Il virus chimaera che ha causato 6 morti accertati in Veneto e 2 in Emilia Romagna rinvenuto i un’apparecchiatura utilizzata nella circolazione extracorporea del sangue nei casi di intervento chirurgico a cuore aperto ha scatenato controlli a tappeto su tutti i macchinari e sui pazienti operati negli ultimi anni.
La regione Veneto ha avviato un’azione generalizzata di richiamo alle persone che hanno subito un intervento cardiochirurgico per sottoporli ad una serie di esami. Nella comunicazione emessa dall’assessorato regionale alla sanità, si afferma come «il Mycobacterium chimaera è un batterio diffuso in natura e generalmente non pericoloso per la salute umana. Rari casi invasivi di infezione da Mycobacterium chimaera sono stati riscontrati in Europa e negli Stati Uniti, associati all’utilizzo di dispositivi di raffreddamento/riscaldamento necessari a regolare la temperatura del sangue durante interventi cardiochirurgici in circolazione extra corporea. Le evidenze scientifiche suggeriscono che l’infezione dei pazienti può avvenire tramite aerosol proveniente dall’acqua dei dispositivi».
«La Regione Veneto, congiuntamente alla Regione Emilia Romagna, ha messo in atto un monitoraggio microbiologico relativo alla contaminazione dei dispositivi in parola – prosegue la nota -. Pur essendo state messe in atto le indicazioni di sicurezza progressivamente trasmesse dalla ditta produttrice e l’aggiornamento/sostituzione dei dispositivi nel corso del 2017 per ridurreulteriormente il rischio di contaminazione, nel principio di massima precauzione, è stato condiviso l’invio di un’informativa da trasmettere ai pazienti sottoposti ad intervento di chirurgia cardiaca con l’utilizzo dei dispositivi di cui sopra, dal 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2017, al fine della presa in carico dei casi potenzialmente sospetti».
Secondo la Regione, «ad oggi, in Veneto, sono stati diagnosticati 16 casi di infezione da Mycobacterium chimaera, di cui due con intervento cardiochirurgico eseguito in altre regioni. Su oltre 30.000 interventi chirurgici eseguiti dal 2010 presso le Cardiochirurgie della Regione Veneto, sono stati individuati 14 casi di infezione, di cui 6 decessi. I pazienti potenzialmenteinteressati sono stimati in circa 10.000. A tutti verrà inviata una scheda informativa contenente le informazioni sui sintomi e l’indicazione dei numeri di telefono da contattare per qualsiasi evenienza e per gli eventuali approfondimenti clinici necessari».
La Regione Veneto assicura che «i macchinari presenti nelle cardiochirurgie di tutti gli ospedali veneti sono già stati messi in sicurezza e, in alcuni casi, sostituiti. Viene comunque data a tutti i reparti l’indicazione di collocare tali macchinari, di qualsiasi marca di fabbricazione essi siano, all’esterno della sala operatoria. Considerato che dati di letteratura hanno evidenziato che il Mycobacterium chimaera sembra essersi annidato già nel sito di produzione del dispositivi, quindi antecedentemente all’installazione in sala operatoria, la Regione Veneto si sta tutelando nei confronti della ditta produttrice».
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