In Alto Adige export in rallentamento nel III trimestre 2018 pari a 1.145,0 milioni di euro, con una diminuzione dello 0,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno passato (variazione tendenziale). La variazione congiunturale, ovvero lo sviluppo nei confronti del II trimestre 2018 (caratterizzato dalla stagionalità dei flussi di esportazione), registra invece un calo del 6,2%.
Paesi europei verso cui si esporta maggiormente rimangono la Germania (33,4%), l’Austria (10,3%) e la Svizzera (6,1%). In tali nazioni fluisce quasi la metà di tutte le esportazioni (49,8%). Al di fuori dell’Europa la quota maggiore delle esportazioni è diretta verso Asia (9,7%) e America (5,6%). Circa due terzi delle merci destinate al continente americano sono dirette verso gli Stati Uniti che, con il 3,7% dell’export totale, rappresentano il quinto mercato di sbocco in assoluto per le merci altoatesine.
Le esportazioni verso gli Stati dell’Unione Europea scendono dello 0,7% rispetto al III trimestre 2017. Il valore della Germania, mercatopiù significativo per l’export altoatesino, scende dell’1,2%; l’Austria, secondo mercato più importante, registra una diminuzione più netta (-13,0%). Allargando l’analisi agli altri tra i dieci maggiori mercati di sbocco, l’aumento più consistente è quello del Regno Unito (+19,6%), seguito da Paesi Bassi (+14,9%) e Francia (+11,2%); la Polonia registra il calo più consistente (-22,1%), seguito da quello della Spagna (-13,7%). In termini assoluti, gli aumenti più consistenti sono quelli registrati da Francia (+6,7 milioni di euro), Romania (+6,0 milioni di euro) e Regno Unito (+5,5 milioni di euro), mentre la flessione nettamente più vistosa è quella dell’Austria (-17,6 milioni di euro) seguita dalla Germania (-4,8 milioni di euro).
Anche sul fronte delle esportazioni verso i paesi extra-UE si registra una diminuzione (-0,9%). Cresce l’export verso i paesi europei non UE (+2,3%): in particolare si registra una ripresa dell’export verso la Russia (+4,8%), mentre diminuisce quello verso la Svizzera (-1,7%). Le esportazioni verso gli altri continenti calano (-2,7%): in particolare si evidenzia un crollo delle esportazioni verso l’Africa (-13,8%), l’America (-7,8%) e l’Asia (-1,4%). Le merci dirette verso gli Stati Uniti, quinta destinazione per le merci altoatesine scendono del 6,0%. Unica eccezione è rappresentata dall’Oceania (+49,4%), la cui incidenza è però minima rispetto al totale.
La maggiore quota di esportazione è ascrivibile ai Macchinari ed apparecchi non classificati altrove con il 22,1%, sul totale, seguiti dai Prodotti alimentari, bevande e tabacco con il 18,0% e dai Mezzi di trasporto (14,7%). Seguono Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (12,5%) e Prodotti del- l’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (6,0%). Tali settori complessivamente incidono per il 73,3% del totale.
Due dei maggiori settori evidenziano un aumento: Mezzi di trasporto (+11,0%, pari a +16,7 milioni di euro) e Macchinari e apparecchi n.c.a. (+5,1%, pari a +12,3 milioni di euro), mentre in negativo risalta il crollo di Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (-39,6% pari a -45,2 milioni di euro) e in minor misura le diminuzioni di Prodotti alimentari, bevande e tabacco (-5,6%, pari -12,1 milioni di euro) e Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-4,2% pari a -6,2 milioni di euro).
All’interno dei dieci settori principali, crescono sensibilmente anche Prodotti delle altre attività manifatturiere (+44,4%, pari a +15,9 milioni di euro) ed Apparecchi elettrici (+10,6%, pari a +5,3 milioni di euro), mentre i cali più sensibili sono ascrivibili a Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-21,1%, pari a -10,0 milioni di euro) e Legno e prodotti in legno; carta e stampa (-4,0%, pari a -1,8 milioni di euro).
Giudizio critico dei risultati da parte di Assoimprenditori Alto Adige. «Per il secondo trimestre consecutivo le esportazioni altoatesine risultano stagnanti. Il successo sui mercati internazionali non è mai scontato: le nostre imprese sono in competizione con il resto del mondo – afferma il presidente, Federico Giudiceandrea -. Accanto alla qualità dei loro prodotti, è decisivo anche il contesto competitivo in cui le aziende operano: su questo aspetto c’è potenziale di miglioramento sia a livello nazionale che a livello locale».
«Vogliamo tornare a crescere e per riuscirci sarà decisivo rimettere l’impresa al centro: gli investimenti vanno sostenuti e non frenati», afferma il presidente degli industriali altoatesini. In ottica futura preoccupano misure come il decreto Dignità, che ha introdotto nuove rigidità sul mercato del lavoro, una manovra incentrata più sulla spesa corrente che sugli investimenti, il depotenziamento degli interventi a favore di Industria 4.0 e lo stop ai grandi progetti infrastrutturali. A questo si aggiungono dei deficit strutturali che colpiscono in particolare le imprese dell’Alto Adige, più esposte alla concorrenza internazionale per via dell’immediata vicinanza ai mercati di destinazione esteri: una tassazione sul lavoro tra le più alte d’Europa, costi dell’energia del 30% più alti rispetto ai competitor europei, una difficile raggiungibilità resa ancora più complicata da divieti sempre nuovi per il trasporto merci e una cronica mancanza di personale qualificato che si fa ogni giorno più acuta.
«Possiamo migliorare su molti aspetti: da questo punto di vista è importante che sia ripreso il dialogo tra le imprese e il governo nazionale ed altrettanto importante è che la nuova giunta provinciale continui ad avere a cuore le esigenze delle imprese e quindi anche del benessere economico e sociale che queste garantiscono», sottolinea Giudiceandrea.
Guardando più in dettaglio i dati dell’export, emerge chiaramente come senza l’industria il calo sarebbe stato molto più pesante: «se le esportazioni sono ancora sostanzialmente in linea con i dati dell’anno scorso è soprattutto grazie alle nostre imprese high-tech in settori chiave come l’automotive o l’elettronica – spiega il presidente di Assoimprenditori -. Le imprese industriali sono gli ambasciatori del “Made in Alto Adige”: nel terzo trimestre dell’anno il settore manifatturiero ha generato oltre il 90% dell’intero export provinciale. Per aiutarle a conquistare nuovi mercati dobbiamo assicurare le stesse regole e le stesse condizioni dei loro concorrenti: è quello che abbiamo chiesto nel nostro documento strategico per il 2018-2023 e su cui siamo disponibili a confrontarci con le forze politiche».
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