beethoven –, il GoYa Quartet proveniente dalla Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, il Quartetto di fiati dell’Orchestra romana di SantaCecilia, con il pianista Pietro De Maria. Negli ultimi due casi gli ensemble si impreziosiscono per la presenza dei clarinettisti Calogero Palermo e Alessandro Carbonare, che, con Alessandro Travaglini (questi affiancato dal pianista Roberto Plano e dal primo violino dell’Orchestra scaligera Francesco Manara), realizzano un omaggio alla scuola d’ance del Belpaese. Altri due complessi – impegnati in programmi curiosi e rari, da gustare con piacere e attenzione – portano a Trento un numero consistente di eccezionali strumentisti italiani: un gruppo grintoso e determinato radunatosi a Milano attorno al pianista Davide Cabassi, la BA(ggio) S(infonietta) e Sentieri selvaggi con la voce di Cristina Zavalloni e la direzione di Carlo Boccadoro.
Nel capitolo riservato alle “New Stars” (con abbonamento particolare riservato ai giovani) primeggia il pianista Alexander Malofeev, interprete fascinoso e, con lui, tre giovanissimi fratelli francesi (Trio Metral) nella classica formazione d’archi e pianoforte. Nello stesso capitolo si colloca il vincitore (ancora sconosciuto) del Concorso di Ginevra e il già noto Filippo Gorini, appena nominato dalla Filarmonica artista residente. Altrettanto accattivanti sono le rimanenti serate cameristiche, in compagnia del violoncello – stelle di prima grandezza come Sol Gabetta, Nicolas Altstaedt e Giovanni Sollima –, del violinista Gennaro Cardaropoli con Alberto Ferro al pianoforte, dei vocalisti inglesi di Voces 8 e del Quartetto Hagen.
Aperta anche la campagna abbonamenti (200 euro quello intero, 170 il ridotto, 35 il “New Stars”) che, come nelle scorse edizioni, registrerà il tutto esaurito, con pochi posti a disposizione per i singoli eventi. Per ulteriori dettagli, www.filarmonica-trento.it
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