La temperatura della politica emiliano romagnola si sta innalzando bruscamente dopo la decisione dell’organo disciplinaredell’Ordine dei medici di Bologna che ha sancito la radiazione dall’Albo di Sergio Venturi, medico e assessore regionale alla sanità. Il provvedimento è arrivato dopo un procedimento avviato due anni fa dallo stesso presidente dell’Ordine Giancarlo Pizza a seguito della decisione assunta da Venturi come assessore regionale alla sanità in sede di Giunta Regionale circa la sostituzione dei medici sulle ambulanze del servizio di emergenza 118 con infermieri specializzati.
Una decisione che ha stupito l’ambiente medico, oltre che la politica locale, che non si chiude qui visto che lo stesso Venturi impugnerà la decisione presso l’Ordine nazionale, ma che potrebbe avere anche altre ricadute, visto che quanto accaduto pare avere travalicato i confini della mera deontologia professionale per approdare a quella della lotta politica.
A difesa dell’operato di Sergio Venturi è intervenuto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini: «la radiazione è avvenuta da parte dell’Ordine per una violazione al proprio codice deontologico o per comportamenti e scelte come medico di Venturi? No, lo ha fatto processando il suo operato da assessore, per essersi permesso di proporre l’adozione di una delibera amministrativa che poi la Giunta, organo politico collegiale, ha adottato. Si tratta di un provvedimento molto grave, inaudito, a quanto consta senza precedenti nel suo genere, che indirizzandosi formalmente contro una singola persona colpisce in realtà in modo strumentale l’autonomia delle scelte di un organo politico-amministrativo».
In secondo luogo, secondo Bonaccini, «l’operato di un assessore e di una Giunta, in democrazia, è sottoposto al giudizio dei cittadini (o eventualmente della Magistratura, se si registrano illeciti o irregolarità, ma il caso non ha nulla a che fare con questo), non di un Ordine professionale, a cui non compete certo il sindacato sulle scelte di un organo politico. Ho rispetto per tutti gli Ordini e per la loro autonomia ma ne pretendo altrettanta per l’istituzione che pro-tempore governo».
Inoltre, «sono personalmente convinto che l’assessore Venturi vedrà riconosciute le proprie ragioni in relazione ad una decisione priva, a mio avviso, di qualsiasi basilare fondamento giuridico e potrà quindi ottenere giustizia nelle sedi proprie – prosegue Bonaccini – e come presidente e come Giunta dell’Emilia Romagna tuteleremo nel contempo, in tutte le sedi e in tutte le forme necessarie, la nostra autonomia e la nostra immagine, insieme a quella del Servizio sanitario regionale. La sanità dell’Emilia Romagna non si lascia processare da chi, peraltro, nonostante guidi l’Ordine dei medici di Bologna, ha più volte espresso dubbi sull’obbligo vaccinale e sulla nostra legge regionale che ha aperto la strada a livello nazionale».
La decisione dell’Ordine bolognese ha dato il via all’offensiva del centrodestra in Regione con il capogruppo di Forza Italia, Andrea Galli, che parla di «atto gravissimo che getta una luce pessima sulle politiche regionali» aggiungendo come «è ovvio che con una bocciatura del genere Sergio Venturi non gode più di alcuna credibilità né di fronte agli operatori del sistema sanitario, né di fronte ai cittadini. Bonaccini smetta di difendere l’indifendibile e si affretti a sostituirlo».
Le dimissioni dell’assessore Sergio Venturi vengono invocate anche dal gruppo della Lega Nord: «sotto il profilo dell’opportunità politica e per il buon nome della Regione Emilia Romagna, ora l’assessore Venturi deve fare un passo indietro e dimettersi».
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